Disonorata - Film (1931)

Disonorata
Locandina Disonorata - Film (1931)
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Titolo originale: Dishonored
Anno: 1931
Genere: drammatico (bianco e nero)

Cast completo di Disonorata

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Tutti i commenti e le recensioni di Disonorata

TITOLO INSERITO IL GIORNO 2/09/11 DAL BENEMERITO GIùAN
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Giùan 2/09/11 09:44 - 4959 commenti

I gusti di Giùan

Grande Guerra: prostituta viene arruolata nel servizio segreto austriaco, la sua passionalità avrà la meglio sulla fedeltà alla Patria. Altro capolavoro americano, barocco e melò, del binomio Von Sternberg-Marlene. La messinscena del regista tedesco è al solito così eccessiva da sfiorare l'astrattismo e l'inverosimiglianza della trama vaporizza di fronte alla capacità di sfidare il "buon gusto". Marlene ineluttabile come non mai, ma impavida anche la scelta di McLaglen come amante per cui morire. E quel finale indimenticabile poi... Chapeau, anzi hut hab.

Pigro 2/03/12 11:38 - 10163 commenti

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Lei è una spia, ma si innamora dell’agente segreto nemico. Un film di sguardi, gesti e dettagli feticisti destinati a rimbalzare nel mito: insomma, tutto si regge sul carisma di Marlene, impervia e misteriosa come non mai. E tutto, lentamente, vira sul kitsch: ogni azione o parola dell’attrice diventa automaticamente la sua stessa parodia, fino a uno strepitoso finale tragico, tutto da ridere o da piangere indifferentemente: talmente ricco di particolari esagerati e fuori luogo da assurgere a emblema della pataccata... sublime!

Cotola 23/03/14 19:45 - 9586 commenti

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La storia è un dettaglio o poco più: bisogna godersi le inquadrature, i momenti, i particolari e l'immensa Marlene. C'è chi lo troverà risibile, patetico e odioso a causa delle sue esagerazioni ed inverosimiglianze; c'è chi lo ama per gli stessi motivi. Von Sternberg gira senza paura, con sprezzo del ridicolo e del kitsch, compiendo quasi un miracolo: rendere bello, a tratti notevole se non mitico, ciò che in mano ad altri sarebbe stato puerile nel migliore dei casi, quando non volgare e terribile nel peggiore. Ciò non è poco, anzi. E può accadere solo ad un grande regista quale lui è.
MEMORABILE: Il finale. Marlene.

Daniela 11/05/16 22:12 - 13325 commenti

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Vedova di guerra costretta a prostituirsi per sopravvivere viene arruolata come spia nel servizio segreto dell'impero austro-ungarico, ma si innamora di un ufficiale russo... Come altri film del regista con la sua attrice prediletta, una fiaba erotica in cui, molto più alla vicenda narrata - qui alquanto inattendibile e a tratti pure ridicola - contano gli sguardi allusivi, i sorrisi beffardi, la camminata spavalda, le gambe esibite come arma di seduzione della divina Marlene, il cui bellissimo volto risplende di luce sotto la veletta.
MEMORABILE: Al momento clou, approfittando di un contrattempo, una passata di rossetto sulle labbra, una sistemata al reggicalze

Rambo90 7/05/17 23:07 - 8032 commenti

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I temi classici che erano cari a Sternberg in versione spionaggio-melò. Ancora una figura femminile ben interpretata dalla Dietrich, contrapposta a un vacuo personaggio maschile (seppure col volto simpatico di MacLaglen). La sceneggiatura non sempre è all'altezza delle aspettative, ma il gran rigore formale della regia si fa apprezzare in pieno, in particolare nelle lente e interessanti transizioni da scena a scena. Finale incredibile, ma di grande impatto.

Paulaster 9/10/23 18:01 - 4946 commenti

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Durante la Prima guerra mondiale viene chiesto a una prostituta di diventare spia. Più che un film bellico tout court viene data importanza agli scambi di ruolo e al fascino irresistibile della Dietrich. L'afflato amoroso è telefonato e serve per abbassare i toni sul massacro della guerra (più volte sottolineato); nel travestimento da cameriera c'è anche una punta di commedia e di erotismo nell'alzare volontariamente la gonna. Conclusione asciutta e senza frasi epiche, nonostante la circostanza.
MEMORABILE: Il codice segreto nello spartito; Al piano prima dell'esecuzione.

Minitina80 4/09/24 16:22 - 3216 commenti

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Un fulgido esempio di bravura registica, testimoniato da sequenze in cui emerge la qualità di Von Sternberg nel costruire momenti di cinema dalla bellezza durevole nel tempo. La Dietrich risulta perfettamente calata nel ruolo, donando al personaggio sensualità, ambiguità e un indiscusso fascino magnetico in grado di adombrare le altrui interpretazioni. La vicenda legata allo spionaggio si lascia seguire senza particolari difficoltà e rifulge delle atmosfere immersive, a tratti ipnotiche, che gli sono costruite attorno. Il finale rappresenta l’emblema dello spirito dell’opera.

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