Dalla terrazza - Film (1960)

Alfred Eaton (Paul Newman) torna a casa, a Filadelfia, dalla guerra nel 1946, con tutte le intenzioni di avere successo e diventare ricco in breve tempo. È già di famiglia ricca ma, per diversi motivi ce la vuole fare da solo. È descritta abbastanza profondamente la società americana del business e di tutti gli intrighi di lavoro e familiari. Il sesso si contrappone a un certo puritanesimo, fino a mettere in evidenza l'importanza di una vita dove l'amore vero diventa preponderante. Prolisso in certi casi ma ben interpretato e ben diretto.

Dal regista di Peyton Place, ancora una storia di un amaro "ritorno a casa"... quasi un sotto-genere cinematografico! Melodramma familiare dalle tonalità soap-operistiche: personaggi un po' troppo monodimensionali, dialoghi altisonanti. David ha investito ogni sua energia nella scalata ad un successo che è una rivalsa contro il padre, ma quando il successo diventa una trappola, l'amore gli offre una via d'uscita. Newman ottimo nel rendere la sofferta trasformazione del suo personaggio, ma la Woodward, rancorosa consorte, è quasi più brava!

Patinata soap-opera che ticchetta a ritmo costante per più di due ore sgranando come un rosario tutta la litania di tradimenti, sesso e potere affogandoli in fiumi di whisky. Un quadro sociale popolato esclusivamente da industriali e finanzieri dall'indole scolpita nella roccia. In realtà vengono citati pure operai e minatori, ma restano figure astratte accuratamente celate alla vista. Tra archi strazianti e battute sentenzianti, è in teoria formalmente ineccepibile, ma nella pratica talmente sbriciolato in continue sbandate che risulta arduo sedimentare empatia per chicchessia.