Trasposizione abbastanza felice sullo schermo di un capolavoro di Bulgakov, le cui parti più divertenti, come càpita nel testo, sono quelle nelle quali l'illustre docente-professore dà sfogo alle sue manìe. Emblematico l'incontro con la delegazione che gli vuole "rubare" spazio. Efficace Cochi nella sua parte "animalesca", anche se il film, dopo la trasformazione, perde un po' di ritmo. Curioso, non ottimo, ma da vedere. Cast adorabile, qua e là.
MEMORABILE: La cena con von Sydow ed il compunto Adorf.
Nonostante l'ottimo cast il film l'ho digerito poco. La prima mezzora non è niente male, ma quando entra in scena Cochi Ponzoni e Lattuada inizia anche a voler far ridere, il film sprofonda per non rialzarsi più. Ed è ovviamente un peccato, perché le premesse erano anche buone. Io personalmente avrei preferito una rilettura del soggetto aggiornata con un'ambientazione italiana, togliendo gli inutili riferimenti politici russi, ben poco efficaci in questo contesto.
L’epilogo è più combattivo e moderno, ma l’illustrazione rappresentata da Lattuada e dalle luci smorzate di Caimi è fedele al romanzo di Bulgakov e alla sua satira sulla cecità della scienza e sul doppio fallimento (umano e politico) della rivoluzione russa negli anni della deriva borghese in seguito al varo della NEP. Nel sestetto di interpreti principali (sì, perché anche il cane “Whisky” è attore straordinario) i personaggi del libro rivivono gagliardi, in particolare il novello dr. Frankenstein Von Sydow, il suo ossequioso assistente Adorf e il tragicomico uomo-cane Ponzoni.
Versione discreta del bellissimo racconto di Bulgakov: la storia frankensteiniana del cane diventato uomo perde gran parte della satira che ne fece un apologo beffardo delle isterie comuniste ai tempi della Nep, e diventa una comunque piacevole commedia sull’impossibilità di modificare la propria natura (non senza qualche affondo satirico). Cochi Ponzoni in stato di grazia nei panni scoppiettanti dell’ex animale, in ottima orchiestrazione con Adorf e Von Sidow. Ritmo altalenante, ma il film rimane piuttosto godibile.
Lattuada rilegge in modo abbastanza personale (ma non troppo) il bel racconto di Bulgakov, modificando alcune cose qua e là ma senza stravolgerne il senso. Il risultato non è affatto malvagio, anche se devo dire che personalmente non ho apprezzato più di tanto. In particolare non ho condiviso la scelta di Ponzoni ma soprattutto il registro della sua interpretazione (in ogni caso buona). Soggettivismi
a parte, resta però una pellicola discretamente valida ed in cui si possono trovare motivi di interesse come, tra l'altro, un cast ben assortito.
Nella Mosca post-rivoluzionaria, a seguito di un'operazione, un cane randagio subisce un processo di antropomorfizzazione che lo trasforma in un umano sporcaccione, bestemmiatore, screanzato... Dopo Gogol e Puskin , L. affronta un altro classico della letteratura russa, adattando con una certa fedeltà il formidabile apologo satirico di Bulgakov. Anche se conta su un cast azzeccato nei rispettivi ruoli, il risultato, pur apprezzabile, è però solo discreto a causa di una certa piattezza espositiva, del ritmo altalenante e di una "cornice umana" (i proletari del palazzo) approssimativa.
La riduzione di un’opera letteraria non è mai semplice; se poi ci si confronta con la satira visionaria di Bulgakov, la cosa si complica. In questo caso, la resa dei fallimenti paralleli fra l'umanizzazione di un cane da laboratorio e l'elevazione delle masse tramite la rivoluzione, è comunque buona. La bestia rimarrà tale, poiché: “Non è sufficiente parlare per essere un uomo”, così come le masse resteranno “villane ed egoiste” poiché è quella la loro natura. Nel complesso solo Cochi risulta poco incisivo: la potenza mimica di un Giannini avrebbe trasformato il buono in ottimo.
MEMORABILE: Il cane-uomo che tenta di montare la fantesca.
Alberto Lattuada HA DIRETTO ANCHE...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare la registrazione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
Renato, lodevole come sempre, ha identificato in questo film una comparsata di Franco Magno, barbuto generico, ma spesso presente nei film di Fellini (il preside in AMARCORD - http://thrilling.forumfree.org/index.php?&showtopic=196&st=0&#entry2944 ).
Gli chiedo che ruolo ha in questo film.
Grazie.
B. Legnani ebbe a dire: Renato, lodevole come sempre, ha identificato in questo film una comparsata di Franco Magno, barbuto generico, ma spesso presente nei film di Fellini (il preside in AMARCORD - http://thrilling.forumfree.org/index.php?&showtopic=196&st=0&#entry2944 ).
Gli chiedo che ruolo ha in questo film.
Grazie.
Ritiro tutto. Ho visto che fa un paziente. Grazie.