Crumb - Documentario (1994)

L'arte del grande fumettista Robert Crumb, il cui tratto inconfondibile resta parte integrante della cultura underground americana di quegli anni, rivive in questo singolare documentario raccontato prevalentemente da Crumb stesso, che con un sorriso complice e pacifico stampato immutabile sul volto, si analizza ma senza la pretesa di giudicarsi. Non c'è necessità di riassumere i periodi, i successi, le tappe fondamentali della sua carriera.

Il documentario accumula, mutuando il medesimo spirito anarchico dell'autore, scene slegate di un quotidiano bizzarro, seguendo Crumb a incontrare sua madre e suo fratello Charles, da ragazzino aspirante fumettista che a Robert stesso...Leggi tutto insegnò l'arte prima di imboccare una strada senza uscita che lo porterà a vivere rinchiuso in casa insieme alla madre ridotto quasi a una larva umana. Schiavo degli antidepressivi ma in piena pace, anche lui sorridente e placido, ha ancora la forza di condividere con dolcezza i ricordi d'infanzia con il fratello. Una famiglia tutta particolare che non è difficile immaginare come humus perfetto in cui alimentare l'idea di una visione distorta del mondo, libera da ogni preconcetto, unica come quei disegni carichi d'ironia grottesca: forme umane rigonfie, ombre affascinanti che danno sostanza e gusto sopraffino a storie e personaggi bizzarri oltre ogni immaginazione; non scevri da ingenue suggestioni razziste che oggi probabilmente non gli si perdonerebbero ma allora semplici parti di un desiderio di comunicare senza barriere, volutamente provocatorio (anche dal punto di vista sessuale, giacché non possiamo dimenticare che uno dei maggiori successi di Crumb sono i film di FRITZ IL GATTO, da lui profondamente odiati).

Raggiunta la fama il nostro dimostra di non essere schiavo del denaro, rifiuta commissioni importantissime (i Rolling Stones, che sognavano di avere i suoi disegni sui loro dischi) e persegue uno stile di vita che potremmo definire bohemienne (in questo 1994 sta per traslocare nel sud della Francia): passa molto tempo sulle strade a osservare gli strani tipi, gli sfondi industriali e un po' tutto quello che poi trasporrà, filtrato dal suo occhio deformante, su tavola illustrata.

Il documentario - solo a tratti tradizionalmente impostato, tecnicamente spettacolare nell'avvicinamento progressivo ai particolari dei disegni - riflette magnificamente la personalità quasi aliena di Crumb, a sua volta in apparenza un personaggio da fumetto: magro, gli occhiali spessi, l'andamento allampanato e l'espressione buffa un po' stordita data dal sorriso buono di chi, conscio di avere un carattere diverso dalla media, si permette di coltivarlo senza paura di venire giudicato come un disadattato.

L'incontro con l'ex moglie, l'ex fidanzata, il ritorno a casa dall'attuale moglie e i due figli, il terzo fratello pittore ancor più stonato degli altri (le due sorelle non hanno voluto comparire), il ricordo del padre, l'intervista a chi lavorava con lui alle riviste cui offriva i suoi preziosi disegni e in mezzo sempre quelle strisce così riconoscibili e spassose, anche solo per come sapevano stravolgere le fisionomie facendole esplodere di vita imperfetta. Un autore vero che conta (soprattutto in America) numerosi estimatori e nei confronti del quale è impossibile non provare umana simpatia. Un documentario anticonvenzionale quanto Crumb, forse un po' troppo lungo (si toccano le due ore), non sempre interessante allo stesso modo ma brillante, unico per come ci apre gli occhi su un approccio alla vita tanto singolare, eccessivo eppure timido, genuinamente aperto ad ogni perversione.

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