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VOLTI ITALIANI NEL CAST
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 31/10/19 DAL BENEMERITO FAUNO
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Deprimente a più non posso, ma da Oscar per realismo e riuscita negli intenti. Il passaggio dal periodo delle ideologie a quello dell'arrivismo più bieco è ottimamente rappresentato dal contrasto impari fra tre poveretti con ancora qualche ideale e un po' di raziocinio e una masnada di "tipetti" che si distinguono per le loro reazioni folli e incivili alla minima avversità che impedisce loro di progredire verso un successo che sarà assai inferiore alle attese ma che non li farà desistere dal continuare a frequentare ambienti fumosi e inconcludenti.
MEMORABILE: "Tu saresti un'ottima terapia per le ninfomani, visto che raggeleresti il sangue anche a una tarantolata"; La disperazione dell'ex ragazzo di Chiara.
Meditazione di Piero Natoli, qui anche regista, su che fine abbia fatto la generazione del '68. E' evidente la natura autobiografica ed è anche evidente l'ispirazione che proviene da lontano, ovvero dal primo Moretti. Però il film, che si trascina un po' stancamente, ha una sorta di simpatica ingenuità che lo rende piacevole, anche se a tratti un po' noioso. Piccolo simpatico ruolo per Luca Verdone.
Piero Natoli HA DIRETTO ANCHE...
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- Visto in formato dvd al CSC di Roma. L'ho conosciuto grazie al flano che vado a postare, che mi aveva incuriosito. Infinitamente superiore a Con Fusione e molto più netto e delineato nei suoi intenti. Se mai qualcuno lo dovesse vedere dove l'ho visto io, gli consiglio anche la visione di Standard di Petruzzelli. Sicuramente ne uscirà pazzo, ma magari saprà definitivamente chi o che cosa cercare o evitare nella vita, a seconda che sia un autolesionista o un narcisista…;-)
- Questa visione te la invidio (anche se andando al CSC potrei colmare). Il regista Piero Natoli, per quello che ho visto e non è poco, è un po' scarso ma chissà perché mi attira sempre. Sarà per quella sua aria disincantata di romano d'altri tempi. Aveva una sua classe.
- Ma in questo film lui è il pacioccone che crede ancora agli ideali e ai veri sentimenti, e di punto in bianco si trova immerso in un'accozzaglia di arrivisti nevrotici e schizzati da far paura. Son tanto adrenalinici quanto deprimenti nella loro aria fritta, anche perché alla fin fine la loro è un'arte di serie zeta, ma hanno una di quelle convinzioni nei loro capricci che lì senti veramente il passaggio fra due epoche. In quegli anni il benessere era molto diffuso, e i capriccetti infantili erano all'ordine del giorno anche fra quarantenni...Il voto alto gliel'ho dato per la capacità di Natoli di realizzare appieno il suo intento, più che per la bellezza del film, e anche a rielaborare gli appunti rimanevo sbalordito da certe frasi, e ancora di più come il giorno dopo tutto proseguisse beatamente come se nulla fosse, senza alcun orgoglio o dignità personale...
- Erano gli anni dell'arrivismo, del benessere, di ex sessantottini imborghesiti. Molto cinema di quel tempo ha fotografato più o meno bene quel momento storico. Spero di vedere questo film. Resta il fatto che il cinema di Piero Natoli è per pochi.
