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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Pirero Natoli nei panni del regista indipendente Mercurio fa il verso a se stesso e s'imbarca in una sorta di metacinema alla buona, concluso alla Mostra di Venezia dove effettivamente il film venne presentato. Natoli comincia bene, diverte quando racconta delle peripezie per rimanere in contatto col distributore che ha promesso di dare visibilità al suo film, gioca simpaticamente con le situazioni tipiche di chi prova a chiamare per telefono cento volte i grandi nomi che non si fanno mai trovare. E' in queste occasioni che emerge il talento del Natoli attore, capace di un umorismo intriso sì di romanità ma pacato, mai sguaiato come capita a tanti suoi colleghi. Spassoso il rapporto con l'emissario...Leggi tutto (Aiello) del grande distributore che con abilità rimanda un sempre più disperato Mercurio a un incontro successivo fino a costringere il poveruomo a raggiungerlo a Cannes, durante il festival, dove dovrebbe esser firmato il tanto sospirato contratto. Lì Mercurio conosce la bella Josephin (Chatton), francese disinvolta dalla parlata un po' tanto “piatta” e se la porta a Roma, dove ha un'idea che non ci viene riferita subito ma che prevede la riunione dei vecchi compagni di tante avventure: la figlia Carlotta (Natoli, figlia di Piero anche nella realtà) con l'amica Paola (Gemma), Marco il fonico sui generis (Marcorè) e Valerio il macchinista (Mastandrea, che si presenta con l'occhio nero e spiega com'è capitato chiudendo con "...ne è nata una colluttazione"). Purtroppo nella seconda parte il film tende a sgonfiarsi, non riesce a mantenere quanto di buono fin lì visto (almeno prima che la presenza della Chatton si facesse un po' troppo ingombrante) e si abbandona a un cinema corale più di maniera senza che vi convivano gli spunti necessari a renderlo davvero interessante. Si dà nella storia un senso al titolo e ci si affida maggiormente al cast, che pur discreto (Mastandrea è ancora giovanissimo) non può contribuire in modo decisivo. C'è una buona tensione durante la realizzazione della truffa escogitata (la cui vittima è Andrea Cecchi, aiuto regista del film), ma nel complesso la sceneggiatura cala e anche il Natoli attore non ha più la possibilità di brillare come prima. Si avverte il clima amichevole che doveva respirarsi durante la lavorazione, ma non basta. La regia sembra lasciarsi un po' troppo andare, procedendo talvolta per inerzia. Un cinema indipendente per vocazione ancor prima che per necessità, con un pubblico che difficilmente potrà essere molto ampio... Grande quantità di locandine degli altri film di Natoli appese negli studi: voluto auto-omaggio o semplice facilità nel reperimento delle stesse?

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 8/09/16 DAL DAVINOTTI
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Markus 8/04/19 12:39 - 3688 commenti

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Un regista indipendente, trovando problematicità con un distributore cinematografico, escogita un sistema per esporre il suo film alla Mostra di Venezia. Con cenni palesemente autobiografici e prefiguranti le reali sorti di questa quarta e ultima regia, il passionario Piero Natoli ritenta la via di una commedia dall'amaro retrogusto malinconico. Pellicola dal ritmo disomogeneo (la prima parte meglio della seconda) che fa dello sport italico per eccellenza, il mugugno, il suo discutibile asse portante. Natoli è però amabile.

Pinhead80 8/04/19 20:29 - 4760 commenti

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Un film all'interno del film stesso, ovvero l'odissea produttiva di un'opera cinematografica che vuole mettere in risalto quelle che sono le difficoltà dei piccoli cineasti indipendenti. La prima parte scorre abbastanza bene, mentre la seconda non riesce a sfruttare appieno il cast (un po' sprecati Mastandrea e Marcorè). Natoli cerca in un certo senso anche di farsi pubblicità (le locandine dei film appesi in camera sono tutte opere sue). Non convince del tutto.

Cotola 20/04/19 02:03 - 9044 commenti

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L'ultima regia di Natoli è un film abbastanza simpatico in cui si affronta il classico tema, probabilmente dai risvolti autobiografici, di quanto sia difficile farsi produrre un film. Ma se la prima parte è abbastanza simpatica e spigliata, pur senza aggiungere nulla di nuovo all'argomento, nella seconda c'è qualche forzatura di troppo, specie nella parte finale. Col senno di poi, cast abbastanza ricco ed interessante. Un po' meno di non male.

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