Blood bags - Film (2018)

Studentessa straniera a Torino si ritrova rinchiusa dentro una villa abitata da una creatura assetata di sangue. Inutile compilation di cliché e omaggi più o meno espliciti ai maestri del genere, da Lucio Fulci a Stuart Gordon (anche solo per i titoli di testa su modello Re-animator) fino ai gettonatissimi Argento e Bava Senior. Il plot è così basilare che, se non fosse per interminabili piani sequenza atmosferici e sequenze riempitive (fra infertili escalation di suspense e personaggi superflui), non si andrebbe oltre il mediometraggio. L'amatorialità sta altrove, ma la noia impera.

Tra i corridoi di una villa abbandonata di Torino si prova l'ebbrezza di scoprire brividi legati soprattutto a rimandi al cinema che fu. Al netto di un plot elementare, basico, finanche scontato, Ranzani inquieta anzichenò. Non tanto per la figura che vi si aggira ma per le modalità attraverso le quali ci si sente intrappolati all'interno di un sistema tanto fiabesco quanto spaventevole. Violazioni di domicilio, colpi a effetto, sangue nelle sacche, malattie e poliziotti zelanti. Frullando questi ingredienti si addiviene a un risultato più che piacevole: il buon cinema di genere!