Big boss - Film (1975)

Se c'è il film biografico su Lucky Luciano, se sull'Olandese ne sono stati fatti due, come poteva mancare quello sul boss Lemke? Curtis lo interpreta al meglio, nella sua smania di farsi valere, di invadere il campo della droga per il quale non era autorizzato (ma lo sconfinamento era tipico dei soci del sindacato), salvo poi declinare sempre più e fare la fine che sappiamo. Sparatorie interminabili: dispiace muoiano personaggi simpatici, mentre non riesce a dispiacere per chi reagisce villanamente alle regole e mangia peggio di un maiale...

Figura non tra le più note ma tutt'altro che marginale nel gangsterismo anni '30, Louis Buchalter detto Lepke è al centro di questo film che si rivela una piacevole sorpresa. Confezionato con mestiere, può contare su sequenze d'azione ben girate, e anche le digressioni nella vita privata del protagonista non risultano né invadenti né stucchevoli. Sebbene per ragioni anagrafiche non rappresentasse forse l'interprete ideale (all'epoca aveva 50 anni, età che il vero Lepke non avrebbe mai raggiunto), Curtis offre una prova di qualità e anche il contorno se la cava. Sottovalutato.

Una biografia dell'ennesimo gangster degno compagno dei vari boss attivi nell'America degli anni '30 e '40, dall'adolescenza fino alla fine drammatica sulla sedia elettrica, a seguito di una somma di condanne accumulate. Registicamente nulla di nuovo, tra agguati, scazzottate, sparatorie a sangue freddo, con in più una vicenda sentimentale che come da copione stempera le note più crude della vicenda, che però non trova mai un giusto crescendo e un giusto ritmo, anche per l'evidente disagio di Curtis nell'impersonare un uomo crudele e senza scrupoli. Film ordinario da cima a fondo.