Notevole esordio alla regia per Kim Rossi Stuart, che presenta un film di disagi e solidarietà familiare. Il nucleo di una famiglia continuamente frammentato e poi ricomposto è il vero protagonista di un film che si avvale di un'ottima sceneggiatura e sopratutto di ottime interpretazioni di Alessandro Morace assolutamente spontaneo e mai finto, di Barbora Bobulova e dello stesso Kim Rossi Stuart. La sua rabbia nei confronti del mondo ostile percorre tutto il film.
Bella prova registica di Rossi Stuart jr., che offre un saggio di recitazione e messa in scena naturale, spontanea e credibile. Le psicologie dei bambini sono ben delineate: il fratello è introverso e ipersensibile, la sorella maggiore protettiva e simpaticamente maliziosa; c'è poi la compagna affettuosa e sentimentale e il compagno taciturno (non dice mai una parola!) e impassibile. Brava la Boboulova che all'inizio, con il viso pallido e scavato, è quasi irriconoscibile.
Rossi Stuart è, a mio parere, uno dei migliori attori italiani, capace di ruoli drammatici intensi e molto realistici. Nel suo esordio da regista sceglie una storia "comune", intesa come comune a molte famiglie, dove la mancanza o assenza di uno dei genitori ha un ruolo decisivo sulla formazione dei figli. Bravissimo nei ruoli di padre, di marito incazzato, di professionista in cerca di affermazione. Il piccolo Morace è intenso e credibile, costretto dalla vita a crescere in fretta. Grazie.
Davvero niente male questo esordio alla regia di Kim Rossi Stuart. La storia è semplice ma intensa e la regia riesce a mantenersi su buoni livelli. Ottima l'interpretazione del piccolo Alessandro Morace. Bravissimi Rossi Stuart e la Bobulova. Da vedere.
Dedicato a chi dice che in Italia non si fanno più bei film. Rossi Stuart è così vero da ricordare, con quella barba, qualcuno che in realtà si conosce o si è conosciuto, la Bobulova è brava nella parte della mamma "cui prude la f..." (come dice il marito). Ma le espressioni di tristezza, la corsa sui tetti e il ritorno a casa del piccolo protagonista Morace per me valgono l'intera pellicola. Bellissimo.
Prima regia di Kim Rossi Stuart, racconta una storia semplice, comune a molte famiglie di cui ignoriamo anche l'esistenza. Un padre fondamentalmente premuroso ma reso isterico dalla vita, costretto a fronteggiare le insidie di un mondo contemporaneo, solo con i suoi due figli. Solo Tommy, il più piccolo, "sembra" reagire alla sua vita, affascinato dal clima più "familiare" del suo coetaneo vicino di casa.
Bell'esordio di Kim Rossi Stuart alla regia con una storia semplice ma capace di emozionare. É spesso il denaro, o meglio la sua mancanza, a far inacidire le vite degli uomini: Stuart é un uomo d'oggi, precario di lavoro e di carattere, alle prese con una madre assente (una bravissima Bobulova) e con due figli da crescere bene. Per certi versi pasoliniano nella rabbia del protagonista verso un mondo che sembra respingerlo. La regia non regala guizzi particolare ma si mantiene su buoni standard e le interpretazioni sono tutte intense e convincenti.
Rarissimo verificare un esordio così sentito ed emozionante dietro la mdp, da parte peraltro di un attor giovane già affermato. Richiamandosi alla lezione classica di De Sica, Comencini, Truffaut e soprattutto Amelio, Rossi Stuart tratteggia con una verità che dona brividi la figura di un ragazzino alle soglie della vita. Di suo il figlio d'arte ci mette una blasfema irruenza, difficilmente riscontrabile nel nostro cinema (vengon a mente Pialat e Cassavetes). Film d'anima e corpo, senza pelle, in grado di nasconder tenere sfumature dietro il cuore cattivo.
MEMORABILE: Gli "scazzi" di Rossi Stuart; Il volto ed i silenzi di Alessandro Morace; Il respingente personaggio di Barbara Bobulova.
Un film che attraverso il suo realismo analizza profondamente i sentimenti dei personaggi. Commovente e ottima l'interpretazione del piccolo "Tommy", che con i suoi occhi tristi e i suoi silenzi esprime il suo disagio ma anche l'affetto per i membri della sua famiglia. Pur essendo una famiglia problematica e spezzata il bambino la ama profondamente. Penso che ogni mamma guardando questo film senta una stretta al cuore. A mio parere è impossibile non immedesimarsi nei personaggi grazie alla recitazione e alla regia impeccabili. Da vedere.
MEMORABILE: Quando Tommy dal tetto torna a casa sua e abbraccia il padre.
Mica male. Kim Rossi Stuart si cimenta in un'opera che ricorda da vicino il cinema di Nanni Moretti, pur utilizzando un linguaggio del tutto personale e straordinariamente efficace. Il giovanissimo protagonista, Alessandro Morace, si fa carico del ruolo centrale con sorprendente abilità, tratteggiando la figura assai verosimile di un ragazzino della sua età alle prese coi fallimenti dei propri genitori. La storia appassiona ed emoziona, senza indulgere in pietosi stereotipi. Ottimo.
Al suo esordio da regista Kim Rossi Stuart firma un film di cronaca familiare meraviglioso, semplicemente perfetto. Quello che rapisce letteralmente per tutta la sua durata è la sconvolgente sincerità con cui sono mostrate le dinamiche della famiglia protagonista (sono addirittura presenti delle bestemmie): non c'è una sola interpretazione o un dialogo fuori posto, gli occhi si gonfiano di lacrime in molteplici occasioni e la regia è semplice ma pulita e funzionale. Più gente dovrebbe conoscerlo, questo è un film che non va perduto.
MEMORABILE: La pacata reazione del padre alla richiesta del figlio di andare in settimana bianca; L'abbraccio tra padre e figlio.
In una famiglia con padre autoritario e madre randagia si esamina la figura del figlio più piccolo. Ottima direzione degli attori per narrare un nucleo dissestato dove si cerca di tirare avanti. Descritti senza fronzoli la pubertà e i primi moti di ribellione, oltre all'educazione dai modi diretti e urlati. Girato ad altezza dei personaggi, ricorda Truffaut per le fughe solitarie sui tetti e una vena di malinconia alla Comencini.
MEMORABILE: La canzone inventata in macchina.
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