Albergo nord - Film (1938)

Osteggiati dalle famiglie, giovani amanti, aspiranti suicidi, prendono alloggio in un alberghetto: il fallimento dei loro propositi scatenerà un intreccio di conseguenze. Per una volta la diafana (e un po' fasulla) tragicità della tormentata storia d'amore pare un appendice, con Carné e gli sceneggiatori impegnati a descrivere, con arguzia piena di brio, la bozzettistica ma sincera fauna dell'hotel du nord. Spiccano così Arletty/Jouvet, strana coppia di ciarliera prostituta e pappone in fuga dal passato, mentre il giovane (?) Blier dona il sangue e si tiene le corna.

Carné filma l'inquietudine, pittoresco. Cinema moderno al suo stadio embrionale: attraverso una cura morbosa dei dialoghi, sublima le scenografie e polarizza il suo centro di gravità sugli ambienti. La Parigi di Kertész, Bresson e Doisneau, che incontra i versi di Prévert e si fa "atmosfera" per un microcosmo umano di bistrots, banditi e fuitine. E mentre il resto del mondo dipingeva chiocce, matrone o avide bionde, in Francia si parlava alle donne del futuro, fataliste, vive e indipendenti come il loro contesto. "Realismo poetico" e senza rughe. I contemporanei ringraziano.