Le location esatte dei "Soliti ignoti"

19 Gennaio 2009

Per un film come  I Soliti ignoti, che appartiene ai maggiori successi italiani di ogni tempo, un film che lanciò Gassman come attore anche brillante, un film che tutti in Italia o quasi hanno visto, non c’è bisogno di dire che qualcuno ci aveva già lavorato, sulle location. Ancora prima che la trasmissione di La 7 (La valigia dei sogni) se ne occupasse in un bello speciale di qualche tempo fa, alcuni luoghi “di culto” erano già stati svelati. La “Valigia dei sogni” andava innanzitutto a ritrovare la via in cui sorgeva l’agenzia di pegni obiettivo del furto (si trattava forse della location più nota in assoluto, dal momento che la via, centralissima, era già stata più volte indicata come quella del film) ma anche – più interessante – a riscoprire dove fosse il terrazzo ove Dante Cruciani (Totò) dava le sue “lezioni di scasso” ai nostri eroi. Simone Annicchiarico e la sua troupe erano stati poi in via Alesia (l’incipit col furto) e infine avevano intervistato Murgia davanti all’edificio in cui si celebrò il funerale di Cosimo/Carotenuto senza tuttavia dire dove si trovassero. Per risolvere quest’ultimo enigma ma soprattutto per fare luce su molte altre location “dimenticate” dalla Valigia abbiamo chiamato Ellerre, il segugio romano cui basta talvolta solo sniffare una scena per portarti dritto all’obiettivo. A lui quindi non solo il compito di trovare le location mancanti ma anche di fotografarle, in parte di raccontarle e persino (prima volta nella storia davinottica) di comporre personalmente alcune tavole (di professione è grafico come me, quindi...). Io mi sono trovato più che altro a spalleggiarlo, incitarlo e in un unico caso a togliergli le castagne dal fuoco. Quindi non resta a noi tutti che complimentarci enormemente con un personaggio che ha in serbo altre chicche strabilianti (che scopriremo col tempo) e cominciare a leggere incontrando i primi due personaggi del film.


1. FURTO CON SCASSO (DI FINESTRINO)
(La valigia dei sogni)
Il film si apre con Cosimo (Memmo Carotenuto) e Capannelle (Pisacane) che si danno al furto d'auto. In via Alesia il primo spacca il finestrino dell'auto con un mattone mentre il secondo fa il palo. Peccato che quando la polizia arriva Capannelle non riesca ad avvertire in tempo il compagno, che finisce braccato dalla polizia. Sottolinea Ellerre: “Per quanto mi riguarda, questa era una via nota prima del servizio televisivo di Annicchiarico poiché 20 anni fa frequentavo un amico che abitava in largo Pannonia e aveva la finestra della sua stanza che si affacciava proprio su via Alesia. E' una via chiusa e di recente è stato aperto un supermercato che l'ha resa molto più frequentata di un tempo. Di conseguenza il parcheggio selvaggio delle automobili mi ha costretto a fare scatti non fedelissimi ai fotogrammi del film”.

2. CAPANNELLE IN CERCA DI MARIO
(Ellerre)
Capannelle sta cercando di rintracciare Mario (Salvatori) e si trova in uno spiazzo dove sullo sfondo spuntano casermoni tipici da periferia romana. I ragazzi a cui chiede informazioni stanno giocando a lippa (o “nizza”, come veniva chiamato a Roma), un gioco in cui il battitore deve lanciare un pezzetto di legno (la lippa, per l’appunto) più lontano possibile (qui finisce in testa a Capannelle) con un bastone. Gli avversari devono cercare di prenderlo al volo. Un tempo era molto diffuso anche in Italia (e lo ritroviamo anche in altri film come Altrimenti ci arrabbiamo, Guardie e ladri ed altri), oggi è praticamente scomparso.
I casermoni sullo sfondo sembravano un rebus irrisolvibile. Come trovarli, in un’area che poteva essere potenzialmente sterminata? Nella “Valigia dei sogni” la scena si vede, ma Annicchiarico parlava genericamente di perfieria nell’impossibilità, evidentemente, di trovarne una collocazione più precisa. Fortuna ha voluto che il solito Ellerre passeggiasse pochi giorni fa in zona Prati Fiscali individuando edifici molto simili a quelli che si vedono nel film. Convinto di poter trovare anche quelli del film si è gettato a corpo morto su streetview riuscendo anche questa volta nell’impresa: gli introvabili casermoni sono saltati fuori in via Tonale, all’incrocio con via Monte Taburno. Ci è voluto un po’ per capire esattamente quali fossero (ce ne sono molti e tutti simili), ma alla fine, considerati anche gli edifici vicini, si è riusciti a ritrovare lo spiazzo esatto in cui i ragazzini giocavano a lippa. Oggi lì ci sono un bel po’ di palazzi in più, ma lo spiazzo c’è ancora, con il capannone del mercato del Tufello in centro. Da notare che se la cinepresa di Monicelli si fosse voltata allora a inquadrare cosa c’era alle spalle di quello che ci viene mostrato, avrebbe inquadrato non campi a perdita d’occhio come si potrebbe pensare ma un altro isolato del tutto simile a quello che si vede nel film: lo spiazzo stava proprio al centro dei due.

3. LA CASA DI FERRIBOTTE 
(Saldipuma)
Questa caratteristica casa a ringhiera si vede per la prima volta la quando Mario e Capannelle vanno a parlare con Ferribotte (Murgia), poi ancora quando il solo Mario vi si recherà tentando di sedurre la bella Carmelina (Claudia Cardinale), che vive col Ferribotte. Cosa che ripeterà in più di un’occasione, peraltro, dandoci la possibilità di ritornare in quell’edificio a ringhiera che il nostro Saldipuma, tempo addietro, aveva segnalato nelle location del Davinotti. Siamo in un caseggiato che affaccia su Piazza dei Sanniti, che ha creato qualche problema di perfetta identificazione a causa della somiglianza dei cortili posti all’interno di quello che è noto come Palazzo Lamperini. Infine, grazie a pazienti ricostruzioni attraverso i fotogrammi del film, si è identificato il palazzo esatto e soprattutto il cortile, esatto. Lì, al secondo piano, affacciava la porta di Ferribotte e Carmelina.

4. PEPPE SI PRENDE LA COLPA DEL TENTATO FURTO DI COSIMO
(Ellerre)
Peppe "il Pantera" (Gassman), dopo essere finito a tappeto sul ring, va dal giudice e, in presenza anche di Cosimo, decide di assumersi la colpa del tentato furto d'auto di quest'ultimo, assieme al quale finirà dunque in carcere ("in galera, tutti e due!"). Il luogo in cui avviene la scena ha ampie vetrate che danno sulla strada e che dunque permettono l’dentificazione della location. “Per chi conosce Roma”, dice Ellerre, “è facile individuare il paesaggio che si scorge dalle vetrate presenti nella scena: si tratta inequivocabilmente di via Nazionale. Ed è facile individuare pure l'edificio in cui si svolge la scena perché quei finestroni lì sono quelli dell'ex cinema Quirinale di via Nazionale 190”.

5. GASSMAN ESCE DI PRIGIONE
(Ellerre)
Salutando il piantone, Gassman con un pacco in mano esce finalmente di prigione grazie alla condizionale. “Quando passava questa breve scena”, precisa Ellerre, “ogni volta che vedevo il film cercavo di capire, senza però la necessaria convinzione e gli opportuni mezzi, in che zona di Roma fosse girata. Solo guardando e riguardando con attenzione l'unica inquadratura a disposizione mi sono accorto che in cima alla salita si può vedere abbastanza bene la chiesa di Sant'Onofrio (che è accanto all'ospedale Bambino Gesù sul Gianicolo) e ho potuto immediatamente localizzare la stradina. Purtroppo la palazzina del film è stata abbattuta, anche se il paesaggio rimanente è immutato (verande a parte) rispetto al 1958”.

5B/C. LA CASA DI CAPANNELLE
(Giorgio Sornicola)
La casa di Capannelle, dove questi è raggiunto da Mario (Salvatori) che lo avverte dell'uscita di prigione di  Peppe il pantera, era parte di un piccolo complesso di baracche addossato alla centrale di Via Collatina a Roma. E' oggi impossibile stabilire con esattezza il metro in cui era posizionata la baracca di Capannelle, ma è invece possibile individuare con precisione il luogo esatto in cui stavano quelle baracche. I lavori dell'alta velocità hanno mutato profondamente il paesaggio, ma il valente Giorgio, che ci ha contattati via mail, è riuscito comunque ad individuare il posto ed Ellerre ha approntato le due tavole che vedete qui.

6. L'AGENZIA DI PEGNI N. 9
(La valigia dei sogni)
Una location importantissima e ormai nota da tempo. Parliamo dell'edificio in cui i "soliti ignoti" dovranno compiere il grande colpo. Una location che vedremo ovviamente inquadrata molte volte, nel corso del film, di giorno e di notte.
Si tratta di un luogo noto a tutti i romani (o quasi) poiché ci troviamo nella celebre via delle Tre Cannelle, che è subito riconoscibile non appena si nota la particolare fontanella a tre bocche (vengono chiamate "nasoni" per la loro singolare forma con cannella ricurva), diversa dalle altre di Roma che invece sono a un'unica bocca. Merito comunque alla “Valigia dei Sogni” per aver reso nota la location anche ai “non romani”. Il sopralluogo del gruppo di bonari malviventi, accompagnato dalla descrizione di Peppe, ci mostra la zona: dall’appartamento sfitto al portone dello stesso, dalla carbonaia da cui dovranno passare fino alla terrazza dalla quale li ritroviamo ad osservare la scena dall’alto. E proprio qui ci aspetta una sorpresa...

 
7. LA TERRAZZA DA CUI PEPPE E GLI ALTRI OSSERVANO LA SCENA E IL LUCERNARIO
(Ellerre) 
Eccolo qui il trucco, infatti, finora non ancora svelato e che comprende due ulteriori diverse location: da una parte la terrazza dalla quale il gruppo osserva, che poi è la stessa da cui Tiberio (Mastroianni) filmerà la scena con la sua minicinepresa, dall'altra la corte con il lucernario che dovrà essere superato per entrare nella casa a fianco di quella del Banco dei Pegni. Cominciamo col terrazzo: esso non affaccia affatto, nella realtà, su Tre Cannelle, e si trova invece a Santa Maria Maggiore, quindi parecchio distante! Lo si capisce quando si vede che il paesaggio circostante non corrisponde a Tre Cannelle e si vedono invece elementi che lasciano capire si tratti della Basilica S. Maria Maggiore: la cupoletta in primo piano, la colonnina con la madonnina in fondo.
Da lì, insomma, anche sporgendosi, l’agenzia di pegni e la relativa cassaforte proprio non si vedono... ma dov'è infine il famoso lucernario sopra il quale il gruppo dovrà salire per raggiungere la finestra? La carbonaia in via Tre Cannelle nel film porta sorprendentemente a un luogo lontano ben 8 km! Siamo infatti nel cortile interno dell'Università Cattolica del Sacro Cuore in Largo Francesco Viti, oggi importante Centro Congressi e che nel film è utilizzata anche per mostrare l'Istituto Corraboni (tavola 9). Si possono facilmente ricostruire gli spostamenti nel cortile fino ad individuare la finestra da cui entrano i nostri eroi. Una volta giunti nel cortile attraverso i locali della carbonaia, salgono su una scaletta che li porta in cima: lì, attraverso un lucernario, si ritrovano dritti dritti davanti alle finestre della casa disabitata da cui poter accedere alla stanza contigua con la "commare" (la cassaforte") al Banco dei Pegni ("c'è una parete che si sbuca con niente" dice Peppe il Pantera...).

8. TIBERIO AL MERCATO PER RUBARE LA CINEPRESA
(Ellerre)
A Tiberio spetta di fotografare attimo per attimo chi apre la cassaforte dell’agenzia di pegni in modo da poter ricostruire la combinazione. Ma per farlo, ovvio, ci vuole la macchina fotografica. Che Tiberio non ha. Dovrà andare a rubarla al mercato, dove addirittura ruberà invece una piccola cinepresa (difettata, ma questa è un’altra storia). Qual è, ci si chiede, il mercato scelto per l’operazione?
Ce lo spiega Ellerre: “Intuendo che i protagonisti fossero a Porta Portese, mi ci è voluto un po' per individuare il punto esatto in cui venne girata la scena. Oggi Il capannone che si vede nel film è puntellato e forse in via di ristrutturazione e consolidamento mentre il muro che era ben tenuto allora è oggi occultato da bancarelle permanenti fatte di lamiere, e da scritte varie (abusivissime)”.

9. L’ISTITUTO CORRABONI
(Ellerre)
Per pagare le prestazioni dello specialista Dante Cruciani (Totò) c’è bisogno di soldi e tocca a Mario procurarli. Questi torna allora a prendere il suo libretto dei risparmi all’istituto di avviamento Corraboni, un orfanotrofio ("mi servono per un cappotto", si inventa). Trovare l’istituto Corraboni era un’altra bella sfida: si intravedeva una chiesa con due campanili, dietro il cancello, ma nient’altro. A Ellerre è bastato. Ha cominciato uno studio sulle diverse alture che lasciamo a lui l’onore di spiegare: "E' stata particolarmente dura la ricerca poiché gli elementi visibili, sebbene macroscopici e ben caratteristici, non riuscivo a collocarli in nessuna zona di Roma in particolare. I due campanili gemelli visibili nel film e del tutto somiglianti a quelli di Trinità dei monti non sapevo proprio dove potessero essere. Ho anche pensato che potesse trattarsi di zona extraurbana, di ville del Tuscolo... macché, niente. Allora, come sempre faccio in queste ricerche, ho rivisto il filmato che restituisce informazioni preziose: la chiave di tutto è stata la pendenza che Mario mette in evidenza quando arriva al cancello. Tre erano le colline di Roma da esplorare e le zone verdeggianti adiacenti in cui avrebbero potuto edificare edifici simili: Gianicolo, Aventino e Monte Mario. Mi misi alla ricerca e fui premiato quando, proprio all'ultimo (mi ero quasi arreso), vidi, non lontano da Monte Mario, in Largo Francesco Viti, il vecchio edificio all'interno dell'Università Cattolica del Sacro Cuore." Siamo insomma nello edificio usato nel film per mostrare il cortile del Banco dei Pegni (tavole 7b e 7c).

10. IN TERRAZZO A LEZIONE DI SCASSO DA DANTE CRUCIANI
(La valigia dei sogni)
I “soliti ignoti” si ritrovano in cima alla terrazza di un palazzo, dove lo specialista in casseforti Dante Cruciani (Totò) spiega un po’ il funzionamento della cassaforte che ha riconosciuto dal filmino di Tiberio, con tanto di dimostrazione in diretta. Una scena storica, epocale, che mette in evidenza il risaputo talento del comico napoletano qui in partecipazione straordinaria. Siamo in un quartiere popolare di Roma, Casal Bertone, e il ritrovamento della location è totalmente da ascrivere alla “Valigia dei Sogni”, durante la quale il conduttore si è spinto fin sopra alla terrazza di un palazzo che sta nei pressi di quello originale (che oggi non esiste più, è stato abbattuto). Siamo, per l’esattezza, in Piazza Cosenz.

11. SCAZZOTTATA PER INGRAZIARSI LA SERVETTA
(La valigia dei sogni)
Per rimorchiare la “servetta” di Padova che sorveglia la casa quando le sue due zie zitelle se ne vanno a Genzano e a vedere le vigne (e che quindi ha le chiavi dell’appartamento), Peppe organizza un finto salvataggio dalle grinfie di due malintenzionati (Mario e Ferribotte) che la molestano. La scazzottata già preventivata avviene in una location nota (grazie anche alla "Valigia dei Sogni" di Annicchiarico) per via delle ben visibili mura vaticane in cima alla scalinata di via Tunisi. Dice Ellerre: “Molto è cambiato a partire dal palazzo, che è stato costruito a sinistra della scalinata fino al mutamento della palazzina antistante le scalinate, in cui è stato creato l'ingresso all'hotel Alimandi alterando l'angolo della palazzina stessa. Si nota infatti nel 1958 una finestra in più (quella in primo piano) che oggi lascia il posto a una "loggetta" di ingresso all'hotel. Infine sono da notare, all'interno delle mura, i nuovi edifici dei Musei Vaticani fatti costruire successivamente, nel 1973, da Paolo VI”.

12. GASSMAN RIRAGGIUNGE LA SERVETTA E L’ACCOMPAGNA PER UN TRATTO
(La valigia dei sogni)
Scoraggiato al primo momento dal fatto che la ragazza le dice che sta andando dal proprio ragazzo, Gassman si riprende e la riraggiunge accompagnandola per un tratto a fianco di un cantiere dove si alzano grossi palazzoni.
“Un bel trucco”, sottolinea Ellerre: “Si passa in un secondo dalla scalinata di via Tunisi ad un posto che è da tutt’altra parte! Una location facile da trovarsi, ad ogni modo, per via del paesaggio di fronte alla Batteria Nomentana visibile ogni qualvolta si prende la Tangenziale Est da via Nomentana in direzione San Giovanni. Il muretto con proporzioni ‘umane’ che si vedeva nel film è stato oggi sostituito con un muraglione alto e largo con sopra una grossa balaustra metallica che rende difficoltosa la visione del paesaggio retrostante. Le foto le ho dovute scattare salendo proprio sopra questo muraglione”.

13. AGLI AUTOSCONTRI
(Ellerre)
Pare che la corte alla servetta dia buoni frutti. Peppe riesce a portarla alle giostre, più precisamente agli autoscontri dove però viene “pizzicato” dal redivivo Cosimo (Carotenuto), uscito anche lui prima del previsto grazie a un’amnistia. Cosimo salta su un’automobilina, sperona i due e comincia a inseguire Peppe.  “Non è stata una delle location più facili da trovare”, dice Ellerre. “Per molto tempo mi ero soffermato nel cercare, invano, la scalinata, ma la scena chiave si è rivelata invece quella con i grossi bastioni che si vedono dietro Gassman che corre: sono inequivocabilmente le grosse mura che sostengono il ponte della ferrovia sopra via Gregorio VII e via Aurelia (che porta in Vaticano).”

14. AL LADRO!
(Ellerre)
Cosimo, ormai terribilmente depresso, tenta nella notte, in bici, un maldestro scippo destinato a finir male (sotto un tram). “Essendo il paesaggio di oggi molto cambiato rispetto al film”, precisa Ellerre, “non è stato facile trovare il punto esatto in cui si svolge la scena. Grazie a un'insegna luminosa in cui si legge bene ‘al Mattatoio’ e al tipo di edilizia popolare, si capisce che siamo nei pressi nel quartiere Testaccio, ma solo dopo aver osservato attentamente tutte le sequenze ho trovato il punto esatto. Ho scorto su un'altra insegna lontana, appena decifrabile, la scritta ‘da Checchino’. Si tratta del famoso ristorante storico, ai piedi del Monte Testaccio, che contribuì alla nascita della cucina popolare romana (inventò la "coda alla vaccinara" grazie al "riciclaggio" degli scarti del mattatoio antistante) e che esiste tuttora (anche se il locale è ridimensionato e non è più quello dell'inquadratura del film). Inoltre c'è tutta una zona di caseggiati che è stata abbattuta ed è sparita da decenni. Fino a poco tempo fa al suo posto c'è stato un parcheggio all'aperto oggi transennato per una ristrutturazione generale”.

15. IL FUNERALE
(Ellerre)
Il funerale di Cosimo avviene in una piazza che sembra quasi periferica, di fronte a un edificio bianco. Capannelle, Peppe, Ferribotte, Mario e Dante Cruciani son tutti lì, a dispiacersene (“Sono sempre i più meglio che se ne vanno”...)
Questa location era nota alla Valigia dei Sogni (visto che Murgia veniva intervistato lì davanti), ma nella trasmissione non si diceva affatto dove fosse! “Ho cercato”, dice Ellerre, “anche assieme al prode Zender, nei pressi del Foro Italico visti gli indizi architettonici e il promontorio retrostante che poteva essere Monte Mario. Poi mi è venuto il sospetto che fosse l'Aula bunker di Roma ed infatti era così. Siamo nella zona compresa fra le pendici di Monte Mario e il Tevere, all’ingresso sud del complesso del Foro Italico, in via R. Morra da Lavriano. Costruito nella metà degli anni 30 su progetto di Luigi Moretti, l'edificio nasce come ‘Accademia di scherma, luogo per cerimonie, ricevimenti ed esposizioni’. Col tempo cambia funzione divenendo nel 1981 ‘aula bunker’ del Ministero di Grazia e Giustizia (ospita i processi Moro, Alì Agca e quelli di importanti mafiosi) e Stazione dei carabinieri. Nel 2005, l'allora sindaco Veltroni annuncia di voler trasformare l'edificio in un Museo dello Sport per restituire al pubblico l'opera architettonica, ma non penso che tale innovazione sia stata ancora realmente attuata.”

16. I SOLITI IGNOTI SI RITROVANO IN PIAZZA A COLPO CONCLUSO
(La valigia dei sogni)
Terminato tristemente il colpo con un botto fuori programma quando già le cose erano andate sufficientemente male, il gruppo viene inquadrato quand’è in una larga piazza semideserta, dalla quale si diramano ampie vie percorse anche da tram (come quello sul quale sale Tiberio, ovvero il numero 7). “Ora è moltissimo che non passano più tram, in quella via”, precisa Ellerre, “anche se fino a qualche tempo fa si potevano ancora tovare rotaie che spuntavano dall’asfalto. Siamo in parte in una location a me molto nota (ben prima delle localizzazioni della Valigia) visto che l'ho percorsa durante tutti gli anni 80. La strada (via Britannia/Piazza Armenia) è diventata ad alta densità di traffico dal 1982, anno di costruzione del viadotto di via Cilicia sull'Appia antica (secondo ‘scempio’ di Roma, dopo la Tangenziale est, che è andato a deturpare parte del paesaggio antico di Roma) che ne ha aumentato a dismisura la funzionalità. La foto, anche se un po' spostata rispetto al film, l'ho potuta scattare (senza troppi rischi per la mia incolumità) in mezzo alla carreggiata grazie a uno spartitraffico costruito di recente.

17. CAPANNELLE E PEPPE RIMASTI SOLI PASSEGGIANO
(Ellerre)
Ferribotte aspetta il 31, Tiberio è già salito sul 7 e così Peppe e Capannelle restano soli. Capannelle chiede a Peppe cosa voglia fare, se ha intenzione di riprovarci con la servetta, ma Peppe nega e la passeggiata continua su una strada che apare semideserta. La location è stata trovata con una certa facilità perché doveva esser lì per logica, una volta individuata l’ultima location (ovvero i campi Flegrei). La strada che sbuca ai campi Flegrei infatti è proprio quella: via Valpolicella. Anche se oggi è profondamente cambiato lo sfondo (ci sono dei "mostri" che un tempo non c'erano) il resto è intatto.

18. FINALE CON FUGA DAI POLIZIOTTI 
(Zender)
Sempre Capannelle e Peppe fuggono da un paio di poliziotti allertati dalla sveglia di Capannelle che improvvisamente suona. I due si rifugiano in un... capannello di persone in coda per un lavoro (“Lavoro? Squagliamo, Capannelle!”). E’ su questa scena (e sul ritaglio di giornale immediatamente successivo) che si chiude il film. Una scena importante, che abbiamo trovato grazie soprattutto al ponte che si vede apparire in piccolo sullo sfondo. Non un ponte preciso, ma un ponte che doveva essere identificato percorrendo le adiacenze del Tevere e più probabilmente dell’Aniene. E’ così che abbiamo individuato i palazzi dei Campi Flegrei che compaiono sula sinistra della scena, i quali sono identici ad oggi e hanno dato la conferma di trovarci nel posto giusto. Lì dove Peppe finisce la sua storia c’è ancora uno spiazzo, anche se non c’è ovviamente alcuna “agenzia di collocamento”.

Si conclude così un approfondimento che dà finalmente una visione completa o quasi delle location visibili nel film di Monicelli. Per capire la mole del lavoro presentato vi basterà vedere quante erano le location note (6) rispetto a quelle aggiunte da noi (12): esattamente la metà!

Foto: Ellerre - Testi: Zender e Ellerre

ARTICOLO INSERITO DAI BENEMERITI ELLERRE E ZENDER

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commenti (11)

RISULTATI: DI 11
    Zender

    5 Marzo 2010 09:31

    Renato ebbe a dire:
    Credo che nemmeno Monicelli in persona avrebbe potuto fare un lavoro migliore del vostro... complimenti davvero, è sempre un piacere leggere (e vedere) questi approfondimenti.
    Zender

    5 Marzo 2010 09:31

    Markus ebbe a dire:
    Ottimo lavoro: le gravi dimenticanze de "la valigia dei sogni" sono state finalmente colmate! bravi

    Spero di poter fare altrettanto (prima o poi) con "La Poliziotta"...
    Zender

    5 Marzo 2010 09:32

    Don masino ebbe a dire:
    Superbo, spettacolare. Mi ripeto ma questo è veramente un lavoro straordinario, da leccarsi i baffi! Anche perchè il film è un grandissimo classico del nostro cinema che lo meritava in pieno
    Zender

    5 Marzo 2010 09:32

    Gugly ebbe a dire:
    Complimentoni!!!!!!!

    Io chiamerei Monicelli :)
    Zender

    5 Marzo 2010 09:32

    Undying ebbe a dire:
    Mi unisco al coro di complimenti, perché non deve essere stato affatto semplice ricostruire questo approfondimento, trattandosi di un film del 1958...
    Bravissimi sia Ellerre che, ovviamente, Zender...
    Zender

    5 Marzo 2010 09:32

    Legnani ebbe a dire:
    Bellissimo.
    Zender

    5 Marzo 2010 09:33

    Saldipuma ebbe a dire:
    Semplicemente stupendo.....
    Zender

    5 Marzo 2010 09:33

    Pagnimauri ebbe a dire:
    Ciao,
    cosa aggiungere ancora?...
    Non voglio nemmeno immaginare le difficoltà nel riuscire a rintracciare i luoghi esatti
    in una città profondamente cambiata dal punto
    di vista architettonico urbanistico!
    STRAORDINARIO!
    Zender

    5 Marzo 2010 09:33

    Finzi ebbe a dire:
    Veramente uno speciale coi fiocchi, ho finito solo ora di leggerlo. Complimenti vivissimi. Mi è piaciuto soprattutto immaginare il quartiere in cui si vede Capannelle che vede i bimbi giocare con i caseggiati sullo sfondo. Oggi è tutto costruito ma i palazzi caratteristici fatti a cubetto ci sono ancora!!! bellissimi!!!
    Zender

    5 Marzo 2010 09:33

    M. Shannon ebbe a dire:
    lavoro eccezionale.

    complimenti sinceri anche da parte mia.