Le donne di "Arancia meccanica"

27 Ottobre 2009

Nel più famoso film di Stanley Kubrick le donne non sono protagoniste, ma piuttosto delle vittime, vittime necessarie, anzi indispensabili, per lo svolgimento della storia, quindi in questo senso si possono considerare, loro malgrado, protagoniste. Quando non sono vittime svolgono un lavoro, e quanto più è qualificato il lavoro svolto, meno femminile è la donna che lo svolge. Queste le considerazioni più spontanee che sorgono ad una riflessione superficiale, e senza voler da ciò trarre delle conclusioni sul ruolo della donna in una ipotetica società come quella immaginata dall’autore del romanzo, Anthony Burgess, fonte di ispirazione per Kubrick.

Vero è che il protagonista assoluto del film è Alex, qui più adulto che non nel romanzo, quindi più plausibile come centro attorno al quale ruotano tutti gli altri; per questo anche i tanti coprotagonisti maschili finiscono per restare più o meno in ombra, e  lavorano inconsciamente tutti per decretare il successo del vero protagonista, come dire che il male alla fine vince sempre o, per essere un tantino più ottimisti e speranzosi, che il libero arbitrio, la libertà di scegliere, alla fine ha vinto. E qui ci sarebbe da aprire un capitolo molto vasto, per non dire infinito, su ciò che definiamo libertà di scelta, ma lo scopo di questo piccolo approfondimento è il guardare un po’ più da vicino la presenza femminile nell’osannato capolavoro di Kubrick.

Le prime figure femminili che appaiono nel film hanno la pelle completamente bianca e mostrano senza imbarazzo, divaricando le gambe e piegandosi all’indietro fino a sostenersi con le mani appoggiate sul pavimento, il pube ricoperto da una folta peluria del colore stesso dei loro capelli. Sono i tavolini del Korova Milk Bar
dove altre bianche statue in ginocchio offrono il seno per dispensare bicchieri di “latte” corretto, come sappiamo, con diversi tipi di droghe. Queste non sono donne vere ma già danno l’idea del ruolo che viene attribuito, per lo meno in questo ambiente, alla donna, che viene vista esclusivamente come dispensatrice di piacere. Non è dato sapere se parimenti esistono, in quella realtà, simili ambienti frequentati esclusivamente, o quasi, da donne, in cui i tavolini sono a sembianza maschile e mostrano il membro, magari eretto, allo stesso modo dei tavolini femminili del Korova Milk Bar. Se così fosse ci sarebbe parità di offerta per entrambi i sessi e quindi una sorta di democrazia, della quale però non si ha sentore poi, all’interno della storia.

La prima donna vera
che appare è invece una bella ragazza terrorizzata e urlante, in una originale scenografia di un teatro abbandonato; viene spogliata brutalmente, per essere poi violentata dai quattro membri della banda capeggiata da Billy Boy e rivale di Alex (a capo, pure lui, di tre drughi). Alex, in questo caso, compie l’unica buona azione di tutta la vicenda, salvando, con il suo arrivo, la ragazza in questione che ne approfitta per fuggire. Certo è che non c’era la volontà nel capo dei drughi di salvare la vittima (che lui stesso avrebbe volentieri violentato): in quel momento il suo interesse era affrontare il rivale Billy Boy e la sua banda per sfogare su di loro una violenza che è fonte di altrettanto piacere per i quattro bianco vestiti armati di bastoni, pugnali e catene.

E’ poi la volta della moglie dello scrittore, che svolgerà poi un ruolo determinante nella storia (e, di conseguenza, nella vita di Alex). Alex e i suoi tre compagni penetrano mascherati (la maschera di Alex è molto significativa) con una scusa che riesce convincente (e che poi stupidamente useranno ancora in seguito) nella villa isolata dove lo scrittore è solo con la moglie, una signora di mezza età ancora piacente, che indossa una comoda tuta arancione
Sulle note della canzone Singin’ in the Rain, cantata da Alex mentre calcia senza pietà lo scrittore tra le sconce risate dei suoi, Alex dimostra anche un macabro umorismo: taglia prima la tuta della donna in prossimità dei capezzoli (che così vengono messi a nudo), poi con destrezza l’indumento dal basso verso l’alto denudando così tutto il corpo della sventurata, obbligando nel contempo il marito ad assistere alla violenza sulla moglie. Ancora una donna vittima quindi, che, si saprà poi in seguito, perderà la vita a causa di questa orribile esperienza.

Un’altra presenza femminile, che fortunatamente non sarà maltrattata ma anzi susciterà l’ammirazione di Alex, è la cantante al Korova Milk Bar. In compagnia di amici intona l’Inno alla Gioia della nona sinfonia di Beethoven, derisa da Dim che si becca una bastonata da Alex (da qui nascoeranno poi i dissapori dei tre drughi verso il loro capo). Quando Alex ascolta il suo grande idolo Beethoven ha delle visioni demoniache di violenze, che per lui sono il massimo del piacere, ed è in una di queste visioni che appare una donna che precipita nella botola che sta sotto i piedi di chi deve essere impiccato.

I genitori di Alex, come si può immaginare, sono personaggi deboli e imbelli, vittime di tanto figlio. La madre rappresenta, penso, la bassa borghesia di quella società: veste colori sgargianti, non adatti, diremo noi, alla sua età e parrucche altrettanto stranamente colorate, lavora in fabbrica ed è la perfetta consumatrice, visto anche l’arredamento della casa e il diverso guardaroba che sfoggia. Ha tre apparizioni, nel film: la prima la vediamo svegliare il figlio reduce da una nottata brava contrappuntata da violenze, la seconda incontra Alex che torna a casa, rilasciato dalla prigione, e trova che un giovane per bene ha preso il suo posto, la terza va col marito a far visita ad Alex ingessato e sul letto di un ospedale, piangenti e chiedendo perdono, loro a lui! Anche in questa occasione la madre è vestita in modo assurdo con un impermeabile plasticoso e rosso.

Ci sono poi le due ragazze che incontrano Alex in versione “elegante” nel negozio di dischi mentre stanno assaporando due emblematici lecca-lecca e che finiscono poi nel suo letto nella famosa performance sessuale a ritmo indiavolato, con il commento musicale altrettanto indemoniato dell’overture del Guglielmo Tell di Rossini. Queste almeno sono consenzienti, ma rappresentano comunque un tipo di ragazza estremamente facile dal comportamento del tutto simile a quello maschile, e almeno qui c’è vera democrazia e libertà di scelta.

Arriva quindi l’ennesimo episodio di violenza in cui Alex, tradito dai compagni, viene arrestato. Qui la donna, una signora con già qualche annetto che si mantiene in forma facendo ginnastica tra decine di gatti, sospetta l’agguato quando la voce disperata di Alex chiede aiuto, attraverso la porta, usando la stessa formula dell’incursione precedente a 
casa dello scrittore, e fa in tempo ad avvisare la polizia; ma anche Alex è veloce e riesce a penetrare in casa e, intelligente come è, a capire con una occhiata all’ambiente le tendenze sessuali della donna: non gli par vero di avere a portata di mano l’enorme fallo bianco, opera d’arte, per cominciare un gioco tragico con la ginnasta (che sfocerà nella scena in cui viene inquadrato zoomato il grande poster della bocca dalle rosse labbra, risparmiandoci immagini sanguinolente del viso della povera donna colpito dal bianco glande).

Comincia la parte dove la violenza cambia direzione ed è Alex ora a pagare in qualche modo le sue malefatte; anche le donne, quasi tutte, cambiano ruolo e non subiranno più un certo tipo di violenze. In carcere Alex studia la Bibbia non per passione ma per ingraziarsi il prete che segue i carcerati, ed è proprio leggendo il grande libro e interpretandolo a modo suo, che ha ancora visioni di donne, ma questa volta sotto forma di due graziose ancelle a seno scoperto che gli offrono grappoli di uva mentre è spaparanzato tra morbidi cuscini. Ancora una volta la donna vista come mezzo di piacere.

Inizia quindi il Programma Ludovico accettato da Alex con l'assicurazione, dopo le due settimane di trattamento, di poter lasciare il carcere. E’ la prima volta che Alex è in stato di inferiorità di fronte ad una donna, e questo succede con la dottoressa che lo segue per la cura; ma questa figura, molto professionale, ha ben poco di femminile e veste indossando bellissime cravatte colorate. Durante le proiezioni cui è costretto ad assistere Alex (e che fanno parte, assieme ad alcune iniezioni, della famosa cura), si vede ancora una donna dai capelli rossi che viene violentata da gente dello stampo del protagonista; ma questa volta Alex non si diverte, la cura comincia ad avere effetto e tali scene provocano nausea e forti malesseri.

Ancora una figura femminile, attrice professionista, reclutata dal Ministro per lo spettacolino dimostrativo di quanto sia diventato innocuo il terribile Alex. La donna, che suscita anche l’entusiasmo del rigido capo delle guardie che aveva in custodia Alex quando questi era in carcere, vestita solo di un paio di mutandine, esibisce un seno perfetto 
che Alex vorrebbe subito palpare e per poi farci magari anche un po’ di dolce “su e giù”, come lo chiama lui; ma le mani non possono nemmeno sfiorare il seno, da quanto male si sente il poveretto. L’istinto in Alex è rimasto quindi inalterato, non è diventata una persona civile che sceglie di comportarsi bene, non può più commettere crimini solo perchè al solo pensiero prova disgusto.

Una nuova femmina, cui Alex deve in un qualche modo sottostare, è l’amica dello scrittore, che ha riconosciuto Alex e lo vuole sfruttare per far cadere il Ministro e il Governo, e che intervista il ragazzo per farsi dire tutto sugli effetti del Programma Ludovico, inducendolo poi a tentare il suicidio. Alex è in coma, completamente ingessato dopo il tentato suicidio; è sul letto nella camera dell’ospedale apparentemente solo e comincia a risvegliarsi. Dal separè vicino al letto spuntano un dottore e un’infermiera semisvestita con il seno al vento, ed è evidente come la coppia stesse passando il tempo. 
Ancora una donna che fa sesso, ma in questo caso nulla di così eccezionale, forse succede in tutti gli ospedali del mondo. Una piccola apparizione di un’ennesima dottoressa, psichiatra questa volta, che sottopone alcuni test ad Alex per confermare la sua guarigione dalla cura Ludovico, controcura fattagli mentre era in coma per rimediare alla gaffe del Ministro; test superati brillantemente: il nostro eroe è tornato quello di prima e, se non fosse stato ancora ingessato, la dottoressa avrebbe potuto correre qualche rischio. Infine una graziosa infermiera (la quale imbocca Alex, che ha le braccia ingessate) e l’apoteosi finale: ascoltando dal mega stereo regalatogli dal Ministro l’Inno alla Gioia, Alex ha una visione in cui si vede cavalcato dall’ultima splendida fanciulla del film; impegnato nell’esercizio del dolce “su e giù”, ma questa volta, però, è applaudito da tutto il mondo!

APPROFONDIMENTO INSERITO DAL BENEMERITO SAINTGIFTS

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commenti (5)

RISULTATI: DI 5
    Gugly

    28 Ottobre 2009 12:05

    Ciao :)

    olto interessante, ma mi piacerebbe una conclusione personale in merito.
    Geppo

    30 Ottobre 2009 15:04

    Grazie per questo interessante e curioso approfondimento!
    Animalo

    10 Aprile 2010 18:25

    faccio solo notare che "le due ragazze che incontrano Alex in versione
    Animalo

    10 Aprile 2010 18:27

    faccio solo notare che le due ragazze che incontrano Alex nel libro sono bambine e vengono violentate con poca partecipazione
    Saintgifts

    18 Giugno 2010 00:01

    Scusate tutti, ma solo ora leggo i commenti e ringrazio per l'interessamento. Una conclusione personale in merito non c'è, anche se, più o meno nascosta, nell'approfondimento stesso, c'è una qualche riflessione in proposito. E' vero anche che le due ragazze che Alex incontra e che si porta a letto, nel romanzo di Burgess sono due bambine, ma anche Alex è molto più giovane, e comunque il riferimento è l'opera di Kubrick, che naturalmente, come spesso avviene, si discosta, per esigenze cinematografiche, dall'opera letteraria da cui è stato tratta.