Quatermass and the pit - Miniserie TV (1958)

Il terzo capitolo delle avventure di Quatermass è forse il meno noto ma il più ambizioso. Coinvolge le origini dell'uomo avvicinandosi a teorie che negli anni successivi troveranno terreno fertile negli scritti di tanti autori legati alla cosiddetta "fantarcheologia". Nigel Kneale, che scrisse per la BBC sei puntate da mezz'ora ciascuna come aveva già fatto per i due Quatermass precedenti, inventa una storia articolata e ricca di colpi di scena che parte dal ritrovamento, nel sottosuolo d'uno scavo londinese (il "pit" del titolo originale), di alcuni teschi risalenti al paleolitico e di uno strano oggetto metallico, subito identificato come una bomba inesplosa sganciata dai nazisti durante la Seconda...Leggi tutto Guerra Mondiale. Il professor Quatermass (André Morell), nel frattempo deluso dagli sviluppi militari imposti al suo progetto missilistico con base sulla Luna, incontra il paleontologo che si occupa degli scavi (Cec Linder) e con lui si dedica anima e corpo al tentativo di capire cosa sia quello che a loro non pare affatto un ordigno bellico e in che modo sia legato ai resti umani di cinque milioni di anni fa ritrovati anche al suo interno. Cosa avvenne davvero a Hobbs Lane nella preistoria? E perché nei dintorni tutti parlano di manifestazioni demoniache che si scoprono verificarsi ciclicamente in quel luogo fin dal medioevo? Quatermass, il paleontologo e, in contrasto con loro, un colonnello che continua a suggerire testardamente l'ipotesi della bomba (Anthony Bushell), non riescono a trovare una soluzione che spieghi cosa sia accaduto. Anzi, le risposte esistono, ma fantascientifiche al punto di coinvolgere addirittura la comparsa della nostra specie sulla Terra. Tanto più che all'interno della "bomba", sigillati da una parete che si apre non si sa bene come e d'improvviso, vengono ritrovati anche strani artropodi simili a locuste, forse i piloti di quella che a tutti gli effetti sembra essere in definitiva un'astronave marziana. Il caso monta, se ne interessa naturalmente anche la stampa il cui rappresentante più inserito, nonché amico di Quatermass, è un reporter di nome Fullalove (Brian Worth), subito osteggiato dal colonnello. Ogni puntata della serie ha un suo titolo legato a un preciso momento della vicenda e scorrendoli si può capire quanto fantasmi, demoni e misteriosi accadimenti siano legati alla componente fantascientifica della sceneggiatura attraverso un intreccio davvero stupefacente per inventiva, degno coronamento di una trilogia a suo modo rivoluzionaria, per la televisione. Pur utilizzando effetti speciali limitatissimi, spostandosi tra quattro stanze e gli scavi, Kneale ha saputo immaginare un universo ricco e affascinante, che prevede persino una macchina in grado di visualizzare su schermo il pensiero. André Morell è un Quatermass eccellente, credibile quanto il resto del cast (si veda quanto realistici appaiano i momenti di possessione di chi troppo si è avvicinato all'astronave nei momenti sbagliati); il risultato è quindi una miniserie altamente godibile, penalizzata solo da un'ultima puntata eccessivamente caotica e strascicata, di fatto priva dell'effetto speciale più grandioso che era invece il momento più alto della sceneggiatura (pubblicata al tempo in Italia da Urania), fortunatamente recuperato nel film della Hammer di quasi un decennio successivo (L'ASTRONAVE DEGLI ESSERI PERDUTI, costretto però a condensare in meno di un'ora e mezza una storia che merita invece tutte le oltre tre ore complessive previste qui). Regia di servizio, make up modesto ma ben coperto dal bianco e nero, personaggi ben delineati... E' chiaro comunque che l'efficacia di questo QUATERMASS AND THE PIT è merito quasi esclusivo della sceneggiatura (non a caso il nome di Kneale è il primo a comparire nei titoli di testa).

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