Venezia 66: Takashi Shimizu presenta pochi sconvolgenti minuti del suo primo film in 3D. Delirio tra il pubblico. Venezia 67: Takashi Shimizu presenta -finalmente- il film fatto e finito. L'imbarazzo più totale. A parte le due/tre belle cose già viste, il film si rivela un pastrocchio di una noia mostruosa con una trama talmente esile che anche a trarne un corto si farebbe fatica. Un film piatto, monodimensionale, scialbo, davvero pessimo.
Solito "imbarazzante" horror asiatico che genera noia a profusione, a causa della
continua ripetizione degli eventi, e che sconfina spesso nel melodrammatico e ben peggio, nel patetico. Il solito disonestissimo ed inverosimile colpo di scena finale
dà poi il colpo di grazia ad una pellicola, a mio avviso, impresentabile. Gli unici
brividi vengono nel pensare che, essendo inutilmente e ruffianamente in 3d, l'incauto
spettatore debba pagare addirittura dieci euro per vedere una "ciofeca" simile. Siete
avvisati.
Una casa degli orrori è teatro degli eventi: quattro fanciulli s'introducono di nascosto e accade una tragedia. Anni dopo Yuki, il fantasma di una bambina seguito da un pupazzo coniglio, si ripresenta alla porta di una superstite. Il J-horror non ha più nulla da dire. Sembra di seguire una delle ultime opere di Fulci (Il fantasma di Sodoma) con l'aggravante di un buon budget. Gli effetti digitali sono bene evidenti, i colpi di scena inefficaci e il passaggio continuo avanti/indietro nel tempo è reso ancora più malamente dalle improbabili interazioni o sovrapposizioni. Noiosamente quantistico.
MEMORABILE: Il solito fantasma dai lunghi capelli corvini fuoriesce dal pupazzo: scena esilarante più che paurosa...
Mentre si aggirano per i meandri dei loro sensi di colpa senza trovare uscita, i quattro ragazzi continuano a chiedersi: "Ma dove siamo finiti?". Gli spettatori, che scrutano alla fine del film senza speranza, anche. Quando le sequenze cominciano a ripetersi in un loop metafisico, la santa pazienza potrebbe non essere abbastanza. Shimizu, per promuoverlo alla mostra del cinema di Venezia, si era travestito da coniglio: forse sperava di non essere riconosciuto. La sequenza ottica per cui è diventato famoso è realizzata in digitale: capirai lo sforzo... Pessimo, dilettantesco, irritante.
Sconclusionato all'inverosimile, fitto di sciocchezze in sceneggiatura, ripetitivo e, alla fin fine, incomprensibile. I difetti dell'horror giapponese sono compendiati tutti, al loro massimo, in questo film: una autoparodia involontaria. La trama (il fantasmino vendicativo) non esiste, gli attori vagano alla rinfusa (che il labirinto sia mentale o fisico poco importa) e ben presto di Yuki, Modoki e degli altri irritanti attori ci si disinteressa beatamente.
Takashi Shimizu HA DIRETTO ANCHE...
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DiscussioneBrainiac • 16/09/10 20:51 Call center Davinotti - 1464 interventi
Supercruel ebbe a dire:
Venezia 66: Takashi Shimizu presenta pochi sconvolgenti minuti del suo primo film in 3D. Delirio tra il pubblico. Venezia 67: Takashi Shimizu presenta -finalmente- il film fatto e finito. L'imbarazzo più totale. Un film piatto, monodimensionale, scialbo, davvero pessimo.
Un vero peccato, c'ero anch'io a Venezia 66 e una resa del 3d comparabile a quei quattro minuti, fino ad oggi, non l'ho ancora vista, gli oggetti sembravano uscire-letteralmente-dallo schermo :(
Già, fu davvero strepitoso, il 3D più bello che abbia mai visto. Cose letteralmente davanti al viso con una resa magnifica. Purtroppo quelle due/tre cose sono le uniche belle che rimangono nel film, davvero noioso e vuoto. Il plot è davvero troppo misero per reggere un lungometraggio. Purtroppo ormai credo di aver capito che non reggo la "poetica" di Shimizu, tant'è che trovo pure Ju-On una roba quasi insopportabile. A parzialissima discolpa preciso che la proiezione non è avvenuta in Sala Grande, cosa che di certo ha influenzato in negativo la resa del 3D. Infatti anche un corto cinese d'animazione proiettato prima di The shock labyrinth 3D aveva una resa molto approssimativa. Ad ogni modo a fine proiezione grandissima delusione, soprattutto perchè in fila per vedere il film c'era un sacco di gente gasata dall'anno primo.
E poi, in ultimo, una piccola curiosità. Quando Shimizu è salito sul palco per presentare il film, ha detto: "forse rimarrete delusi". Secondo me aveva già annusato che il clamore generato dal 3D favoloso dell'anno prima in fondo riguardava solo due/tre passaggi di un film che, in realtà, punta tutto sull'atmosfera e pochissimo sulla resa spettacolare.
DiscussioneBrainiac • 16/09/10 21:18 Call center Davinotti - 1464 interventi
Supercruel ebbe a dire: Già, fu davvero strepitoso, il 3D più bello che abbia mai visto.
Verissimo c'era un coniglio che ti si parava davanti e non mi vergogno di amettere di aver allungato le mani per abbrancarlo, eheh.
Brainiac ebbe a dire: Supercruel ebbe a dire: Già, fu davvero strepitoso, il 3D più bello che abbia mai visto.
Verissimo c'era un coniglio che ti si parava davanti e non mi vergogno di amettere di aver allungato le mani per abbrancarlo, eheh.
Credo che l'abbiamo fatto tutti! Era troppo bello. Ecco, la stessa scena, non in Sala grande, non è stata la stessa cosa, pur se bella. Il problema è che fa schifo il film!