Buiomega71 • 25/04/20 11:01
Consigliere - 27247 interventiUn poliziotto che fa il turno di notte, viene avvisato dalla centrale che una certa Sandra ha chiamato il 911 e si trova in estremo pericolo, chiusa nell'appartamento di un inquietante condominio.
L'agente Connor (così si chiama il poliziotto) interviene prontamente, ma quello che scoprirà all'interno dell'edificio andrà oltre l'immaginabile...
L'universo è ancora quello di
Hotel inferno (le voci attraverso i dispositivi, la misteriosa e oscura azienda dell'occulto Lumen, le riprese in soggettiva, la dimensione videoludica dello sparatutto), ma questa volta la Necrostorm guarda più decisamente a
REC, facendone una specie di criptoremake personale.
Tutto girato tra gli angusti spazi di un tenebroso appartamento, budget risicatissimo, script scritto su una scatola di cerini e una durata miserissima che arriva a malapena a un'ora e tre minuti.
Tutto già visto e rivisto (i soliti jumpscare, i terribili effetti in CG delle presenze e delle esplosioni, i soliti posseduti infetti, gli anfratti più oscuri illuminati solo dalla luce della torcia, le attese snervanti, la monotonia della situazione ), eppure
Suite 313 non vuole essere altro che un semplice horroretto da intrattenimento, senza particolari ambizioni o guizzi, fa il suo sporco lavoro promettendo quello che mantiene.
Prima di tutto Pederis (si nota comunque il cambio di regia rispetto alle opere di De Santi, dove Pederis ha uno stile più classico e "anonimo" al contrario di quello forsennato e trucido del patron della Necrostorm, forse meno visionario e febbrile) sfrutta bene gli spettrali spazi claustrofobici dell'appartamento, donando un'atmosera marcissima, malsana e apocalittica, muovendosi tra stanze da bagno ridotte a mattatoi, cucine dove le pentole sul fornello sono ricolme di sangue e i frigoriferi contengono carne cruda-di dubbia provenienza-avvolta in sacchi di plastica, camere da letto, tetri corridoi, squallidi, lugubri scantinati dove si annida il male, bisbigli non meglio identificati e disturbanti litanie.
E tra perlustrazioni, contatti via radio, porte sprangate, blasfeme effigie di Gesù Cristo, sangue demoniaco/curativo,apparizioni sparizioni, stanzette degli "esperimenti" che contengono macabri corpi oscenamente mutati e l'agente Connor (che non si vede mai in faccia come "l'eroe" di
Hotel inferno) che indirizza parolacce alla povera Sandra (di cui si sente solo la voce guida) cominciano a sbucare creature ben poco rassicurati: un poliziotto zombi abbrustolito (il precedente collega che rispose alla chiamata) duro a morire, una suora posseduta disarticolata e il "padrone di casa" , barkeriana figura sanguinaria con maschera, coltellaccio e torso nudo (il pancione flaccido ne aumenta il senso di orripilante grottesco), che daranno al povero agente Connor non poco filo da torcere.
Il filmetto è tutto quì, un'appartementino squallido, una struttura che sembra il condominio di
Sentinel versione 2.0, soggettive delle stanze, un'andirivieni dai locali (bagno, cucina, camera da letto) e le demoniache creatura che zompano fuori stile i livelli dei videogame.
Chiusa finale in puro stile
Rec, telefonata ma simpatica, e che riesce a mattere qualche brivido ben assestato, anche per l'abile uso del minaccioso e buio scantinato.
Curioso, poi, come il livello di gore e splatter sia nettamente sotto la media della piccola casa di produzione indipendente, vero e proprio marchio di fabbrica del De Santi touch (altro elemento in cui si differenzia nello stile di regia di Pederis)
Le terribili fucilate che devastano i volti, un braccio scarnificato dalle schegge di una bomba rudimentale, una testa mozzata nel water, una mano ridotta ad un colabrodo e un paio di splatterose coltellate sono gli unici concedimenti al gore che Pederis fa (sempre gustosi gli SFX dell'ottimo David Borg Lopez), preferendo concentrarsi sulla tensione, sugli anfratti tenebrosi, sull'angoscia e sull'atmosfera marcescente che emana l'intero palazzo.
Filmettino veloce, pseudoREC divertente e senza tanti fronzoli, derivativo come giusto che sia, girato con due soldi ma con professionalità da un regista "oscuro" che sarebbe bene segnarsi sul taccuino.
Geniale, comunque, la figura inquietante di Sandra (soprattutto la sua voce)
Una delle cose più interessanti targate Necrostorm.
Buiomega71