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Tarabas ebbe a dire: In attesa di meditare un commento, posto qui l'intervista rilasciata da Scorsese a Civiltà Cattolica, il periodico dei Gesuiti italiani.
Daniela • 27/01/17 00:47 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Capannelle, stai bonino, non lo senti che sta meditando intensamente?
PS: Tarabas: folgorazione sulla via di Damasco, crisi mistica, perdita della parola da shock, digestione difficile causa pietanza indigesta o che altro? Finita la meditazione, facci conoscere il tuo pensiero, così ci tieni tutti sulle spine... ;o)
Devo dire che anch'io l'ho visto la settimana scorsa e ancora non riesco a scriverne in maniera compiuta... è un film di un'intensità rara, ne sono uscito scosso, anche impaurito. Credo lo si possa recepire su diversi livelli (storico, teologico, morale, filosofico) in base alla disponibilità dello spettatore, livelli sui quali abbiamo inevitabilmente maturato idee e pregiudizi culturali, opinioni fondate anche su fatti ben precisi; ma credo che in fondo Scorsese offra al pubblico l'occasione di riflettere su un principio umano che va aldilà di un credo istituito, che trascende il particolarismo culturale. Comunque un film importante, difficile, scomodo per cattolici e non.
Il protagonista non mi è sembrato all'altezza di reggere tutto il film.
Il punto di vista giapponese rimane ignoto, sono ritratti come massacratori sadici. Il personaggio dell'interprete, che avrebbe potuto costituire la "voce" di quel mondo, rimane per lo più silente.
I giapponesi sono dei massacratori come lo è stata la Santa inquisizione spagnola, non c'è molto da andare per il sottile ... è chiaro che qui l'ottica è partigiana, ma credo che a Scorsese interessi la storia dell'individuo, il suo percorso spirituale all'interno di un gioco di forze in cui il Giappone rappresenta l'intolleranza, un esercizio del potere che ha perso di vista il valore del singolo, appunto. Il sadismo è più nella prospettiva di chi guarda che nel senso di ciò che viene compiuto.
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