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Impossibile menzionare la miriade di bloopers (anche se sarebbe più corretto parlare di "totale menefreghismo post-produttivo) che infestano da cima a fondo questa accozzaglia di scenette amatoriali modello "Ridolini anni '10" ma occorre assolutamente citare, a titolo esemplare, il momento in cui il ciak dell'anonimo battitore attraversa parte della schermata.
Certo è esilarante e a tratti non ci si può davvero credere sia stato girato, ma per larghe tratte mi ha dato un effetto simile al Mondo Topless di Meyer: un modo di fare e pensare cinema libero da ogni costrizione (e, in questo caso, da ogni schema e da ogni vergogna) che non tornerà più e a cui oggi, complice anche una soundtrack di livello davvero buono, si guarda con una punta di malinconia.
Mco
Bubobubo, Herrkinski
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