Buiomega71 • 19/01/19 09:45
Consigliere - 27366 interventi FALSI D'AUTORE-Perduti e ritrovati
Cinema minimalista quello di Sayles regista (a differenza del Sayles sceneggiatore alla corte di Roger Corman e di piccoli classici dell'horror), che con un occhio guarda a certo cinema europeo e con l'altro a John Cassavetes
Un cinema quasi "teatrale", intimista che punta su ottimi dialoghi e sulla quotidianità, con un realismo di fondo quasi palpabile.
La vita monotona di Lianna, moglie di un professore di cinema, con due bambini, cambia quando incontra Ruth, la sua insegnante di psicologia. Tra le due è amore ma soprattutto passione a prima vista. Lianna molla marito e figli e vive il suo amore omosessuale sfidando convenzioni e perbenismi, ma la dura realtà non si farà presto attendere...
Sayles lavora di fino, delicatamente mostra Lianna e Ruth fare all'amore (con dei soavi bisbigli femminili in sottofondo, che accompagnano i loro abbracci) , scava in profondità nella psiche dei suoi personaggi, ritrae una personalità femminile molto forte, ma al contempo insicura sull'amore che Ruth (figura sfuggente e complessa, e anche un pò "stronza") prova per lei.
Sayles (che dirige, scrive, produce, monta e si ritaglia il ruolo del macho Jerry, che in una sequenza da antologia viene "freddato" da Lianna quando ci prova spudoratamente) delizia con momenti intensissimi (a ballare nel locale per sole donne, la statuaria Cindy che abborda Lianna e se la porta a letto), a volte dolorosi (quando Lianna confessa al marito la sua relazione extraconiugale omosessuale), spezzando con attimi umoristici (Lianna trova , sotto il divano, le riviste pornografiche del figlio adolescente e esclama "
Mio figlio ha fatto un orgia!") e mette in luce la sua cinefilia pre-tarantiniana (
Bastogne di Wellmann in tv, i figli che si chiamano Spencer-come Spencer Tracy- e Theda-come Theda Bara-
I magnifici 7 nello spazio proiettato al cinema-uno dei tanti Corman movie scritti da Sayles-i discorsi sul montaggio e su Schwarzenegger, e che nei film muti non esisteva l'assistente operatore)
Opera che è un inno alla libertà sessuale individuale, un calcio in faccia alle convenzioni e ai finti perbenismi (non solo il locale per lesbiche, ma il toccante racconto del coach della squadra di baseball sul suo migliore giocatore-non solo gay ma anche di colore-ne è un esempio illuminante) che leva via maschere borghesucce cattoconformiste e stolti paraocchi tradizionalisti.
Girato in 16mm, impreziosito da un cast attoriale impeccabile, il cinema di un regista indissolubilmente indie slegato completamente ai meccanismi hollywoodiani, partorisce una delle più belle e toccanti storie d'amore lesbo, che non scade mai nella morbosità o nella volgarità.
Lianna che va a vivere da sola in un appartamentino di un'anonimo condominio, Lianna, che una volta presa coscienza del suo essere lesbica, osserva, sorridendo, tutte le tipologie di donna che incontra per la strada, Lianna che nel giardinetto di una casa vede il marito darsi da fare con un'altra, Lianna che si crogiola nella sua solitudine, Lianna che cerca di tenere a se la restia Ruth (ancora innamorata della sua precedente compagna), Lianna che, in quel freddo giorno nel parco altmaniano , centellina la sua sofferta confessione all'amica del cuore, che si dissolve in amarezza e vera commozione.
Assolutamente straordinario il racconto che Lianna fa a Ruth di un episodio della sua adolescenza, in un campo estivo alla
Venerdì 13 (o perchè no, anche alla
Piranha, guarda caso una degli script più fulminanti targati Sayles) quando si innamorò perdutamente della sua istruttrice, spiandola con un'amichetta a fare l'amore con un bagnino, mimando poi la scena, nel bungalow, con l'amica. E dopo il racconto, scoppia la passione tra lei e Ruth.
Cinema vero e sincero quello di Sayles, che sa regalare acute emozioni in una storia di semplice e viva quotidianità, di mogli, amiche, figli, madri, mariti, amanti e sorelle di un'altro pianeta.
Buiomega71