Buiomega71 • 29/08/12 10:35
Consigliere - 26011 interventi L'ESTATE FRANCESE IN NERO
Sicuramente seminale (quasi tutto il thriller moderno viene da qui, compreso il particolare dello scarico della vasca da bagno che inghiotte con gorgoglii l'acqua, e quindi anche il celebrato
Psyco le deve molto, anzi moltissimo), che ha fatto certamente scuola a maestri e artigiani dello "psycho thriller" e del giallo.
Visto oggi mantiene intatto il cinismo e la ben poca umanità di cui Clouzot era maestro.
Personaggi infidi, avari, menefreghisti, egoisti, cinici e molto poco simpatici.
Nessuno si salva dalle severe maglie clouzoniane, tutti-chi piu chi meno-hanno un lato oscuro o una malignità ben radicata.
Vaghi sentori di lesbismo tra la Signoret e la Clouzot (curioso come nel film sia sofferente di cuore, e nella realtà morirà proprio di infarto), un sorprendente ludibrio feticistico del regista (la Clouzot che cerca le sue scarpine in camera da letto, dopo una notte con il carognoso marito; la Signoret che se le sfila e dice "
Mi piace avere i piedi comodi"; ancora la Clouzot in ciabattine) e un atmosfera umida, acquosa con vasche da bagno che si riempiono e piscine che si svuotano.
Purtroppo il film, dopo la metà, diventa noiosetto e tedioso, con dialoghi non sempre interessanti e un ispettore di polizia in pensione francamente inutile.
Da antologia l'assassinio del marito della Clouzot nella vasca da bagno, con l'inquilino del piano di sopra che smadonna perchè non riesce a sentire alla radio "
Lascia o raddoppia", colpa i continui gorgheggi dell'acqua aperta e i rumori della vasca :"
Ma quelle due fanno il bagno a mezzanotte?".
Così come e terrifica l'espressione sul volto del cadavere.
Tra vasche da bagno tombali e piscine ricolme di acque putride, Clouzot (con l'espressionistica fotografia di Armand Thirard) regala sprazzi di cinema gotico, con la bellissima sequenza di Vera Clouzot che si aggira impaurita nel corridoio immerso nel buio, con la luce che filtra dalle pareti e dalle porte, e un finale ancor oggi agghiacciante e terrificante che nemmeno nel miglior Bava.
Personalmente penso che Clouzot sia invecchiato meglio di Hitchcock, grazie a un cinismo e un realismo che balza subito all'occhio, con un senso di disagio e sporcizia che lambisce la pellicola come una leggera coltre di nebbia.
Il collegio (ma sembra più un riformatorio), lo splendido b/n, la glacialità della Signoret, la fragilità psichica della Clouzot, la tirannia maschilistica e riplovevole di Meurisse (la scena in cui costringe la Clouzot a mangiare del pesce, manco fresco per giunta, e davvero fastidiosa), l'invidia e le malelingue, colpiscono e lasciano il segno.
Sinceramente ci ho trovato più Aldrich (penso ai suoi "geriatric thriller") che non Hitchcock, anche se la scena della vasca potrebbe benissimo rivaleggiare con la doccia di
Psyco.
Langhiano, denso e cupo, ma purtroppo non sempre riesce a tenere alta la tensione per tutta la sua durata, ma concordo assolutamente sulla sua aurea di cult movie seminale.
Pinhead80, Fedeerra
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