Buiomega71 • 23/03/24 10:15
Consigliere - 25934 interventi Finalmente un film di genere scandinavo che punta alle viscere e al body horror ottantiano, senza inutili orpelli pseudo autoriali (
The innocents) e intellettualoidi (
Thelma) e che omaggia (con la deliziosa animatronica pupazzesca) certi prodotti targati Empire (il mostricciattolo uccelliforme che esce dall'uovo).
Sorta di fiaba nerissima (la ragazzina che trova l'uovo magico nel bosco, la madre terribile virago in odor di strega delle favole, lo specchio delle "mie brame" su "chi è la più bella del reame") che si mescola alle
covate cronenberghiane, alle
metà oscure e ad un finale "mutaforme" che rimanda di riflessi
zulawskiani.
Bizzarro e inquietante (la perfezione nel paese più felice del mondo, la Finlandia), una genitrice che nasconde le sue fobie in una parvenza da
Fabbrica delle mogli, un'ultracorpo che incanala la rabbia e la frustrazione, esplodendo in atti vendicativi e sanguinosi, gli interni quasi suspiriosi della villa, un incipit simil bunueliano di un corvo che entra in casa e distrugge mezzo salotto, dando il via ad una parabola orrorifica della disgregazione familiare (come lo era il topolino nel grottesco pamphlet di
Ozon) quasi bunueliana e a una discesa infernale del tema del doppio (o, appunto, ultracorpo) tra fine dell'innocenza, crescita, ribellione e dissesto mentale in un horror/fantasy tutto al femminile (il tossico e soffocante rapporto madre/figlia, dove gli uomini sono solo figurine sullo sfondo-come l'inutilità del padre amorfo e l'insopportabile fratellino-).
Non esente da momenti di lancinante crudeltà (l'agonia del corvo, tra il fogliame, col collo spezzato , Reetta aggredita sulla strada, di sera, poi sul letto di un ospedale, massacrata e amputata di una mano), da inusuali slanci di torbida tenerezza (l'abbraccio della ragazzina/mostro che consola la disperazione di Tinja, Tinja che si prende cura della creatura appena uscita dall'uovo, togliendole dalla zampetta una scheggia di vetro o facendole il bagnetto), fino al disgusto che diventa nutrimento (la creatura è ghiotta del vomito di Tinja, che ne trangugia a scodellate come in una scena disturbante di
Audition).
La deriva nella follia di Tinja non ha la svolta sperata (almeno per quanto riguarda l'intuizione errata del sottoscritto, ma che rivelarla sarebbe spoiler dannato), ma il contesto di perfezione stride con il surreale andazzo che prende il film, tra uova che si schiudono, bambine mostruose e particolarmente aggressive al sentor di
Jenifer, a sostanze viscose, zampe artigliate e ad una chiusa ultracorposa che riunisce la famiglia (disfunzionale) perfetta.
La sua regista ha certo talento visivo e narrativo, fatto di slanci gore, liquami corporei e animatronic che è una gioia per gli occhi, nonchè un'idilliaco (alla parvenza) centro residenziale scandinavo che sembra la copia di Stepford.
Forse un pò incompiuto in certi passaggi, ma pervaso da una non indifferente visceralità femminea.
Daniela
Herrkinski, Hackett, Erfonsing., Buiomega71
Magerehein, Schramm
Lupus73, Kinodrop, Frakax
Leandrino