Discussioni su ...E ora parliamo di Kevin - Film (2011)

DISCUSSIONE GENERALE

  • B. Legnani • 25/06/18 23:48
    Pianificazione e progetti - 14947 interventi
    Poppo ebbe a dire:
    E' un capolavoro. Come tutti i film che disturbano vengono stroncati da chi del disturbo non vuole essere toccato.

    Quindi i film che disturbano non possono essere giudicati in modo negativo?
    Ultima modifica: 25/06/18 23:50 da B. Legnani
  • Poppo • 26/06/18 00:47
    Galoppino - 465 interventi
    Ovviamente la questione è più complessa.

    Però noto una costante critica negativa nei riguardi di film che mettono in scena il disturbo relazionale famigliare. Nel nostro caso si noti anche la "censura" del titolo rispetto all'originale...

    Va da sé che il cosiddetto filone horror disturbante faccia invece uso di scene da macelleria per indurre fastidio nello spettatore.

    Sono generi diversi. Ma ci sono punti di contatto.

    Questo film possiede tratti da film horror, ossia trasmette inquietudine e ansia. E lo fa in maneira elegantissima, appunto senza mostrare nulla di banalmente disturbante. La bambina con la benda sull'occhio trasmette pura angoscia... E questa, a mio parere, è arte sopraffina...
    Ultima modifica: 26/06/18 00:48 da Poppo
  • B. Legnani • 26/06/18 08:40
    Pianificazione e progetti - 14947 interventi
    Poppo ebbe a dire:
    Ovviamente la questione è più complessa.

    Però noto una costante critica negativa nei riguardi di film che mettono in scena il disturbo relazionale famigliare. Nel nostro caso si noti anche la "censura" del titolo rispetto all'originale...

    Va da sé che il cosiddetto filone horror disturbante faccia invece uso di scene da macelleria per indurre fastidio nello spettatore.

    Sono generi diversi. Ma ci sono punti di contatto.

    Questo film possiede tratti da film horror, ossia trasmette inquietudine e ansia. E lo fa in maneira elegantissima, appunto senza mostrare nulla di banalmente disturbante. La bambina con la benda sull'occhio trasmette pura angoscia... E questa, a mio parere, è arte sopraffina...



    Ora mi è più chiaro.
    Grazie.
  • Poppo • 26/06/18 12:06
    Galoppino - 465 interventi
    Pigro ebbe a dire:


    Sono d'accordo, ma il problema è che tutto è calato dal nulla, arbitrario. La madre è una stressata dall'inizio alla fine senza alcuna variazione, il bambino è diabolico dal primo vagito senza alcuna ragione. Non è un film sullo stress da maternità, ma un film su una donna stressata "a prescindere", che si ritrova un figlio che fin da neonato (!) la odia profondamente. Per questo cade ogni discorso psicologico: non c'è psicologia qui dentro. Sembra semmai una di quelle favole in cui i personaggi agiscono senza alcuna motivazione e fanno cose esagerate che appartengono a una fantasia stereotipata piuttosto che alla realtà.




    Provo a spiegarmi meglio ancora, commentando il commento di Pigro.

    Abbiamo una vicenda che narra di una madre e un figlio, di una madre appunto "stressata" e di un figlio. Che il figlio sia "diabolico" è una proiezione fantastica arbitraria dello spettatore che non vuole accettare l'idea che una madre stressata, incapace di far fronte alla maternità, riduca il figlio in quello stato.

    Il titolo originale richiama l'attenzione dello spettatore sul caso critico psicologico: "dobbiamo parlare di" è imperativo e non consolante come la traduzione arbitraria "... e ora parliamo di"

    [C'è un film che narra una storia simile ma all'opposto, ossia una madre amorevole e attenta che cresce un figlio al massimo delle sue possibilità terrene: Io Sono Con Te]

    In sostanza questo è un film tutto incentrato sul disagio psicologico di una famiglia, di un padre idiota che non si rende conto di quel che accade e di una madre che purtroppo odia il figlio per come l'ha ridotto.

    Ma è anche un film sulla espiazione della colpa.

    Tecnicamente è peraltro girato in maniera superba, direi.
    Ultima modifica: 26/06/18 12:14 da Poppo
  • Capannelle • 26/06/18 15:20
    Scrivano - 3487 interventi
    Sì i pareri sono discordanti, anche in rete non tutti accettano la deriva che prende, però da lì ad affibbiargli un voto ultrabasso ce ne passa.

    Madri stressate dal primo giorno e lasciate sole a gestire il "mostriciattolo" non è che siano rare. C'è tutta una cortina fumogena sociale (parenti, regali, sacramenti) che tende a ovattare il problema ma alla lunga il conto si presenta, non dico sotto forma di stragi ma in altre vesti.

    Concordo con Poppo che col titolo non abbiano fatto un buon servizio: "dobbiamo" rendeva meglio l'idea, "..e ora parliamo di Kevin" mi fa pensare al maestro che riceve i genitori. Non credo sia censura ma solo miopia.

    PS vado a monopallinare un inedito ah ah.
    Ultima modifica: 26/06/18 15:40 da Capannelle
  • Daniela • 26/06/18 15:56
    Gran Burattinaio - 5930 interventi
    Per quanto riguarda il titolo, anche io non penso sia stata censura, ma piuttosto comune sciatteria, come spesso avviene quando si tratta di appiopparne uno alla versione italiana. Invece di limitarsi alla traduzione più corretta possibile, che mi sembrerebbe la scelta più saggia e rispettosa, si oscilla fra l'inventato di sana piana a scopi di specchietto commerciale e la riproposizione del titolo originale (al 99& anglosassone), anche quanto di non immediata comprensione per chi non mastica bene la lingua (un esempio: "I don't feel at home in this world anymore"), oppure, peggio ancora, si mette un titolo fintamente originale in inglese, ma diverso da quello vero, che è pure in un altra lingua (altro esempio: "Our day will come" per il francese "Notre jour viendra").
    E c'è anche il doppio titolo: l'originale in inglese seguito da uno esplicativo in italiano.

    Insomma, nessuna regola in questo campo e al bel film di Lynne Ramsay poteva andare anche peggio...