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Discussioni su Accattone - Film (1961) | Pagina 1

DISCUSSIONE GENERALE

23 post
  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Fvtrade • 5/11/09 21:38
    Disoccupato - 3 interventi
    Possibile che riguardo a Silvana Corsini, la mia attrice pasoliniana preferita, non si riescano a reperire notizie di nessun genere? Facile trovare la filmografia ma di notizie biografiche nemmeno una.
    Dove è nata? In che anno? E' vivente? Che cosa fa ora? Ha chiuso con la recitazione? Possibile che nessuno le abbia mai fatto uno straccio di intervista?
    Niente di niente. Manco una foto che non sia di scena si riesce a reperire. Che peccato (per me almeno).

    Chi sa darmi qualche notizia?

    Grazie in anticipo.
    Franco
    Ultima modifica: 5/11/09 21:41 da Fvtrade
  • Zender • 6/11/09 08:31
    Capo scrivano - 49350 interventi
    Spiace, in effetti ha fatto solo 3 film (stando a Imdb) e molti molti anni fa, temo che non sarà facile reperire informazioni.
  • Fvtrade • 13/11/09 03:48
    Disoccupato - 3 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Spiace, in effetti ha fatto solo 3 film (stando a Imdb) e molti molti anni fa, temo che non sarà facile reperire informazioni.

    Mah ... temo anche io.
    Io tempo fa, in un blog che parlava di viaggi in africa ho trovato un post di una che si firmava Silvana Corsini (con la relativa mail) ma non ho voluto inviargli un msg per accertarmi se fosse lei.
    Del resto se tanto mi da tanto ... ammesso che sia ancora tra noi, non credo avrebbe un'età in cui si ha familiarità con le nuove tecnologie.
    Forse però sbaglio e avrei fatto bene almento ad inviarle un msg.
    Cmq ... mi farò venire qualche idea ... magari alla cineteca comunale di bologna ne sanno qualcosa in più ... o magari qualcuno che ha lavorato con pasolini esiste ancora.
    Vedremo

    fv
    Ultima modifica: 13/11/09 03:55 da Fvtrade
  • Mdmaster • 28/10/10 18:38
    Servizio caffè - 122 interventi
    A scanso di equivoci e di insulti alle madri, so bene che Pasolini non è un neorealista per se, ma l'ho sempre considerato personalmente come tale. Mera opinione personale, insomma.
  • Il Dandi • 28/10/10 18:59
    Segretario - 1484 interventi
    A scanso di equivoci (gli insulti alle madri non sono nemmeno da mettere in discussione) ti avviso che uscirà presto un mio commento in cui ribadisco proprio questo: strana coincidenza, se il mio commento non fosse ancora inedito, sarei stato sicuro che ti riferivi a me.

    Comunque non è un problema, leggendo in giro direi che siamo entrambi in buona compagnia.
  • Brainiac • 28/10/10 18:59
    Call center Davinotti - 1464 interventi
    Mdmaster ebbe a dire:
    A scanso di equivoci e di insulti alle madri, so bene che Pasolini non è un neorealista per se, ma l'ho sempre considerato personalmente come tale. Mera opinione personale, insomma.

    Le definizioni lasciano sempre il tempo che trovano, ma a parte qualche slancio onirico Accattone si può, a mio modesto avviso, affiancare senza incertezze al neorealismo (attori "di strada", vere e proprie sequenze-pedinamento, sceneggiatura scarna ed attinete alla realtà).
    Sicuramente poi in altri film Pasolini si spinse nel genere surreale dalle forti connotazioni metaforiche...
    Ultima modifica: 28/10/10 19:01 da Brainiac
  • Gestarsh99 • 28/10/10 19:02
    Scrivano - 21542 interventi
    Mdmaster ebbe a dire:
    A scanso di equivoci e di insulti alle madri, so bene che Pasolini non è un neorealista per se, ma l'ho sempre considerato personalmente come tale. Mera opinione personale, insomma.

    Forse potremmo metter tutti d'accordo se usassimo il termine "neo(sur)realista".
    Più condensato di così nun se pò...

    P.S.: Brainiac mi ha bruciato sul tempo :(
    Ultima modifica: 28/10/10 19:07 da Gestarsh99
  • Il Dandi • 28/10/10 19:18
    Segretario - 1484 interventi
    Guarda, per me se sostituisci "neo" con "post" concludiamo la trattativa :)
  • Pigro • 28/10/10 19:47
    Consigliere - 1717 interventi
    Premesso che le opinioni personali sono indiscutibili e che comunque l'accostamento di Accattone al neorealismo ha un suo senso (e che Mdmaster dichiara consapevolezza sull'uso "arbitrario" del termine), sono ovviamente in disaccordo con questo.
    Accattone è lontano dal neorealismo che pure sembra riecheggiare: lo è storicamente, visto che arriva a neorealismo già defunto. Ma lo è soprattutto come opera in sé, visto che Pasolini non racconta un pezzo di realtà, ma semmai un pezzo di "mito" calato in una realtà "arcaica" (e quindi mitica). La grandezza di questo film sta nel continuo iper-simbolismo che Pasolini fa aderire a una realtà iper-realistica, come né Rossellini né Visconti né De Sica avevano mai fatto: dall'inizio in cui Accattone salta come un angelo dal ponte degli angeli fino alla fine in cui il suo compare fa il segno della croce al contrario, come per una negazione della divinità, il percorso di Accattone è quello di un eroe epico della sconfitta o di un Cristo fallito, e non è un caso che Pasolini usi la Passione secondo Matteo, proprio per sottolineare ulteriormente il fatto che sta raccontando qualcosa che ha più a che vedere col sacro (nel senso di mitico, non di religioso) che col profano...
    Detto questo, ripeto, capisco che lo si possa anche inquadrare in una lettura "neorealista", però credo che in questa maniera si vedrebbe solo una faccia della medaglia, mentre questo film ha anche un'altra faccia che è importante non dimenticare.
  • Il Dandi • 28/10/10 20:19
    Segretario - 1484 interventi
    Sottoscrivo in pieno l'intervento di Pigro, a cui vorrei aggiungere solo una cosa:

    l'utilizzo della "tipizzazione" dei volti (leggi non professionisti) non è comunque esclusiva del neorealismo come movimento o genere. La si ritrova anche nello spaghetti western e Pasolini dice di averla mutuata direttamente da Eisenstein.

    Del resto gli stessi volti li ritroviamo in film di Pasolini per nulla tacciabili di neorealismo, come Il vangelo secondo Matteo, Decameron, Il fiore delle mille e una notte, I racconti di Canterbury. Non a caso questo utilizzo di volti "pasoliniani" fuori contesto ha convinto il pubblico molto meno del Pasolini delle borgate romane.
  • Rebis • 28/10/10 20:46
    Compilatore d’emergenza - 4466 interventi
    Sono d'accordo. Accattone e Mamma Roma hanno la statura e l'afflato della tragedia; sono opere talmente impregnate di cristologia che si apparentano al puro neorealismo solo per la resa estetica, per aspetti esteriori e formali...
  • Brainiac • 28/10/10 21:33
    Call center Davinotti - 1464 interventi
    Cosicchè non potremmo, secondo voi (grandissimi amici davinottici), trovare le stesse caratteristiche "cristologiche" nell'attacchino di Ladri di biciclette, in Umberto D. o nel Ferroviere?
    Sembra quasi che la statura intellettuale di Pasolini lo renda immune dal poter raccontare, come secondo me fa con Accattone (d'accordo, con un apparato cospicuo d'immagini metaforiche) una storia Realistica, anzi Neo-realista.
    Ultima modifica: 28/10/10 21:52 da Brainiac
  • Brainiac • 28/10/10 21:38
    Call center Davinotti - 1464 interventi
    Il Dandi ebbe a dire:
    Sottoscrivo in pieno l'intervento di Pigro, a cui vorrei aggiungere solo una cosa:

    l'utilizzo della "tipizzazione" dei volti (leggi non professionisti) non è comunque esclusiva del neorealismo come movimento o genere. La si ritrova anche nello spaghetti western e Pasolini dice di averla mutuata direttamente da Eisenstein.

    Del resto gli stessi volti li ritroviamo in film di Pasolini per nulla tacciabili di neorealismo, come Il vangelo secondo Matteo, Decameron, Il fiore delle mille e una notte, I racconti di Canterbury. Non a caso questo utilizzo di volti "pasoliniani" fuori contesto ha convinto il pubblico molto meno del Pasolini delle borgate romane.


    Ciao Dandi, non sono un fan del Western quindi correggimi se sbaglio, ma lì le facce "neorealiste" non erano forse figure di contorno aka caratteristi?
    Non credo che un simile utilizzo si possa paragonare al 90 per cento dei protagonisti di Ladri di biciclette o al 70 per cento di non professionisti (vado a memoria, perdonatemi errori eventuali) d'Accattone.
    Ultima modifica: 28/10/10 21:40 da Brainiac
  • Gestarsh99 • 28/10/10 22:02
    Scrivano - 21542 interventi
    Il Dandi ebbe a dire:
    Sottoscrivo in pieno l'intervento di Pigro, a cui vorrei aggiungere solo una cosa:

    l'utilizzo della "tipizzazione" dei volti (leggi non professionisti) non è comunque esclusiva del neorealismo come movimento o genere. La si ritrova anche nello spaghetti western...


    Mi permetto di aggiungere alle giuste osservazioni del Dandi il fatto che i volti ispidi e vissuti dello spaghetti-western erano mutuati espressamente dal codice grottesco/deformante inaugurato al Cinema dal maestro Pietro Germi (mi riferisco soprattutto a Divorzio all'italiana e Sedotta e abbandonata), ben lungi quindi da un modello di trasparente aderenza alla verità come quello neorealistico.
    Germi ed il suo "carrozzone di maschere deformi" non influenzarono unicamente Leone, Corbucci e Sollima ma si spinsero oltre, contaminando generi molto diversi come il poliziesco sociale (Il giorno della civetta), il giallo/thrilling (Non si sevizia un paperino) e la commedia nera più truce (Brutti, sporchi e cattivi).

    Sono convintissimo tra l'altro che Saro Urzì e compagnia germiana viaggiante abbiano avuto un loro peso evidente persino sui gangster/noir dell'immenso Martin Scorsese.
    L'occhio del tifoso accanito deforma sempre la realtà...e qui proprio di realtà deformata si parlava.
    Ultima modifica: 28/10/10 22:03 da Gestarsh99
  • Il Dandi • 28/10/10 22:02
    Segretario - 1484 interventi
    Brainiac caro, comprendo i dubbi. Io credo che un paragone, percentuali a parte, sia possibile: mi riferisco alla mera capacità di esprimere l'inesprimibile attraverso il primo piano di un volto. Pensa alla parte che lo stesso Pasolini fa in Requiescant di Lizzani.

    Oppure pensa alla carriera che si è conquistato dopo Franco Citti: perché se Citti partecipa a un poliziesco allora diventa un "caratterista" e qui sarebbe invece per forza al servizio di un'operazione neorealista? La sua monodimensionalità, i suoi limiti espressivi, se è questo che lo definisce, non sono sempre gli stessi?

    Diverso è l'occhio che guarda, come nel frattempo ha aggiunto giustamente Gestarsh, che ringrazio. E quello di Pasolini, per conto mio, non guarda comunque in modo neorealista, né con i ragazzi presi dalla strada né con una signora attrice come la Magnani.
    Ultima modifica: 28/10/10 22:06 da Il Dandi
  • Il Dandi • 28/10/10 22:23
    Segretario - 1484 interventi
    Brainiac, ma come ti rispondo e intanto hai cancellato? :)

    Io sono d'accordo con te sul fatto che Citti sia da considerare un professionista a tutti gli effetti, ma non so quanti lo sarebbero.

    Credo che la differenza suggerita da Gest su realtà e "realtà deformata" sia molto interessante. A prescindere dal discorso sul cinema di genere, che ci porterebbe troppo lontano, il "neorealismo" io non lo considero una poetica identificabile semplicemente in uno stile tecnico, ma un modo di intendere il cinema sottomesso a dei precisi valori culturali ed etici.

    Valori ai quali Pasolini non mi risulta aderire (se poi pur non volendo aderirvi lo avesse fatto suo malgrado te ne darei atto).

    Per questo dico per esempio che Visconti, pur avendo avuto ottimi attori di prosa e strizzando molto l'occhio al melodramma, può essere definito pienamente neorealista, mentre Pasolini, pur avvalandosi di attori scelti dalla strada e di ambientazioni iper-realiste, non basta ad essere definito tale.
    Ultima modifica: 28/10/10 22:25 da Il Dandi
  • Brainiac • 28/10/10 22:30
    Call center Davinotti - 1464 interventi
    Che sia un professionsta lo dimostra il suo curriculum, variegato e lussuoso, le considerazioni sulle sue capacità-doti espressive sono meramente soggettive!
  • Rebis • 29/10/10 08:05
    Compilatore d’emergenza - 4466 interventi
    Anche per me il neorealismo di Pasolini è una conseguenza del suo sguardo sul mondo e non un'istanza o una scelta di campo dentro la quale rimanere necessariamente coerenti o legati. Non ho dubbi sul fatto che Pasolini voglia cattuarre la realtà, ma non per questo, mi sembra, i suoi film debbano soddisfare dei canoni espressivi preesistenti.
  • Mdmaster • 29/10/10 08:27
    Servizio caffè - 122 interventi
    Vedo che ho fatto nascere un interessante discorso, me ne compiaccio. Allora mi permetto di divagare un po' sul tema.

    Lasciando da parte il discorso che i generi stanno stretti a tutti, musicali in primis (da recensore per 10 lunghi anni ne so qualcosa), Pasolini stesso l'ho sempre percepito come dilaniato tra questo afflato intellettuale "superiore" e la borgata a cui è sempre stato indissolubilmente legato.
    E' chiaro che se parliamo del lato strettamente "tecnico" del neorealismo, l'autore bolognese non ci è mai rientrato, tantomeno in Accattone; vuoi per l'uso delle musiche o per quel che diceva lo stesso Pigro. Tantomeno in quello temporale, figuriamoci.

    Nonostante questo e nonostante i valori del neorealismo non siano esattamente presenti nell'opera Pasoliniana, mi viene quasi naturale considerarlo una sorta di neorealista "post", limitatamente ai suoi primi film e alcune derivazioni di successivi (vedi Uccellacci e Uccellini). Immagino sia proprio la versatilità culturale e intellettuale del Pasolini che mi spinge a considerarlo tale, d'altronde era la sua miglior qualità. Magari un giorno ricambio idea, non lo escludo, né potrei mai smentire il fatto che chiunque dica "Pasolini non è un neorealista" non abbia ragione.

    E' proprio dalle opinioni contrapposte che nascono discorsi produttivi, d'altronde.
  • Il Dandi • 29/10/10 10:27
    Segretario - 1484 interventi
    A volte un commento che esce mi ricorda di non aver ancora detto la mia su un film che ero sicuro di aver già commentato.

    Questo è uno di quei casi ma credimi, non volevo che sembrasse una risposta al tuo (che non è l'unico a sostenere la tesi), per me è stato solo uno spunto di riflessione.

    Probabilmente la mia ansia di separare Pasolini dal neorealismo nasce soprattutto dall'aspetto narrativo (Pasolini vs. Pavese, Calvino) e lirico (Pasolini vs. Montale, Saba), prima che cinematografico, rispetto al quale già capisco di più le motivazioni tue o dell'amico Braniac, pur rimanendo scettico.

    p.s. e così sei un critico neo-post-rock/pop/indie? :P
    Ultima modifica: 29/10/10 10:31 da Il Dandi