Godimento estetico assoluto, affabulazione visiva portentosa, soundtrack memorabile (ma spesso male utilizzata) e due ficcanti momenti da Guinness dell'Angoscia, ma -come spesso accade con il cinema di Tsukamoto- forte disparità col fronte narrativo. Ottimo il colpo d'occhio, meno quello intellettivo. Pari e patta.
Visivamente parlando notevole ed affascinante, si mantiene interessante anche dal
punto di vista narrativo. La storia, che si dipana pian piano attraverso una serie di flashback, interessa, avvince, angoscia e vive di alcuni momenti felici, reggendo abbastanza bene pur avendone altri meno riusciti (sotto certi aspetti non è certo nuova). Tsukamoto si conferma regista di ottimo livello dallo stile ricco e mai banale.
Un bel gioiellino visivo di Shinya Tsukamoto. C'è mistero, horror e thriller e un conflitto fraterno metafora del dualismo, in una bella cornice giapponese nel'era Meiji. Fantastica la fotografia, avvolgente l'ansia che riescono a trasmettere alcune scene. Bellissime sequenze oniriche.
MEMORABILE: La morte con la pianta in bocca; Gente che bussa da una parte e gente che bussa dall'altra nel cuore della notte.
Stimato medico vive in una grande villa con gli anziani genitori e la moglie, una donna senza passato e senza memoria. La loro routine familiare viene insidiata e poi stravolta da un individuo misterioso che assomiglia come una goccia d'acqua al padrone di casa... Tsukamoto declina il tema del doppio con sequenze di grande eleganza formale, accompagnate da una splendida colonna sonora che mescola echi classici e tribali. Esteticamente ed acusticamente appagante, il film ha il suo punto debole nel soggetto, poco originale, ma è comunque opera assai fascinosa.
MEMORABILE: La prima apparizione dentro la casa del mendicante vestito di stracci
Un film grottesco che si trova curiosamente “bloccato” tra il vecchio e il nuovo. Da un lato la classica suggestione teatrale, dall’altro il raptus videoinstallativo. Di grande angoscia e immediatezza, è intensificato delle performance attoriali e dal desiderio di Tsukamoto di amalgamare l’incubo - quasi body horror - del doppio alla critica sociale. Ipnotico il tappeto sonoro di Ishikawa.
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HomevideoDidda23 • 25/07/12 22:31 Contatti col mondo - 5798 interventi