You ought to be in pictures - Corto (1940)

Sobillato da Daffy, Porky si mette in testa di abbandonare le produzioni a cartoni di Schlesinger per diventare una star del firmamento cinematografico... se ne pentirà ben presto. Splendido classicissimo looney tunes con prodromi di tecnica mista: ben confezionata pur se povera e con le parti live action in alcuni casi solo fotografate per far da sfondo all'animazione. La coppia Daffy/Porky ritratta al meglio delle loro caratteristiche: l'ingenuo porcello e l'infido papero nero chiacchierone. Autoironico il patron Leon, mentre il soggettista di mille storie Maltese è il poliziotto.

L’ingenuo Porky si fa convincere da Daffy a licenziarsi dai cartoon per tentare la strada del cinema in carne e ossa. Un cartone animato delizioso e arguto, che vede l’interazione tra disegni e attori (e il produttore capo stesso della MGM!) in una storia ben costruita e raccontata, capace di tenere insieme le necessità della trama, la caratterizzazione dei personaggi e l’ambiziosa sfida della tecnica mista, non senza la volontà di descrivere il backstage del cinema. Gustosissimo e sottile, spassoso e vorticoso, merita la visione.

Approfittando dell'assenza del proprio disegnatore Porky si lascia convincere da Daffy ad abbandonare la carriera dei cartoon per lanciarsi in quella del cinema vero e proprio. Ben presto capirà che non c'è spazio per lui al di fuori dell'animazione. Cortometraggio divertentissimo e molto intelligente che utilizza la tecnica mista abbinando disegni e attori in carne e ossa in maniera efficace. La scena in cui Porky cerca di entrare negli studi cinematografici travestito da Oliver Hardy è da sganasciarsi. Non male anche la parte finale, con la lotta tra i protagonisti.