Trevirgolaottantasette - Corto (2005)

Mastandea vuole girare un corto autoriale mescolando ambizioni da pubblcità pprogresso con tanto di didascalie finali che spiegano il titolo. Si sente l'aria dell'opera di esordio con una regia ricercata e una certa voglia di imporre in maniera impacciata la propria mano. Infatti gli ultimi minuti risentono di una lentezza che magari nelle intenzioni del regista voleva essere utile alla trama ma che invece annoia lo spettatore. Insomma, praticamente una specie di occasione persa, visto che l'idea di fondo non era affatto peregrina.

Il titolo si riferisce alla quantità giornaliera di vittime per incidenti sul lavoro in Italia. Mastandrea, regista del corto, tenta di andare oltre l’arida statistica, arricchendo il racconto di simbolismi e ricercatezze di regia che invece lo appesantiscono, nonostante il talento e la buona volontà di un bel gruppo di interpreti. Si nota un certo impaccio della regia che pare mirare all’effetto estetico più che alla sostanza. Incerto.

Un cantiere edile, le ‘solite’ irregolarità, un incidente: il cortometraggio punta il dito contro i troppi morti sul lavoro che avvengono ogni giorno in Italia (3,87 in media, appunto). Buona la scelta di evitare l’eccessivo didascalismo per puntare invece su una reinvenzione onirica del fattaccio e sul ritratto di un giovane che fin dall’inizio compare pasolinianamente con il destino della morte. Ma proprio questa ricerca autorale annacqua il senso dell’opera e la narrazione stessa, senza riuscire a incidere realmente. Comunque interessante.