Slasher di prim'ordine realizzato dall'esordiente David Arquette, in cui troviamo uno squilibrato con tanto di maschera di Ronald Reagan armato con accetta bipenne fare un'autentica carneficina durante un festival in stile Woodstock tra droghe, sesso e rock'n roll a go-go. Ottimo il livello di gore e splatter che farà la felicità di ogni amante del genere, attori più che dignitosi tra cui spicca un convincente Thomas Jane, ottima fotografia psichedelica e regia sempre coinvolgente sono solo alcuni pregi di questa sorprendente pellicola. Già un cult.
Prodotto insieme alla moglie Courtney Cox, è l'esordio alla regia del poliziotto imbranato di Scream (David Arquette, appunto). Interessante metafora anti-repubblicana, funziona nelle svisate demenziali (i dialoghi alla Clerks) e negli eccessi truculenti (geniale la trovata del "presidente" che massacra tanto gli hippies quanto i redneck). Film che però stenta a decollare al di sopra del recinto dell'horror demenziale: è il regista infatti, a sembrare il primo a non credere nelle potenzialità del film, adottando per le idee migliori uno stile indistinto.
MEMORABILE: L'esilerante ritrovamento della piantagione di marijuana.
Gli americani (come gli italiani) non sono quelli che pensiamo: anche loro hanno idee, pensieri e concezioni di vita che sono -spesso- contrarie alle azioni intraprese dal Governo. Oggi, Obama conferma, le cose sono diverse: ma al tempo di The Tripper (2006) ci voleva una certa dose di coraggio, affiancata all'incoscienza, per mettere in piedi un film così politico: né a destra, né a sinistra, ma in favore del diverso, nel rispetto della natura e della "società". Allora lo squartatore ha maschera da Reagan e i novelli "figli dei fiori" (geniale il titolo!) fan viaggi acidi, bagnati di sangue!
MEMORABILE: Sentenzia uno dei giovani, ospite alla festa in mezzo al bosco: "Reagan presente ne L'Esorcista non era quello del Governo!"
L'incipit con motosega è poco convincente, la chiusura "impegnata" perfino peggiore (patetica, un Michael Moore ubriaco). Nel mezzo routine, clichè e noia (mancanza di ritmo, riempitivi). L'impegno politico poi è di facciata: non si va oltre slogan da Mtv né si capisce bene quale sia il "nemico" al quale puntare il dito (guerra? ambiente? morale?). Un compitino in linea con la carriera di Arquette: non spaventa né fa pensare.
Parlare di sottotesti critico-politici sarebbe di sicuro esagerato, ma almeno il film di Arquette presenta un soggetto abbastanza originale all'interno della media non esaltante del genere slasher. Lo si nota sia per le situazioni che per i personaggi, e soprattutto per la benemerita mancanza dello schematismo tipico di questo filone. Ne vien fuori un'opera leggerissima e divertita, che non si prende sul serio e non pretende che la prendiamo sul serio.
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HomevideoPatrick78 • 16/05/09 09:46 Pulizia ai piani - 545 interventi
Disponibile in DVD edito da MEDIAFILM EXTREME.Continuano così le uscite più che interessanti da parte di questa casa da tenere d'occhio...
David Arquette debutta qui alla regia di un lungometraggio, dopo un passato d'attore.
Viene ricordato, soprattutto, per avere preso parte alla serie di Scream, nel ruolo dello sceriffo.
Già in precedenza, qualcuno aveva fatto indossare la maschera di Reagan ad un paio di squilibrati, intenti a compier massacri in maniera ironica.
Era una donna, tale Jackie Kong, cineasta artefice di uno pseudo-remake poco riuscito e, infatti, dai più dimenticato: Il ristorante all'angolo (1987).