Sadisterotica-L'estate torbida dello tio Jess
Una delle opere franchiane davvero più "sadisterotiche" della rassegna
Per più di metà film non succede nulla, o almeno, quello che succede e di una pochezza e di una bruttura quasi imbarazzante
Una delle "anti eroine" più brutte e sciape di tutto l'opus franchiano (Alicia Prìncipe), si aggira per giardini in fiore leggendo
Il nudo e il morto (sic!), facendo la cretinetta (ovviamente nuda) nella sua stanza d'albergo
Dirimpetto alla sua camera c'è una terrazza, e una coppia lussuriosa (una ancor più sciapa Mari Carmen Nieto e una specie di James Gillis dei poveri, Mauro Rivera) la spia, decredandola la loro nuova "preda" (praticamente lo stesso plot di
Plaisir a Tròis), facendola assistere alla loro infinite e noiosissime copule , e la ragazza (che è americana) risponde pastrugnandosi la passerotta
Dopo l'incontro tra i tre , il film va avanti per inerzia, tra amplessi a trois, lesbicate, e frenesie erotiche tra le più brutte , mal girate e peggio montate dallo tio, dalla consistenza di uno squallido pornazzo da quattro soldi
Nemmeno sul versante feticistico lo tio appaga l'occhio o i sensi (la Nieto indossa un paio di orrendi stivaloni bianchi, la Prìncipe-arghhhh-dei sandaletti bassi improponibili, anche se si rifà nella scena a letto tra le due-ammirate dalla guardona lasciva della Carrìon-con ai piedini décolleté mignotteggianti)
Dopo l'interminabile parentesi scopereccia, si arriva su di un isolotto e i tre giocano a fare
Laguna blu, ma poi, all'arrivo alla villa e conoscendo i suoi propietari (una coppia di aristocratici razzisti, la vecchia maliarda di Carmen Carrìon-unica vera figura femminea autoritaria franchiana- e il giovane marito impotente dai sapori normanbatesiani Daniel Katz) improvvisamente l'atmosfera cambia, diventando più torbida, assumento i tratti di un
De Sade 70.
E quì lo tio si ridesta rientrando in carreggiata, mostrando la vecchiazza in tutta la sua libido, che assiste goduriosa (e toccandosi) alla "cerimonia" sessuale il cui agnello sacrificale è proprio la giovane americana , drogata e resa inerme (nel più puro Franco touch), che prima viene ripassata safficamente dalla Nieto (che le ciuccia pure il pollice del piedino, in blow job feticistici) , poi dal giovane marito della vechiazza stessa (che però nun je la fa), rifacendosi sulla sedia di vimini, tra la vecchia moglie lussuriosa e ancora la Nieto (dove la Carrìon, nonostante l'età mature, mostra ancora un fisico invidiabile e appetitoso)
Quello che accade dopo arriva come un fulmine a ciel sereno, e il film cambia drasticamente rotta, sprofondando tra le cose più crudeli, efferate, feroci e sadiche che lo tio abbia mai filmato e concepito, lambendo territori prettamente horror
INDI PER CUI SPOILERONE
La vittima sacrificale si ritrova a letto nuda, e tra astratte luci flou lisergiche e bizzarri filtri colorati , che si mischiano al sogno e alla veglia, si vede avanzare , minacciosamente, dinnanzi a lei la Carrìon e la Nieto agghingate da perfide dominatrix che nemmeno nei pornonazi o Greta la donna bestia, legandola alle sponde del letto con una catena, eppoi nella foga del sadismo più estremo, cominciano a batterla con bacchette e mazzafrusto, fino a farla sanguinare, il tutto in un atmosfera incubotica del più turpe BDSM che assume i tratti di uno snuff all'LSD.
Presi dal delirio, i tre carnefici (aggiungendo il marito della Carrìon che la prende da dietro mentre lei sgozza, con uno stiletto affilato, la ragazza) si accanisco in un orgia perversa che sfocia nella necrofilia, ansimando sul corpo esamine e martoriato della giovane.
Arriva Rivera armato di fucile che farà giustizia dei tre prendendoli a schioppettate durante il macabro amplesso.
Chiusa disperata e senza speranza verso il mare, presa di peso da quella identica di
Sexy nature-che questo apocrifo 0, nulla da spartire con l'eroina sadomaso di Pauline Rèage, ne sembra una sottospecie di remake-
FINE SPOILERONE
L'insistito primo piano su una rosa del giardino, Katz che spia dalla vetrata opaca durante l'allucinato festino BDSM (anticipando una scena facsimile di
Opera), schizzi visivi del miglior Franco
E quindi lo tio stupisce ancora, donando uno dei suoi film più estremi e spietati, ritornando sui luoghi del delitto dei sadici di Notre Dame, delle contesse perverse, delle donne bestie, dell'amato divin marchese, della più efferata sadomania.
Il suo "nuovo" periodo spagnolo (quello degli anni 80) è una pentola in continua ebollizione creativa, da un lato miscrognosità di budget, dall'altro assoluta libertà creativa, che sa ancora tagliare come una sottile lama di rasoio (vedi il prefinale di questa sua opera scissa in due, una prima parte quasi invedibile, soppiantata da una seconda dai furenti bagliori franchiani sadohorror) abbandonandosi spudoratamente in slanci sadisterotici che lasciano il segno, come nei suoi trattati nefandi migliori.
Quasi a pensare che lo tio abbia avuto in mente solo questa lunga sequenza di martirio sessuale, e il resto l'abbia girato di malavoglia solo per arrivare al suo perfido e sadicissimo obbiettivo.
Franco, nei momenti clou, ricicla ancora lo score composto da Daniel White per
Un caldo corpo di femmina, ormai una vera e propria ossessione carnale