Già il prologo sul periodo storico della Restaurazione Spagnola di inizio '900 lascia ben pochi dubbi sul fatto che si vada a vedere un film poco allegro, ma non ci si aspetterebbe mai di vedere una simile miseria e desolazione. Non c'è scampo: inutile trasferirsi dalle campagne alle città (i lavori sono di sfruttamento totale e ben poco remunerativi, chiudono perfino i bordelli, tutto viene razionato e perfino chi ti presta la gavetta ti chiede metà della razione)... O si parte o si delinque. I sogni non mancano, ma si infrangono puntualmente anche solo davanti a quattro spiccioli.
MEMORABILE: La fiera; La lite in appartamento coi suoceri a tenere le parti dei rispettivi figli; "Esposito"; Il passaggio delle raccomandazioni; Il fornaio.
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Mi sembra paradossale che lo stesso regista sia passato da un film così conformista e così ben rappresentativo di un periodo storico, a un capolavoro delirante in compagnia di Vani e del Renato Universale...Indubbiamente i premi che hanno vinto Fons come miglior regista e la Pennella come miglior attrice ci stanno, certo che però il film è più didattico che entusiasmante, anche perchè di imprevedibilità ce n'è davvero poca. Peccato da noi non sia arrivato, perchè gli attori sono davvero molto bravi, specie Marin, Prada e Martin, oltre naturalmente a Perrin. La Pennella indubbiamente è valida, specie nel finale, ma se la Lezana è mielosa, le vegliarde non demordono... Alla fin fine un pezzo di storia che speriamo non abbia mai a ripetersi.