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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Un po' come Jodie Foster nel ben più noto CONTACT, Peter Fonda lavora in un laboratorio (chiamato “Telespazio”) che, ascoltando suoni dal cielo, ne capta un giorno uno stridente, persistente, che registra su nastro ma riesce a sentire solo lui (e un collega). L'incipit è interessante, e anche lo svolgimento sembra preludere a una fantascienza più elaborata del consueto. Lui, Roberto Lovari (Fonda), ha una strana reazione nel sentire quel misterioso suono, e dopo un breve periodo viene sbalzato per la prima volta qualche minuto avanti nel tempo senza accorgersene: assiste a un incidente stradale che non è...Leggi tutto ancora successo e, quando torna sul posto con un meccanico, capisce che lì nulla è ancora accaduto; ma accadrà.

Capiterà di nuovo, che Roberto si ritrovi d'improvviso nel futuro, ma lo spostamento temporale sarà di ben otto anni: dal 1982 del presente (siamo nel mese dei Mondiali, tanto per cambiare) al 1990. Uno sfasamento che durerà più a lungo e al quale seguirà un salto ancor più ampio che lo porterà a raggiungere il 1993, da cui Roberto non sembra più in grado di tornare. E' ancora sposato con sua moglie (Obregón), i due figli sono cresciuti, ma non ha la minima idea di cosa possa essere successo, in quegli undici anni di cui non ha memoria. Ricorda che aveva scoperto come il suono misterioso avesse origine aliena, che aveva provato a mettersi in contatto (alla Spielberg) con loro, ottenendo risposte sibilline e il nome del luogo dove sarebbero atterrati. Poi qualcosa di buono dev'essere successo, perché Roberto scopre di vivere in una lussuosa villa e di essere riconosciuto come l'inventore di alcune scoperte rivoluzionarie in campo tecnologico. Dovrà in qualche modo ricostruire il proprio recente passato parlando con la moglie, i figli e magari pure con la studentessa (Ricci) con la quale nel 1982 stava avviando una relazione segreta.

Le basi per sviluppare una storia articolata in grado di reggere le due puntate dello sceneggiato c'erano, ma la regia di Biagio Proietti è decisamente stanca e penalizzata da una lentezza esasperante. Peter Fonda sembra muoversi quasi catatonico sul set, con familiari e colleghi del laboratorio che non lo aiutano granché. Va bene che la situazione in cui si ritrova necessitava di uno straniamento costante generata da un mondo che non conosce, va bene che le musiche a tutto sintetizzatore dei The Grop's Power (niente male, peraltro) aiutano a immergersi in un clima sospeso che sembra sempre preludere a grandi sorprese di fatto assenti, ma ridurre il tutto accelerando l'azione sarebbe stata cosa buona e utile. Così com'è si resta prigionieri dell'andamento sonnambolico dello due puntate, che pure qualche intuizione efficace l'avrebbero, nascosta tra le pieghe di una storia in cui tutto sembra costantemente ricondursi alla stupefazione del protagonista.

Il rapporto con gli alieni è intangibile, il finale inconcludente, il make-up che dovrebbe portare a intuire le differenze tra le diverse età quasi non esiste, così come la ricostruzione ambientale del futuro. Di conseguenza ciò che resta sono timidi sprazzi di autentica fantascienza intinti in una vicenda che poco interesse ha a nutrirli, preferendo favorire una persistente aura di mistero quasi new-age (complici anche le musiche) e un'analisi dei difficili rapporti tra i non molti personaggi presenti. Carrellata di splendide donne (oltre alla Obregón e alla Ricci spunta anche Daniela Poggi, tra quelle che l'ex Capitan America si ripassa), recitazione dignitosa ma in regia ci voleva più grinta. Qualche insolita location all'Aquila impreziosisce le scene in città.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 17/10/22 DAL DAVINOTTI
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Panza 3/12/23 09:49 - 1842 commenti

I gusti di Panza

Si viene introdotti alla storia con un'eccessiva lentezza, riprendendo numerose volte lo spunto di partenza (alieni comunicano attraverso un suono e uno scienziato si ritrova in un futuro prossimo) senza grosse variazioni. L'intenzione di Proietti era quella di portare in televisione una fantascienza meno spettacolare, ma l'obiettivo non appare centrato, nemmeno quando si lascia spazio alla vita privata del protagonista, probabilmente i momenti più sciapi. Paradossalmente convincono di più gli attori secondari che Peter Fonda, totalmente fuori parte e poco incisivo.

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