Note: Aka "The joy of torture 2: Oxen split torturing". In molti dvd le numerose scene di sesso sono dotate di censura elettronica che copre le parti intime.
Dopo aver aperto con una serie di devastanti torture (donne calate nell'olio bollente, messe al rogo, tagliate a metà mentre pendono da una corda...) il film comincia con il primo dei due episodi, ambientato nella Nagasaki del 1628, in piena era Shogun. I cristiani vengono perseguitati e un terribile magistrato soddisfa il suo terrificante sadismo torturandoli nei modi più atroci. Non contento, addirittura annoiato, incita i suoi sottoposti a inventare torture sempre più ingegnose e terribili, che seguiamo "in diretta", dai poveretti inseriti in un coccio ad abbrustolire a una donna chiusa in una cella dalle pareti trasparenti dove vengono tuffati serpenti velenosi in quantità. Ma il perfido uomo...Leggi tutto non si accontenta e sceglie una ragazza tutta per sé, alla quale ne farà passare di ogni davanti agli occhi di quello che era stato il di lei compagno. Pura ferocia che sembra non avere fine: una ragazza si dispera alla vista dei propri genitori crocifissi e uccisi a colpi di lancia nel costato, un'altra verrà "aperta" da due tori portati a correre in direzioni opposte e legati con una corda alle due gambe della vittima. Non ci si ferma davanti a nulla e l'episodio raggiunge punte di violenza ai limiti dell'insostenibile, sempre comunque retto da una regia solida e mantenuto su livelli ragguardevoli dalla pregevolezza della confezione. E' l'associare tale violenza a un'estetica di notevole qualità a colpire. Non c'è vero orrore se non quello fisico; non esiste suspense, tutto si esplicita alla luce del sole ed è evidente come la storia non sia che un mero pretesto per mostrare quante più efferatezze possibile. La cosa si attenua leggermente nel secondo episodio, ambientato a Fugakawa, Edo, nel 1821, in cui il rapporto tra una prostituta e un ladro che lavora per il potente che ne è il "proprietario" cerca almeno in qualche modo di proporre una parvenza di indagine psicologica, di instaurare un rapporto umano tra i personaggi, di andare oltre le grida lancinanti che fin lì avevano fatto da colonna sonora quasi esclusiva. Naturalmente anche qui non ci vengono risparmiate torture terribili, ma sono riservate solo ad alcuni passaggi, lasciando che comunque una storia emerga, con la fuga della strana coppia che si darà alla rapina e al ladrocinio come due Bonnie e Clyde ante litteram. Dureran poco prima di un finale assolutamente delirante, da lasciare a bocca aperta anche per la capacità indubbia di sposare la follia all'orrore con tocchi surreali che sanno come non apparire fuori luogo. L'arte del cinema orientale applicata all'exploitation più selvaggia. Un pugno nello stomaco che tuttavia lascia molti dubbi sull'onestà dell'operazione, in definitiva una "mostra delle atrocità" in cui sceneggiatura e dialoghi contano meno di zero e una regia che prova a ricamare lasciandosi magari ispirare dalle dolci musiche flautate della colonna sonora.
Giappone: nel primo episodio un magistrato perverso, perseguita i cristiani durante lo shogunato autoritario e accentrato, nell'epoca Tokugawa. Un poliziotto si innamorerà di una ragazza cristiana, la quale subirà una sorte ben peggiore di quella dell'amante. Semplice quanto violento, mostra il peggio degli uomini malvagi dotati di potere. Nel secondo, uno squinternato passa una notte di piacere in un bordello, ma non ha i soldi per pagare e quindi deve lavorare per il padrone del locale. Violenze e soprusi sulle donne, ma momenti grotteschi.. strapulp!
MEMORABILE: Un uomo viene segato vivo da un passante ubriaco, durante la condanna alla gogna!
Sequel apocrifo di Ishii a scoppio ritardato, ne ricalca gli stilemi eccedendone i contenuti, con decisi colpi d’attizzatoio e soffietto nel caminetto torture, riempito di arti e viscere in qualità e quantità: le storie e la Storia non sono che meri passaporti per un viaggio nell’abominio, una maratona della crudeltà a tutto branding, aborti a nude mani, escrementi, corpi abbrustoliti a fuoco lento, mutilati, arti spappolati a martellate. La più iniqua graficità scevra di più o meno solidi sottotesti ove poggiarsi è la tipografa di questo almanacco sadiano per cultori dell'ultra-exoloitation.
Un torture-porn sadico, esplicito e ultraviolento. Interpretazioni convincenti, buone musiche, ottimi effetti speciali. Pecca solo di superficialità. Il regista punta direttamente allo splatter senza curarsi troppo di porre un solido scheletro che regga più efficacemente le storie dei due episodi. In sintesi, molto ben realizzato ma tutt'altro che indimenticabile.
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Il film è anche conosciuto come The joy of torture 2: Oxen split torturing, cosa che l'ha per molto tempo spacciato quale ufficiale seguito de I piaceri della tortura (ne è invece un apocrifo).
Messaggio per Zender, a quanto mi risulta il film dovrebbe essere del 1976 non del 69.
A parte questo, qualcuno sa se sia mai uscito in italia (anche solo con i sottotitoli)? L'unica versione che ho potuto vedere aveva i dialoghi in tedesco...
Fulcanelli ebbe a dire: Messaggio per Zender, a quanto mi risulta il film dovrebbe essere del 1976 non del 69.
A parte questo, qualcuno sa se sia mai uscito in italia (anche solo con i sottotitoli)? L'unica versione che ho potuto vedere aveva i dialoghi in tedesco...
Non credo sia mai uscito in Italia. C 'era il dvd olandese della Japan Schock ormai fuori catalogo
Buiomega71 ebbe a dire: Fulcanelli ebbe a dire: Messaggio per Zender, a quanto mi risulta il film dovrebbe essere del 1976 non del 69.
A parte questo, qualcuno sa se sia mai uscito in italia (anche solo con i sottotitoli)? L'unica versione che ho potuto vedere aveva i dialoghi in tedesco...
Non credo sia mai uscito in Italia. C 'era il dvd olandese della Japan Schock ormai fuori catalogo
Capito... accontentiamoci dei dialoghi in tedesco, tanto dubito che lo rivedrò ancora.