Sangue vivo - Film (2000)

Probabilmente solo chi è a stretto contatto con la cultura salentina riconoscerebbe i giusti meriti, ragion per cui la visione è settoriale e anche se è il primo film di Winspeare che entra nel cinema italiano lo apprezza di più chi si riconosce tra le feste patronali, la pizzica e i tamburelli finalizzati ad esorcizzare i "morsi" di taranta. Lo reputo un buon film in grado di non scadere più di tanto nel provincialismo. Pinzo Zimba (bravissimo musicista) si conferma un bravo attore con la sua musica protagonista.

Opera decisamente pregna dello spirito salentino, come solo un apolide stregato dalla terra della taranta poteva girare. Winspeare riesce così a tratteggiare, col suo stile lento (quasi meditativo), in cui però fa breccia in maniera dilaniante il ritmo ossessivo/compulsivo della coreutica ancestrale, l'anima pulsante di un popolo che si perde e ancora prova a ritrovarsi nelle proprie radici. Naturalmente la verità dell'operazione non poteva prescindere dall'uso del dialetto e dal ricorso ad attori locali (grande Zamba). Ma l'etnografia può farsi global?