Rumore bianco - Film (2022)

Rumore bianco
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Titolo originale: White noise
Anno: 2022
Genere: drammatico (colore)
Note: Tratto dall'omonimo romanzo di Don DeLillo.
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 17/12/22 DAL BENEMERITO REBIS
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Rebis 17/12/22 15:32 - 2337 commenti

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Con buona pace di DeLillo, il supermercato simbolo dell'horror vacui, al cinema, lo abbiamo già visto e pure meglio. Baumbach non vuole dispiacere a nessuno, ma neanche passare da imbonitore e consegue densità per addizione, non certo per profondità di scavo, sul modello della serialità tv: attori del momento in gran spolvero, temi di attualità portanti, gran calderone di generi - dalla commedia alla fantascienza apocalittica passando per il noir - e la famiglia sempre al centro. Tono sopra le righe, senza mai cedere al grottesco, che forse avrebbe liberato il film dalla ruffianeria.

Herrkinski 31/12/22 05:31 - 8109 commenti

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Forse leggere il romanzo originale potrebbe aiutare a capire qualcosa in più della trama; visionato come un'opera a sé stante, il film è un pasticcio surreale che unisce diversi generi, con un occhio verso il fantastico e il cinema dell'assurdo, ma che soccombe alle ambizioni esagerate di uno script che accumula dialoghi fittissimi e confusionari, una durata ingiustificata di oltre due ore e una trama che salta di palo in frasca senza troppi complimenti. Buone le caratterizzazioni del cast, di livello la confezione, ma è davvero dura evitare il colpo di sonno in più frangenti.

Achab50 4/01/23 13:09 - 78 commenti

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Opera di difficile inquadramento (demenzial-horror-ecologico?) che spazia liberamente dalla caricatura dei professori di college al disastro ambientale alle considerazioni filosofiche alla perdita del piacere di vivere. Sicuramente originale, anche se ispirata a un libro, si segnala per la gradevole recitazione a volte sopra le righe e per una regia di mano sicura. Finale assai stimolante con le monache tedesche. Da vedere.
MEMORABILE: I discorsi con le monache tedesche che gestiscono una specie di ospedale.

Daniela 8/01/23 12:03 - 12660 commenti

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Titolare della cattedra di "nazismo avanzato", un professore di provincia deve imparare in fretta il tedesco, salvare la famiglia da una nube tossica, capire di cosa soffra la moglie e smettere di pensare troppo alla morte... Impresa difficile trasferire sullo schermo un romanzo magmatico considerato uno dei capolavori della letteratura del Novecento: Baumbach ci prova e, come spesso accade a chi tenta la carta del (relativo) rispetto, ci si perde. Più riuscito nelle parti grottesche che in quelle riflessive, un fallimento comunque interessante che può contare su un Driver in forma.
MEMORABILE: Nella lezione binaria, le mamme a confronto; L'incubo con il doppio nel lenzuolo.

Kinodrop 8/01/23 19:37 - 2948 commenti

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Trasferire sullo schermo un romanzo così denso di pensiero e così innovativo è certamente un'impresa e il regista, per potergli essere fedele, rinuncia alla propria poetica cinematografica col risultato di navigare tra autorialità e citazionismo di generi (perlopiù anni '80). Parlare dei massimi sistemi (amore, morte, destino) con una sequela di pensierini piccolo borghesi rende eterogenea la consequenzialità dei fatti e si va avanti per slanci e inutili ghirigori intellettualistici. Anche il minutaggio risulta esagerato e il cast fa del suo meglio ma con esiti piuttosto modesti.

Thedude94 11/01/23 00:08 - 1096 commenti

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Risulta difficile nel complesso giudicare questo film di Baumbach, in quanto si tratta di un miscuglio di accadimenti che girano attorno a una famiglia classica borghese degli anni '80 e che fanno sì che il ritmo sia altalenante e a lungo andare la durata complessiva ne esca esagerata. Ovviamente la bravura del regista c'è e si vede nel dirigere l'ottimo cast, guidato dal fidato Driver e dalla Gerwig, alle prese con personaggi non facili da gestire e mettere in scena. Forse la difficoltà del materiale di partenza si è fatta sentire, ma dopotutto non è così male da vedere.

Reeves 11/01/23 08:21 - 2214 commenti

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Troppa carne al fuoco per l'adattamento di un romanzo complesso ma non confuso come risulta invece il film. L'ecologia diventa una specie di talismano contro gli attacchi dei politicamente corretto, il tema filosofico un inutile esercizio di presunta profondità. Ovvero: quando gli americani vogliono fare il cinema art, riescono spesso solo a proporre un "famolo strano" che non soddisfa nessuno.

Xamini 29/01/23 22:11 - 1252 commenti

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Digiuni dal testo originale, ci si può imbattere in un film denso, che prova a bilanciare il peso specifico di una serie di riflessioni di fondo non banali con un esercizio di messa in scena che suona spesso grottesco (e quindi alleggerisce). Il tema di fondo è quello della morte, declinata nei più disparati modi (il dialogo d'amore, il monologo quasi teatrale, la minaccia reale, la fragilità umana, la vendetta che punisce una colpa) nei dintorni di una famiglia americana in cui i ruoli chiave sono affidati agli ottimi Adam Driver e Greta Gerwig. Non devastante, interessante.
MEMORABILE: Il duetto che chiude il primo capitolo e relativo montaggio; La vendetta e le conseguenze; I titoli di coda.

Enzus79 4/02/23 23:31 - 2895 commenti

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Tratto dall'omonimo romanzo di Don DeLillo. Storia abbastanza complessa e che rasenta il surreale. Affronta a modo suo diverse tematiche, sociali e non in un discreto mix fra ironia e dramma. La parte finale è forse quella migliore. Curiosi i titoli di coda. Ottimi Adam Driver e Greta Gerwig (da apprezzare in versione originale). Tendenza a salire, forse, dopo più di una visione.

Galbo 8/02/23 19:02 - 12392 commenti

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Produzione ambiziosa di Noah Baumbach tratta da un romanzo di DeLillo. Pellicola che cambia repentinamente registro narrativo (dalla commedia al dramma esistenziale al grottesco), ha un certo fascino pur non potendosi dire pienamente riuscita. Il sottotesto centrale è quello della paura della morte, ma la sceneggiatura, forse nel tentativo di "seguire" il materiale letterario di partenza, è discontinua, con momenti godibili alternati a frammenti meno interessanti.Vale comunque la visione anche per la magistrale prova di un sempre più versatile Adam Driver.

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Giùan 9/07/23 09:21 - 4559 commenti

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L'idea di prender il romanzo di DeLillo come chiave post moderna del contemporaneo delirio di morte (e occultamento-deragliamento della stessa) è certamente intrigante, ma presto il gioco sincretico di Baumbach si fa troppo autoreferenziale, ancorando il film a un microcosmo(polis) che appesantisce personaggi e situazioni ma soprattutto detona l'organicità dell'operazione. Ammiccamenti, singole situazioni divertenti (la conferenza doppia, il tradimento col pusher) ma nessuna empatia nonostante interpreti altrove clamorosi (Driver e Gerwig). Per l'autore aria di crisi post matrimonio.
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