Roger Waters The wall - Film (2014)

Roger Waters The wall
Locandina Roger Waters The wall - Film (2014)
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Roger Waters the Wall
Anno: 2014
Genere: musicale (colore)

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La nostra recensione di Roger Waters The wall

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Introdotto da un commovente monologo dell'attore irlandese Liam Neeson, che ricorda quando assistette al concerto originale di "The Wall" nel 1980 e pianse capendo quanto i concetti di alienazione alla base del progetto fossero gli stessi che provava lui in altri ambiti, comincia l'ennesimo sfruttamento di uno dei dischi cardine non solo della storia dei Pink Floyd ma della musica tutta; un'opera di enorme complessità sostenuta da uno svolgimento che si snoda mentre dietro alla band viene costruito un gigantesco muro destinato a nasconderla prima di essere abbattuto nel finale. I temi del concept originale col tempo tendono a sfumare sempre più, qui sostituiti da un viaggio nella memoria visualizzato...Leggi tutto nel percorso compiuto da Waters dal cimitero in cui venne sepolto suo nonno George Henry, deceduto nella Prima Guerra Mondiale, a quello in cui riposa suo padre Eric Fletcher, a Cassino (morì ad Anzio nel corso della Seconda Guerra Mondiale). Sono brevi frammenti on the road inseriti qua e là durante il concerto (con Waters a dialogare con amici e parenti o più spesso in silenzio a contemplare paesaggi funebri) che tentano una difficile fusione con l'esibizione live e talvolta sembrano prolungati oltre il dovuto. Il momento in cui però un aereo vola bassissimo sopra la testa di Waters al cimitero e attacca "In the flesh" calandoci d'improvviso nella dimensione concertistica facendo irrompere con inusitata potenza la musica dà la misura della qualità del suono e dell'esecuzione - magnifica e in un certo senso rigorosa - della band di Waters. La scaletta è naturalmente quella degli show del 1980 e 1981, in cui "Empty Spaces" era sostituita dall'inedita "What Shall We Do Now?". La differenza (oltre a qualche divagazione strumentale in coda ad alcuni pezzi) è il reintegro di "The Show Must Go On", presente su disco ma al tempo mai eseguita dal vivo. Una rilettura completa insomma, la cui unica pecca - ovvia - è l'assenza della voce e soprattutto della chitarra di Gilmour, entrambe parti inscindibili dell'indimenticabile progetto originale. In aggiunta però un tale sfoggio di creatività nella resa visiva da far impallidire i concerti degli Ottanta, in cui il muro da abbattere era una semplice costruzione in mattoncini banchi. Oggi sugli stessi vengono proiettati disegni e immagini dall'impatto fenomenale, snodati in orizzontale per coprire il lungo muro: graficamente un lavoro impressionante, che se già a vederlo "live" era superbo, inquadrato al meglio diventa la testimonianza di un lavoro realmente straordinario, quanto di più originale e all'avanguardia sia stato mai fatto dai Pink Floyd. In una sala attrezzata con 4K e Dolby Atmos si viene letteralmente travolti da un fiume di musica e immagini da far rabbrividire e che, al di là dei gusti personali, offre uno show totale in cui costumi, effetti speciali, suoni, colori concorrono a dare la vera dimensione della grandeur watersiana. In chiusura un bel regalo agli appassionati dei Pink Floyd: Waters raggiunge Mason in un pub e insieme leggono, da una serie di bigliettini, domande rivoltegli dai fan sulla loro carriera e i loro rapporti. Un bell'esempio dell'ironia sempre brillante di Mason e – in questo caso – pure di Waters, con risposte talvolta spiazzanti, più spesso divertite.

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Tutti i commenti e le recensioni di Roger Waters The wall

TITOLO INSERITO IL GIORNO 2/10/15 DAL DAVINOTTI
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Paulaster 7/01/16 16:26 - 4900 commenti

I gusti di Paulaster

La stupidità della guerra e le conseguenze della perdita dei cari sono l’oggetto di questa reinterpretazione dell’opera di Waters, lirica nella sua drammaturgìa su palco mastodontico: il muro è emblema e lavagna per giochi di scritte e luci. Musica che lascia sbalorditi per potenza e precisione, anche se la mancanza di Gilmour si nota (specie negli assoli, riprodotti uguali). Il viaggio nella memoria di Waters è simbolico per i luoghi e per il suo personale commiato. Riesce a essere toccante sulle immagini dei soldati tornati a casa.

Il ferrini 9/05/16 23:24 - 2691 commenti

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Indubbiamente uno spettacolo di prim'ordine, grazie soprattutto alla travolgente componente multimediale (luci e proiezioni) che diventa preponderante rispetto a quella teatrale. Gli inserti documentaristici, pur realizzati con grande cura - soprattutto della fotografia - non sempre si integrano alla perfezione ma alcuni di essi sono indiscutibilmente toccanti. Inserire "Comfortably Numb" con David Gilmour sarebbe stato un gran regalo, ma evidentemente Waters ha voluto sottolineare che The Wall è figlio suo. Solo suo. E in effetti è quasi vero.

Galbo 5/06/17 06:43 - 12654 commenti

I gusti di Galbo

Già "sfruttata" in molteplici occasioni, l'opera rock di Waters rinnova ad ogni esecuzione la freschezza compositiva e la struggente attualità sociale e politica. Questa esecuzione live è impreziosita da inserti filmati realizzati in luoghi particolarmente evocativi per l'artista. L'esecuzione live è neanche a dirlo magistrale e realizzata con un comparto tecnico di altissimo livello che fa felici gli audiofili e i tantissimi estimatori del musicista. Manca, è vero, il contributo di Gilmour ma per una volta si tratta di un peccato veniale.

Samdalmas 12/09/18 19:12 - 302 commenti

I gusti di Samdalmas

Roger Waters ha realizzato il suo sogno di portare dal vivo il celebre doppio album dei Pink Floyd. Uno spettacolo grandioso che viene immortalato in questo film. Ci sono anche le immagini del suo viaggio sulle orme del padre caduto in guerra. Sono momenti suggestivi, ma il concerto è la parte migliore. Ormai è diventato lui l'unico protagonista della sua opera rock. Non ci sono riferimenti al capolavoro di Alan Parker dell'82. Il grande musicista è fatto così. Prendere o lasciare.

Nando 11/04/20 22:21 - 3906 commenti

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Il genio musicale di Waters prende veste in questa pellicola concettuale, in cui tra le eccellenti performance musicali si osserva la ricerca dell'artista dei luoghi in cui i suoi antenati, padre e nonno perirono. Il disprezzo per la guerra emerge in maniera totale e in seguito tutto appare di altissimo livello: le sue riflessioni, certe canzoni realizzate con un gruppo notevole. Comunque vederlo dal vivo rende di più.

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