Robodoc - Film (2009)

Tardissima variante (demenziale) del classico di Verhoeven, il film di Stephen Maddocks targato National Lampoon recupera in chiave semiparodistica e ambientazione ospedaliera l'idea dell'automa che assiste l'uomo in mansioni delicatissime. Naturalmente lo spirito del National Lampoon non è tradito e siamo di fronte a una goliardata di nessun peso, con abbondanza di gag volgari e nonsense modestissimi. L'apertura, che sfrutta una vecchia idea pubblicitaria citata anche altrove, mostra l'enorme cartellone di una donna con le poppe al vento per farci udire poco dopo il rumore di un gigantesco incidente sottostante. Entra in...Leggi tutto scena un laido avvocato (Babel) noto per le sue incessanti cause ai medici e si saltabecca tra tribunale e ospedale, dove il direttore informa il consiglio del problema: i medici sono fallibili, le cause continue incidono pesantemente sui pur cospicui introiti e c'è da trovare un rimedio. Detto fatto: uno specialista del campo (David Faustino) appronta un robot (Haze) in grado di fare per i pazienti quello che Robocop faceva per annientare i criminali. Il primo test non funziona troppo bene: Robodoc stritola i testicoli del poveruomo sotto analisi e va in crash! Ma è questione di mettere a fuoco qualcosa e tutto tornerà a quadrare, facendo la felicità di chi incassa e portando alla disperazione l'avvocato di cui sopra, il quale si trova costretto a individuare un punto debole del robot per porre rimedio alla catastrofe. Spazio intanto alla bella dottoressa (Bennett) ex fidanzata del giovane di cui l'automa ha le fattezze: cura i bimbi strabici e si sente inevitabilmente attratta dal buon Robodoc. Le spetterà la parte “sentimentale” del film, fortunatamente limitata dal momento che il focus sono le avventure, i primi ostacoli e i grandi successi di Robodoc conditi da un po' di gag demenziali da corsia (c'è la Morte con falce e mantello che bazzica sovente la sala d'aspetto), di battute spesso desolanti tra medici (tra questi il Michael Winslow di SCUOLA DI POLIZIA, che piazza un paio dei suoi “rumori”), di ovvio scetticismo nel primario che aveva spinto perché si incrementasse il personale. William Haze come Robodoc funziona e sa comunicare una certa simpatia, nonostante sia costretto a una necessaria fissità nello sguardo, mentre il ruolo più tipicamente da Lampoon è quello dell'avvocato che gira in auto con l'adesivo “denuncio medici” sul retro: scatenato, clamorosamente sopra le righe, Kenny Babel si giova comunque di qualche dialogo spumeggiante, di una ferocia cinica caricaturale spassosa e di un esagerato attaccamento al denaro che lo porta a un prolungato orgasmo non appena fa due calcoli vantaggiosi con la cassa. In ospedale il divertimento è minore (in tema sono meglio i giovani dottori in amore di Garry Marshall) e Robodoc (espressione a parte si presenta nell'aspetto come un medico qualunque), esaurite le sorprese iniziali, poco fa in attesa dell'inevitabile controffensiva dell'avvocato. Comicità elementare, qualche bellezza poco vestita e sparute tracce del glorioso politicamente scorretto del Lampoon (si veda la pubblicità pro-bambini strabici) non bastano a salvare un film meno volgare del previsto ma superfluo e poco divertente.

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