Privates on parade - Film (1983)

Ambientato durante la guerriglia tra il Commonwealth e le forze di Liberazione di Malaya, in Singapore, poco dopo il Secondo Conflitto Mondiale, il film è tratto da una pièce di Peter Nichols che immaginava come lì (dove lui stesso era stato) i soldati dell'esercito inglese venissero intrattenuti da un gruppo militare chiamato SUDSEA (Song and Dance Unit, Southeast Asia). Poco quindi si vede della guerra, confinata ai margini di un mondo in cui al centro c'è lo show del capitano Terri Dennis (Quilley), gay come molti altri appartenenti al gruppo. Seguendo l'arrivo al campo di un giovane attore del SUDSEA capiamo come funzionino le cose all'interno della compagnia di spettacolo un po' come se fossimo...Leggi tutto in una sorta di M*A*S*H* all'inglese, dove l'atmosfera è goliardica e il ruolo del maggiore integerrimo retto da un John Cleese al solito ottimo nella replica del suo personaggio di sempre: assolutamente etero, un po' fesso e rigidissimo, il suo maggiore Giles Flack è colui attorno al quale si concentrano le gag migliori, comunque presenti in numero assai basso. Al di là delle apparenze l'ironia è infatti contenuta e molto spazio è lasciato alle esibizioni cantate dal gruppo sul palco, senza che nemmeno troppo ci si curi delle reazioni dell'esercito regolare, di fatto escluso dalla scena. Ci sono quindi gli scherzi tra i componenti dello spettacolo, le ronde del maggiore per verificare che tutto funzioni, gli sbrodolamenti teatrali di un Denis Quiley indubbiamente molto in parte, qualche sparuta presenza femminile a movimentare un po' il tutto assieme alle musiche di Denis King, dai toni decisamente farseschi. Non ci si può sbagliare insomma: al di là di qualche inserto in bianco e nero la guerra resta al di fuori. La virtù migliore del film sono le ottime interpretazioni del cast: non solo Cleese e Quilley (i due protagonisti), ma tutti mostrano di saper entrare al meglio in parte favorendo un clima piacevole che esalta la coralità dell'operazione. E' purtroppo la sceneggiatura a difettare. In realtà poco succede e il tutto appare troppo frammentario: scene incollate come sketch sconclusionati senza che se ne capisca il vero senso, dal momento che la risata non viene nemmeno ricercata, salvo rare eccezioni. Certo fa sempre piacere vedere Cleese alle prese con una replica delle macchiette che l'hanno portato al successo coi Monty Pyhthon e non solo, ma se il personaggio ha così poche sfumature comiche rischia di deludere. Così come il film, in fin dei conti.

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