Petrocelli - Serie TV (1974)

Purtroppo, rispetto al film (in pratica l'episodio pilota), la serie tradisce le premesse iniziali per diventare una qualsiasi serie di stampo legale tipo Perry Mason o Matlock, ma non riuscendo a eguagliarne la bellezza e la qualità. Evitabilissimo, viene passata alla nausea sulle reti regionali.

La serie tv racconta i casi di un giovane avvocato italo-americano, felicemente accasato, a cui si rivolgono soprattutto persone di non alte possibilità economiche. Personaggi, episodi, confezione generale dell'opera non sono gran che: non c'è niente che rimanga impresso. Ma tutto sommato ogni singolo episodio riesce a dosare un po' di azione, un po' di investigazioni e un po' di tribunali, riuscendo ad avere un suo senso e facendosi vedere senza rimpianti.

Serie tv di non grande successo (durò solo due stagioni, dal 1974 al 1976) ma che fu trasmessa in tutto il mondo con un certa capillarità. Gli episodi sono piuttosto avvincenti e dotati di un buon ritmo narrativo che, seppur datato, è ancora efficace. Interessante l’uso del flashback per districare il caso che di volta in volta il solerte avvocato Petrocelli va a ad affrontare. Stupenda la sigla strumentale di Lalo Schifrin.

Serie tv che fa da sequel, con lo stesso attore (Barry Newman), al film Al di là di ogni ragionevole dubbio, del 1970. L'avvocato Tony Petrocelli, che vive in una roulotte assieme alla moglie, mi ha sempre fatto l'impressione di un Perry Mason "povero" ma simpatico. Azzeccato anche l'investigatore texano che l'aiuta, impersonato dal caratterista Albert Salmi, molto sensuale Susan Howard (Dallas), nel ruolo della moglie. Appassionanti le ricostruzioni dei delitti, simpatico il doppiaggio italo-siculo di Enzo Consoli. Non male, da due e mezzo.