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Tutti i commenti e le recensioni di Of freaks and men

TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/10/15 DAL BENEMERITO SCHRAMM
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Schramm 7/10/15 17:03 - 4085 commenti

I gusti di Schramm

Steineck via Browning, sospinto da un’esasperazione formale che tutto contamina e zavorra e che rasenta il pavoneggiamento (lo scimmiottare il cinema muto, la seppiata fotografia che rivernicia di caramello la putrefactio mundi, il maniacale decor scenografico), che d’acchito stupefà, per poi stuccare e far perdere di vista il cardine (la carne exploitata e umiliata, speculum controcampo contrappunto di una Russia spiritualmente fratturata e fisicamente disgregata), quasi che l’estetica sia infrangibile diaframma tra forma e sostanza. Scaltra maniera o neo-neodecadentismo? Si resta dubbiosi.

Daniela 14/10/15 08:53 - 13474 commenti

I gusti di Daniela

Con la complicità di un fotografo imberbe/imbelle, due turpi individui trafficano in materiale pornografico: fanciulle più o meno innocenti fustigate da vecchie tate, signore cieche percosse da serve proterve, gemelli siamesi canterini denudati... Balabanov gira un film muto in bn, ma lo fa parlato e a colori (50 sfumature di seppia), racconta una storia "calda" di prevaricazioni/perversioni ma la raffredda con il gelo pungente dell'ironia: il risultato spiazza, ma infine conquista per l'originalità stilistica, l'estrema cura nelle inquadrature, i tocchi sadiani.
MEMORABILE: La partenza dei gemelli, in cui tutti i viaggiatori in battello hanno valige con un disegno quadrettato simile alla stoffa dell'abito del fotografo

Pigro 6/04/17 11:12 - 10217 commenti

I gusti di Pigro

Una ragazza e due gemellini siamesi trasformati rispettivamente in modella di proto-filmini erotici e in fenomeni da baraccone da una gang spregiudicata. L’implosione della società borghese nella Russia pre-sovietica (ma anche nella realtà contemporanea) in un film dalle caratteristiche del racconto morale e dagli spunti grotteschi. La fotografia in un b/n più rugginoso che seppiato contribuisce a creare un’atmosfera antiquaria ma anche morbosa. Sottile il parallelo tra perdizione e avanzamento tecnologico. Con finale amaramente pessimista.

Hart crane 15/08/25 14:09 - 84 commenti

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Balabanov ritrae uno spicchio di società zarista da una prospettiva domestica e con un’ironia sovversiva che fa a brandelli il malaffare di una paleopornografia contagiosa così come il tessuto nobiliare di una comunità in decomposizione. Come in ogni epoca di crisi, corrotti e corruttori annaspano pericolosamente lungo gli stessi circuiti. Uno sguardo al cinema muto e una strepitosa fotografia. Refrain del film una locomotiva che scorre sempre sullo stesso binario, di fronte alla stessa baracca, indizio di una stagnazione sociale ma anche di un possibile futuro viaggio liberatorio.
MEMORABILE: Lo svelamento delle nudità dell’eterea Ekaterina.

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  • Discussione Schramm • 7/10/15 17:18
    Scrivano - 7835 interventi
    un altro opus cotolesque ove balabanov continua a circumnavigare l'esilio del sé che diventa diapason dell'espianto di una nazione dalla propria identità, rilanciando l'adesione a una letteratura (il più possibile tradita per essere a essa il più possibile fedele) e non mancando di fare la serenata al balcone del cinema dei primordi, che ha anche garantito i primordi della pornografia che ha finito per svilire il corpo umano e per conseguenza il corpo planetario. come già in morfiy, il declino corporeo è vaso comunicante di quello geopolitico e spirituale, la storia è la sfera di cristallo che ci fa intravedere il futuro, o meglio l'assenza di esso, un eterno presente volto allo stillicidio. in mezzo a tanta putrefazione, non resta che l'esasperazione formale, la nostalgia per il rigore e la purezza.

    balabanov ripete l'assolo paganiniano già esibito in morfiy, ma distaccandosi dall'asciuttezza estrema che là finiva con l’avvolgere progressivamente senza che fosse possibile accorgersene se non a film terminato

    stavolta opta per un esubero estetico reso da una mise fotografica seppiata patina metaforica di un mondo che davanti all'evidenza della fine recita ancora malamente la parte dell'aristocratico. scelta estetica che affascina sulle prime, ma finisce con l'infastidire sulle poi, e a ingenerare il sospetto di una maniera che tutto sclerotizza, o quanto meno il dubbio circa la sincerità dell'operazione.

    ai convocati l'ardua sentenza.

    (p.s.: zender, la monocorde fotografia costantemente seppiata mi ha indotto nella tentazione di schedare il film in b/n, ma essendoci anche delle parentesi in effettivo b/n, ho finito coll'optare per il colore. a te valutare se ho fatto bene)
    Ultima modifica: 7/10/15 17:19 da Schramm
  • Discussione Zender • 7/10/15 17:57
    Capo scrivano - 49280 interventi
    No, già seppiato in fondo non è b/n, quindi hai fatto bene.
  • Discussione Daniela • 7/10/15 22:53
    Gran Burattinaio - 5954 interventi
    questo era già in saccoccia, per cui conto di vederlo a breve :o)