Nightbitch - Film (2024)

Tematiche complesse, come l'annullamento di se stessi per un'altra vita; e la non comprensione di chi invece dovrebbe fungere da supporto. Qui il tutto non viene particolarmente approfondito; è piuttosto la scusa per mostrare la metamorfosi rigenerante della protagonista, ma difficile da accettare per chi vive in una realtà abitudinaria, dove ognuno ha un posto e, soprattutto, un ruolo pre definiti (e se c'è anche del talento...). Singolare, non completamente riuscita, la pellicola ha comunque dalla sua l'interpretazione della Adams. Più convincente la prima metà del film.

Horror non pervenuto. Ma neanche thriller. Il tema del film è la maternità, con tutti i cambiamenti psico-fisici che comporta. I primi minuti, nell'ambito della commedia (perché questo è) sono buoni, si sorride. Poi arriva la trasformazione in cane, mutazione che di fatto non si vede, ma questo è l'ultimo problema del film. A una donna che mangia nelle ciotole, scava buche in giardino e ammazza il gatto, un figlio verrebbe tolto. Ma la regista vuol raccontare l'emancipazione dal ruolo materno, salvo poi rimangiarsi tutto in un finale da MulinoBianco. Poche idee ma confuse.

Un'artista mette da parte il lavoro per dedicarsi completamente al proprio bambino, ma piano piano assume atteggiamenti singolari. Peccato che un'idea così bizzarra e originale sia stata utilizzata malamente per un film che è impossibile da inserire in una categoria specifica (dramma, thriller, horror?) ma che comunque sa di irrisolto e infine delude, anche per colpa di una protagonista (Adams) a tratti un po' troppo sopra le righe nonostante il personaggio che interpreta si presti a sfumature varie. Il ritmo si celere solo nella seconda parte (ovvero in prossimità dell'epilogo).

Artista che ha dovuto rinunciare al lavoro per dedicarsi a tempo pieno alla cura del figlio inizia a manifestare modificazioni fisiche e comportamenti "animaleschi"... Le metafore sono come le barzellette: per funzionare non devono essere spiegate, mentre qui invece tutto è spiattellato dalla voce off della protagonista, che illustra cosa significhi essere madre e come sia bello riscoprire la propria natura canina. Amy Adams si mette in gioco ma eccede in overacting mentre il film perde via via interesse per risolversi in un banale epilogo all'acqua di rose: tanto abbaiare per nulla.