Millennium - Quello che non uccide - Film (2018)

Millennium - Quello che non uccide
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: The Girl in the Spider's Web
Anno: 2018
Genere: thriller (colore)
Note: Sequel di "Millennium - Uomini che odiano le donne" (2011).
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Dal primo romanzo apocrifo della serie (non più scritto cioè dal defunto Stieg Larsson ma dal suo continuatore “ufficialmente riconosciuto” David Lagercrantz) un film che tenta disperatamente di recuperare parte della magia che aveva permesso soprattutto all'indimenticato primo capitolo di dare forte tridimensionalità al personaggio di Lisbeth Salander. Ormai ogni azione si riconduce a lei, che ha assorbito in sé l'intero significato di una saga che già col numero due aveva perso per strada il fascino del mystery per trasformarsi in un'epopea la cui primaria ragion d'essere era diventata l'azione. Qui ormai siamo in pieno recupero da MISSION: IMPOSSIBLE...Leggi tutto, con Claire Foy che - incapace di donare al personaggio di Lisbeth lo stesso fondamentale carisma della Rapace (ma anche di Rooney Mara, che nel remake di Fincher aveva fatto un buon lavoro) finisce col ridurre a routine lo sguardo un po' perso e il broncio di prammatica tipici del personaggio per pensare soprattutto a scansare esplosioni, pallottole e quant'altro. Le appiccicano anche una sorella che vediamo vicina al padre nell'incipit e che le cronache vogliono morta, pronta invece a risaltar fuori più avanti giusto per cercare di dare un po' di spazio anche al passato di Lisbeth. In realtà né la Salander né altri (non parliamo del redivivo Blomqvist, presenza fugace la cui incisività e incidenza sulla storia è pari a zero) mostrano un briciolo di spessore, tutti asserviti con caratterizzazioni da action di quarta categoria a un'impostazione che segue - con qualche formalismo in più concesso dal buon budget - le strade tracciate dai più banali esempi del genere. Un paio di buone idee (l'inseguimento con fuga in moto sull'acqua ghiacciata ad esempio) e l'indubbio fascino delle innevate location svedesi non bastano certo a risollevare le sorti di un film che dal punto di vista della narrazione si fa subito tremendamente confuso, con una prima parte in cui al solito si spiega ben poco; colpa anche della scarsa loquacità di tutti a cominciare da Lisbeth, naturalmente, che per sua natura comunica con l'abituale monoespressione e alla quale manca però qui l'appeal da autentica disadattata che era invece perfettamente nelle corde della Rapace. Claire Foy, pur buona attrice, non sembra una sostituta all'altezza, ma d'altra parte nessuno spicca in un cast di volti anonimi al servizio di una storia in cui i flashback sono pretestuosi quanto il riferimento al ragno che compare nel titolo originale.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 2/11/18 DAL BENEMERITO DIGITAL POI DAVINOTTATO IL GIORNO 6/03/19
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Digital 2/11/18 14:25 - 1260 commenti

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Lisbeth Salander torna in azione quando viene contattata da uno scienziato informatico per recuperare un programma potenzialmente letale. Questo nuovo capitolo della saga si contraddistingue per un ritmo particolarmente vivace, tra inseguimenti, pestaggi e torture di ogni tipo. La Foy non fa affatto rimpiangere le illustri colleghe che l’hanno preceduta, dimostrandosi adatta al cupo ruolo di hacker perennemente adombrata. Notevole la Hoeks come psicopatica sorella. Tocca sorvolare su improbabilità assortite, ma l'intrattenimento è assicurato.

Mco 21/01/19 22:35 - 2361 commenti

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Fuori Rapace (e Rooney Mara), dentro Claire Foy. Il cambio di formazione non apporta benefici a questo reboot legato a ciò che nacque dalla penna di Stieg Larsson. Si lasciano per strada le componenti vindici e morbose per lanciarsi in una corsa a perdifiato tra strade, ponti e palazzi, come in un comunissimo spy action. Manca la carica di adrenalina cui la saga ci aveva abituato e l'idea di scrutare il passato della protagonista non è sfruttata in maniera compiuta. Indi resta un film che si può guardare senza troppe pretese di sorta.
MEMORABILE: L'incipit con le due giovani sorelle Lisbeth e Camilla.

Galbo 19/02/19 08:04 - 12556 commenti

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Tratto dal quarto volume (apocrifo) della serie iniziata da Larsson, questo adattamento cinematografico si rivela un buon film. Alvarez sceglie bene la protagonista, la brava Claire Foy, che da regge (quasi) da sola il peso della pellicola vista la scarsa consistenza degli altri personaggi e dei relativi attori, non memorabili. Funzionano la gelida ambientazione svedese e le scene d’azione ben realizzate, tipo quella dell’inseguimento sul ponte mobile. La trama è un po’ intricata ma nel complesso il film “funziona”.

Capannelle 5/03/19 16:19 - 4513 commenti

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Diciamo che la Foy viene impiegata per quasi tutto il girato e maltrattata in più maniere. Un ruolino di marcia simile ai precedenti episodi ma che sembra perdere qualcosa come spinta e come coinvolgimento emotivo nell'insieme, nonostante non manchino sequenze interessanti (il ponte, lei imprigionata nel latex) ma talvolta anche esagerate (il tiro a segno da lontano). Belli i paesaggi e le ambientazioni nella fredda Svezia, che compensano alcune carenze nelle sequenze action.

Ira72 5/08/19 14:44 - 1346 commenti

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La sceneggiatura tipica del thriller si sviluppa nella prima, serrata, mezz'ora ove si intrecciano più situazioni che andranno, inevitabilmente, a collegarsi. Inizio suggestivo e riuscito. Dopo, il film si trasforma sostanzialmente in un action con scene realizzate egregiamente, impattanti, mozzafiato. Purtroppo, però, le forzature sono spesso troppo plateali e surreali e gli interpreti poco incisivi. Fatta eccezione per la Foy che ben si accompagna all'ambiente cupo e gelido che la circonda. Finale inverosimile che contribuisce ad abbassare la media generale.
MEMORABILE: Lisbeth dentro al sacco di lattice.

Magerehein 5/06/22 11:29 - 1136 commenti

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Impietoso il confronto con l'altro adattamento USA della saga, specialmente per quanto riguarda cast e colonna sonora. In una minor durata vengono frettolosamente risolte troppe cose, esaltando invece scene d'azione spesso inverosimili (la fuga sul ghiaccio, l'assalto finale da videogame). I personaggi non sono espressivi (al bimbo ammazzano il padre davanti e pare non importargliene...) né approfonditi, sembra che agiscano senza un perché. La Foy, pur non avendo l'aspetto giusto, alza un po' il livello (ma il suo personaggio ha doti di resistenza eccessive). Dozzinale e deludente.
MEMORABILE: L'uomo senza faccia; In negativo: la Salander viene ferita, soffocata, anestetizzata, e subito dopo insegue gente come se niente fosse.

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  • Discussione Raremirko • 28/03/21 20:20
    Call center Davinotti - 3863 interventi
    Tutto sommato sottovalutato: bene regia ed interpreti (la Foy è lanciatissima), Fincher in produzione esecutiva (anche se la regia di quest'ultimo era superiore), bene ritmo e musiche.

    Non sfigura tanto se paragonato agli altri film della saga, ma questi eran un pò più ispirati/originali.

    Buono.