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Tutti i commenti e le recensioni di Magnifica ossessione

TITOLO INSERITO IL GIORNO 8/05/07 DAL BENEMERITO IL GOBBO
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Il Gobbo 8/05/07 14:20 - 3015 commenti

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Un aitante playboy causa, involontariamente, la morte di un medico e la cecità della moglie. Sconvolto dai rimorsi, aiuta la donna senza che lei lo sappia... Titolo proverbiale per un classico melò di Sirk, autriaco espatriato specialista di melodrammi bigger than life, non solo negli esageratissimi copioni ma soprattutto nella messa in scena di fastosa ricchezza formale, cromatica e linguistica. Raro caso di cinema che mette d'accordo la casalinga di Voghera e il cinéphile più puzzoso.

Rebis 27/08/07 16:27 - 2478 commenti

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Complesso melò che predilige l’affondo psicologico all’abbandono emotivo. Sirk tocca zone scottanti dell’animo umano attraversando, incolume, savie e non banali riletture della dottrina cristiana: responsabilità a fronte del senso di colpa e sacrificio dell’io quale rimarcazione dello sviluppo del sé. Chiede sempre pegno sia alla coerenza formale - le scenografie corpose e le luci smaglianti - che stilistica - la progressione drammaturgia solenne sa cogliere in flagrante il suo pubblico - conducendo per mano anche lo spettatore più smaliziato.

Enricottta 30/08/09 16:23 - 506 commenti

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Il film ha una trama intrigante che accompagna diligentemente lo spettatore, che si fa accompagnare ben volentieri. Bello e siccome nelle finalità del regista vi si ravvisa una sconcertante ricerca della forma, l'azzimato Hudson e la seducente Wyman fanno al caso suo. Solo che non si è calcolato l'effetto finale della pellicola che viaggia da sola, trasformandosi in un bel racconto romantico, condito di un po' di cattiveria.

Daniela 28/01/10 15:06 - 13294 commenti

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Un ricco ed ozioso playboy, ossessionato dalla vedova dell'uomo di cui ha provocato involontariamente la morte, intraprende un percorso che cambia la vita di entrambi. Condita da un erotismo edipico (Wyman, benché più anziana di Hudson solo di una decina d'anni, è più plausibile come madre che come amante), con una trama d'appendice alle soglie del ridicolo involontario, è la quintessenza della visione sirkiana del melodramma, capace di sublimare la spazzatura con la forza di uno stile fiammeggiante eppur rigoroso, dai colori passionali e pastosi.

Galbo 27/01/10 07:23 - 12658 commenti

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Titolo che descrive appieno il senso e il contenuto del film. Melodramma sentimentale all'ennesima potenza, esprime al massivo l'estetica del cinema di Douglas Sirk, fatto di passioni, drammi e amori e dalla grande eleganza formale. Gli attori si rivelano funzionanti strumenti nelle mani del regista e forniscono una buona prova d'insieme.

Giacomovie 29/03/10 11:27 - 1411 commenti

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Bel dramma girato in un periodo in cui il cinema sapeva sviluppare a dovere la parte melodrammatica e in questo campo Sirk sapeva il fatto suo. I temi trattati sono di religiosa nobiltà d'animo, come l'anonimo aiuto al prossimo e il dedicare le proprie forze ad un sublime ideale. La storia però regge fin quando lei diventa cieca e lui decide di farsi medico. A quel punto il finale diventa scontato. Sembra obsoleto più per il look superato dei personaggi che per la sua struttura. ***

Mickes2 27/03/14 12:46 - 1672 commenti

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Glaciale e mellifluo melodramma che Sirk porta incredibilmente a compimento tramite una storia al limite dell’inverosimile. Messinscena raffinatissima con punte di kitsch e luci soffuse per un gioco di ruoli e passioni; affondo psicologico nell’elaborazione del lutto e nel senso di colpa. L’accettazione della perdita che si scontra col bisogno di espiazione, l’amore fulmineo che diviene ossessione – magnifica – nell’idea pressochè autolesionista di trarre in salvo qualcuno rendendolo felice fino ad annullare quasi interamente la propria persona.

Modo 22/05/14 17:51 - 983 commenti

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Bel film melodrammatico, che sa sviluppare adeguatamente la storia. Intrigante per essere un film degli anni '50. La messinscena è veramente di alto livello. Molto vivi i colori, quasi pastello. Gli attori sono convincenti e accompagnano il regista a un bel finale, anche se al the/end il tutto è un po' scontato.

Patchouli 30/03/15 23:38 - 1 commenti

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Sebbene a innescare l'amore sia un continuo gioco di carambole, nulla sembra essere lasciato al caso in questo sfolgorante melodramma firmato Douglas Sirk. Come il lavoro sulla messinscena restituisce un esito di eleganza davvero fitta, così la direzione degli attori assurge a nuovo paradigma di compostezza classica, mentre la regia si produce in una sequela di languidi MPP nei quali a farla da padrone sono sempre gli afflati di desiderio dei due protagonisti. Le note di Chopin e un mantra indimenticabile impacchettano il tutto, magnificamente.
MEMORABILE: Once you find the way, you'll be bound. It will obsess you. But believe me, it will be a magnificent obsession.

Siska80 6/07/20 16:22 - 5108 commenti

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Melodramma sul tema della redenzione cui si può giungere attraverso un grande amore. Buono il cast, affiatati i protagonisti, bella la fotografia, qualche taglio qua e là lo avrebbe reso meno pesante. Rimane comunque un prodotto non eccelso, in sostanza la solita escalation di disgrazie che culmina con un lieto fine decisamente forzato, forse per metterne in risalto la morale: l'amore e la speranza possono compiere miracoli.
MEMORABILE: L'incidente di Helen.

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Puppigallo 9/03/22 19:07 - 5495 commenti

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Clamoroso melodrammone dove i violini la fanno da padrone e il sentimentalismo cola da tutte le parti. Eppure lo si segue con discreto interesse, soprattutto per capire quanto dovrà ancora pagare il protagonista prima di riequilibrare l'asse che lui stesso ha paurosamente sbilanciato. I protagonisti si impegnano parecchio; e rendono piuttosto bene l'idea di ciò che sono: due infelici che starebbero bene insieme, ma che per eccessivo altruismo di lei non riescono a unire le loro esistenze. Come pellicola ha fatto il suo tempo, ma è ancora in grado di avere un suo chiaro perché.
MEMORABILE: La porta della stanza d'ospedale stile saloon; "Io ballo sempre con gli occhi chiusi".

Cerveza 15/05/23 19:53 - 817 commenti

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Uno stimatissimo medico malato di cuore cede il suo respiratore affinché venga usato per soccorrere un ricco giovinastro vittima di un incidente. Il ragazzo si salva, ma purtroppo il suo benefattore non è altrettanto fortunato. Melenso melodramma un po’ facilone che inciampa frequentemente in ingenue inverosimiglianze. Stupendo invece il cromatismo della confezione, con rilassanti dominanti acquamarina e turchesi, molto di moda in quegli anni. Stupenda la Rush, che avrebbe composto con Hudson una coppia anagraficamente più congrua (al netto dell'indicutibile fascino della Wyman).
MEMORABILE: “Non ha un po’ di cervello?”, “E che gli servirebbe? Ha quattro milioni di dollari…”.

Katullo 25/07/24 18:28 - 421 commenti

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Remake di "Al di là delle tenebre" del 1935 per la regia di John M. Stahl, a sua volta tratto da un romanzo di Lloyd C. Douglas del '33. Hudson versione iettatore pentito anticipa di oltre mezzo secolo i temi del Will Smith di Muccino, pur se qui il dramma si fa romantico ben oltre la missione espiatoria. Ed è proprio il combinato sentimentale che rende l'insieme poco attendibile. Un peccato poiché gli interpreti e i colori, le musiche altisonanti, le luci e le location, valgono tutti il biglietto. Uno di quei casi in cui la sceneggiatura imprigiona la qualità di un buon melodramma.

Myvincent 7/04/25 22:26 - 4005 commenti

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Un ricco playboy superficialone un giorno capisce il valore immenso dell’altruismo e cambia completamente punti di vista. Un film in cui tutto è sintetico: la relazione dei protagonisti, il buonismo rancido dell’ultima ora, persino i fondali dipinti a cui si affacciano le finestre dei vari interni. Hudson si sforza di essere attratto dalle donne, mentre cominciano a imbiancarsi senza via di scampo ciuffo e basette… Diabetogeno.

Giùan 19/04/25 18:08 - 4946 commenti

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Il primo melò Universal in Technicolor di Sirk non è ancora un capolavoro "panoramico", ma proprio il suo essere esibitamente scentrato, il suo procedere letteralmente a tentoni, addentrandosi in una trama, al contempo bizzarra e risaputa, come un cieco in un labirinto, ne ha fatto una sorta di perfetta, miracolosa metafora dell'ossessione cinematografica. Già in precedenza il danese aveva vagheggiato, in forma di commedia, di una religione archetipica che coniugasse filantropia e denaro, ma lo smantellamento dei valori capitalistici sarà più sottile e definitivo qualche anno dopo.
MEMORABILE: L' incipit frenetico con l' incidente in acqua; Le interpretazioni di Wyman e Hudson.

Bibi 9/05/25 20:10 - 161 commenti

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Melodramma molto convenzionale in cui un uomo ricco, bello e scapestrato si innamora perdutamente di una vedova alla quale aveva involontariamente causato la morte del marito. La passione amorosa dell'uomo è così forte da farlo mutare radicalmente. Tutta la sceneggiatura ha evidenti forzature, con un cast che non brilla, ma che recita così come necessita un film del genere. Douglas Sirk infarcisce la sua opera di un sentimentalismo banale e improbabile, soprattutto nella seconda parte, mentre la prima parte si riesce a seguire prestandole maggior credibilità.
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  • Curiosità Patrick78 • 23/05/09 08:38
    Pulizia ai piani - 545 interventi
    Nel libro di Wensley Clarkson TARANTINO - THE MAN, THE MYTHS AND HIS MOVIES edito nel 2007 viene citato come uno dei film e delle fonti di ispirazione che più di ogni altro hanno influenzato la carriera registica di Quentin Tarantino.