Un giovane perito, al suo primo impiego, trova lavoro al banco dei pegni di Torino ed entra così in contatto con un sottomondo, ignorato dai più, dove si incrociano personaggi ora disperati, ora sordidi, talvolta cinici e profittatori. La crisi di coscienza del ragazzo sarà di breve durata. Il racconto è sobrio e asciutto, senza sbavature e concessione al sentimentalismo; l'ambientazione torinese evita la tentazione della banalità. Interessante.
Caimani dentro e caimani fuori da un banco dei pegni, a cui sempre più gente è costretta a rivolgersi per sbarcare il lunario. Una rappresentazione a incastro in cui si intrecciano i personaggi più diversi e in cui la comprensione umana ha ben poco e fuggevole spazio (vedi il giovane neo-assunto che ben presto si adegua). Sembra tutto molto reale ma si percepisce una costruzione che tende al patetismo, dal sapore irrimediabilmente televisivo, con qualche figura più azzeccata (il pensionato ridotto al lastrico, il responsabile dei pegni), ma negli altri ben poco spessore.
Un film che testimonia il crescente disagio sociale attaraverso tre storie che ruotano attorno al monte dei pegni di una grande città. La Dionisio riesce a comporre un quadro abbastanza significativo senza sensazionalismi, anche se qualche personaggio può apparire irrisolto. La fotografia e gli ambienti disadorni sottolineano la difficoltà vissuta dai nuovi poveri e il sottobosco che si insinua per lucrare alle loro spalle. Qualche attimo di respiro in più avrebbe forse giovato, mentre appare azzeccata la musica originale.
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No, Irene è una giovane torinese cresciuta sotto l'egida di Bellocchio e Segre. Dallo scorso anno, poi, è anche direttrice del Torino gay and lesbian film festival. Davvero promettente!
Mco ebbe a dire: No, Irene è una giovane torinese cresciuta sotto l'egida di Bellocchio e Segre. Dallo scorso anno, poi, è anche direttrice del Torino gay and lesbian film festival. Davvero promettente! grazie delle info bel film ma non credo lo abbiano visto in molti!!!