Parte malissimo, ma ha una ripresa straordinaria verso la fine. Non c'è da meravigliarsi, perché Piccioni è un regista in grado di condire con due o tre stili un argomento da esplicitare. In questo caso per una ragazza benestante ma sconfitta (in quanto disadattata in un mondo pieno di opportunismo e di ipocrisia) trova un rivestimento più ironico, più consapevole che melodrammatico, tanto che la conclusione è a libera interpretazione. Non per questo lesina di far sciorinare frasi agghiaccianti a certi suoi attori creando così un'opera valida e potente.
MEMORABILE: La situazione pesantissima della frase infelice di Roberta a Gabriella, che risponde "Non fa niente, tanto ormai l'hai detto".
La colonna sonora eccellente si insinua tra le pieghe dei fotogrammi esaltandone la trama: una storia dannata, quella di una giovane ragazza in cerca d'amore, usata e abusata da colui a cui la stessa si era concessa anima e corpo. Piccioni innesta nel film momenti di visionarietà e di erotismo puri in un tessuto narrativo altalenante, ma con una trama di innegabile fascino. La sensibilità si scontra con l'egoismo, tra violazioni corporali e pscicologiche, mentre il fruscio del mare sembra invitare ad andare oltre. Erotico e introspettivo.
MEMORABILE: Le disquisizioni di lui alla ragazza, vista come un corpo da possedere; Le confidenze lesbo; L'autoerotismo di lei allo specchio; La foto della Loren.
Rara "perla" del sottobosco cinematografico anni Settanta rimasta nel limbo della quasi invisibilità. Il titolo erroneamente pronostica una commedia sexy-scolastica tipica di quegli anni, in realtà è un garbuglio di generi tra il folle e il visionario in cui trovarci (o immaginarci, visti i tagli in censura) qualche venatura pruriginosa di fondo. Il ritmo sonnacchioso e il montaggio approssimativo non aiuta la visione, ma resta indubbiamente un singolare b-movie che val la pena di vedere. Molto buone le musiche.
L’insolita ambientazione massese (imperdibile per il sottoscritto) non risolleva un drammone erotico colmo di momenti imbarazzanti, con dialoghi contestator-giovanilistici da pelle d’oca e altrettanto agghiaccianti parentesi umoristiche. La discesa nel vizio della giovane protagonista è invece la parte più spassosa, condita con gradevoli momenti trash (lei gelosa in discoteca, i siparietti familiari) ed eccessivi (lo sconsolato finale). OST orecchiabile e regia volenterosa (psichedelia, split-screen) salvano il film dallo sfacelo.
MEMORABILE: Lo scambio di insulti tra padre e madre: uno spassoso Casa Vianello parolacciaro.
Un film bello strano, non del tutto ascrivibile a un genere preciso. Dramma, erotismo e commedia si mischiano non sempre brillantemente, soprattutto per colpa di una sceneggiatura che poggia su dialoghi perlopiù campati in aria. La prima parte è orribile e - nonostante il titolo - non si capisce bene chi sia la/il protagonista in questo gruppo di giovani che parla di vita e di sesso (ultra trash la lotta con il bullo di Orbetello). La parte conclusiva si fa più interessante e la qualità generale si innalza, nonostante "sentenze" che fanno scattare l'ilarità.
MEMORABILE: La battaglia fra motociclisti; Il rapporto con il professore; La sicurezza sessuale del gallerista.
Il titolo fa pensare a una commedia sexy, in realtà si tratta di un erotico con piccole tracce di drammatico. È un film ben strutturato e diretto con una certa precisione; l'unico handicap è l'eccessiva lentezza. La trama racconta le varie esperienze amorose ed erotiche di una giovane ragazza. Nulla di scosì particolare (all'epoca film di questo genere se ne giravano a centinaia), ma il film ha un certo fascino grazie soprattutto a una meravigliosa ad azzeccata colonna sonora. Molto brava la De Selle nel suo ruolo. Discreta la Borghi.
Film semplicemente agghiacciante dal punto di vista attoriale e della scrittura. Gli attori sono, per me, impresentabili ed i dialoghi mi sono sembrati davvero "osceni" (e non certo per la volgarità) e ridicoli oltre ogni limite. E così ciò che dovrebbe far male ed essere drammatico non solo non coinvolge mai e non fa indignare, ma a tratti fa pure ridere (vedi il momento memorabile) seppure in modo ovviamente involontario. Forse esistono regie e colonne sonore peggiori: ma ciò non
lo salva dal totale tracollo cinematografico.
MEMORABILE: I litigi tra padre e madre: dovrebbero essere furenti ma fanno ridere
Nelle intenzioni dell'autore le avventure sentimental-erotiche delle due amiche non sono finalizzate alla sola proposizione di scene piccanti, ma dovrebbero servire a raccontare un'intera generazione. Tale intento non trova mai una forma compiuta non tanto per le prestazioni abbastanza anonime dei protagonisti, ma per una sceneggiatura che non centra mai il punto e ruota su se stessa in una ridda di luoghi comuni. Certe scelte stralunate di regia (per esempio, lo split screen nella gara di moto sul molo) e lo sconcertante montaggio ricadono più nell'assurdo che nel bizzarro.
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Infatti, non ha molto senso parlare di versioni cut se quelle uncut non esistono.Senza togliere nulla alla segnalazione di Deep.
Quello di Tintorera si è un vero scempio.
In quel caso oltre a essere meritorio è anche opportuno segnalare la cosa, perchè chi lo ha visto cut e vuole visionare l'opera nella sua interezza almeno sa dove andare a parare..
Qui c'è poco da scegliere..
DiscussioneZender • 27/01/15 18:21 Capo scrivano - 48952 interventi
In realtà Deep ha detto che è tagliata in 7 scene e una è oscurata. Se è vero non si può che dire altro che grazie della segnalazione, aggiungendo poi semmai che comunque quella del csc è la copia più completa che si può trovare in giro; basta dirlo senza aggiungere cose che non han niente a che vedere con la segnalazione, corretta.
Tintorera è diverso: quella che definisci cut (ed è ovviamente vero ed è giustissimo farlo notare, sia chiaro) è la versione italiana del film, che è sempre circolata così. Il taglio non è da imputare alla copia che circola ma ai distributori italiani, che han deciso come spesso capita di operare tagli arbitrari per la nostra versione (vedi Cyclone, sempre per rimanere in ambito Cardona jr). Non ho mai detto che non sia giusto rettificare e obiettare, basta farlo senza sbroccare senza motivo.
Domani mi dovrebbero saper dire se esiste copia visibile in moviola all'Archivio. Un mio amico ci va per altri film. E' una cosa che interessa anche me.FAUNO.
Sì, dove ho visto Compagne nude e Raptus. Lì c'è il servizio moviola, che costa un po'più caro del CSC ma non perde come fascino. Se non c'è lì, l'unica è davvero o andare a Roma oaspettare che qualcuno trovi il 35 mm e lo sbobini...Se ce l'hanno lo vado a rivedere con la scheda per fare gli opportuni paragoni. FAUNO.
Purtroppo la notizia non è quella bella, ma coi titoli incredibili che stan cominciando a circolare adesso c'è da essere ottimisti che a breve sarà reperibile pure questo. Quindi pazientiamo ancora...:-)FAUNO.
Ecco l’elenco dettagliato (da “Italia Taglia”) dei tagli in censura giustamente segnalati da Deep in calce al post:
1) alleggerimento delle sequenze in cui le due donne scattano fotografie, con eliminazioni in particolare della scena in cui una delle ragazze si fa riprendere a cavalcioni sulla sedia con le gambe divaricate.
2) alleggerimento della scena della ragazza che si distende sullo specchio.
3) alleggerimento della sequenza del carosello sul letto con soppressione degli accoppiamenti in varie posizioni.
4) alleggerimento della scena in cui la ragazza si siede sui genitali dell'uomo.
5) alleggerimento della scena sul panfilo nelle parti più insistenti.
6) alleggerimento della scena erotica dinanzi alla libreria.
7) alleggerimento della scena della ragazza che divarica le gambe sulla sedia davanti all'industriale.
+
8) oscuramento della scena della ragazza con le gambe divaricate in macchina con l'uomo, fino al punto in cui non appaiono visibili i genitali della donna.
La particolarità di questa OST (peraltro molto bella) è che per la maggior parte delle volte non c'entra nulla con la scena che si vede nel film. In questo senso ho pensato che possano essere delle library "accozzate" alla bell'e meglio, oppure scritte appositamente per la pellicola ma equivocando il senso delle scena raccontata. Almeno io ho avuto questa sensazione.
Martelli (scomparso nel 2014) per la cronaca ha avuto una certa popolarità negli anni Ottanta per aver condotto qualche programma (ricordo il musicale “Popcorn”), ma soprattutto aver inciso le maggiori sigle di quiz, programmi e telefilm della Fininvest di Silvio Berlusconi (oggi Mediaset).