Un archeologo è alla ricerca della tomba di un faraone che cela forse il segreto della longevità; ovviamente la cosa interessa anche dei fetentoni... Tutt'altro che scoppiettante questo avventuroso di ambientazione egizia, il bollitissimo Bob Taylor e Anitona già al tramonto, da un soggetto di Bitto Albertini: svolgimento scolastico, senza infamia e senza lode. Decorose le scenografie di Mogherini. Ah, la sfinge non è d'oro ma di vetro.
Dimenticatevi le atmosfere di Alla trentanovesima eclisse e l'avventura di Sfinge. Un film che si lascia apprezzare a patto di non essere paragonato ai due citati, in quanto indubbiamente inferiore. Goffagini di regia che risulta approssimativa e interpretazioni inopportune ne limitano il valore; può però interessare chi ama l'Egitto e i suoi misteri per via di paesaggi suggestivi e una colonna sonora ispirata. Il finale è quanto di meno originale ci si possa aspettare, ma le scenografie sono dignitose; insomma, mediocre ma con un suo perché.
Avventuroso italiano d'ambientazione egiziana (con Robert Taylor, mancato due anni dopo), di rare incredibilità e approssimazione. Nell'ultima mezzora tutti i personaggi prendono le decisioni esattamente contrarie alla logica e al buon senso. Tanto meno ci viene rivelato il perché di alcuni snodi fondamentali (ma Sempronio come diavolo si è salvato dalla tempesta di sabbia???). Imbarazzante lo spiegone finale, con voce fuori campo e interminabili paesaggi dall'alto. A stento guardabile.
MEMORABILE: La Ekberg, circondata da allupatissimi beduini, che la vogliono veder danzare.
Meglio di quanti mi aspettassi. Avventuroso di grande fascino per le location e con una messa in scena niente male. Il più convincente è Rossi Stuart. Quasi tre pallini, anche se purtroppo alcuni momenti non proprio convincenti lo penalizzano. Colonna sonora adeguata.
Luigi Scattini HA DIRETTO ANCHE...
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Il film sarebbe dovuto uscire nelle sale cinematografiche con un titolo diverso, La Sfinge di Vetro e infatti la sfinge opera del bravissimo e famoso Carlo Rambaldi era di cristallo ma poi, dato il successo del film Sette uomini d’oro, il vetro fu cambiato in oro…
La musica fu affidata al maestro Roberto Pregadio. Nella versione americana del film le musiche furono firmate da Lex Baxter, uno dei più famosi compositori e direttore d’orchestra di Hollywood.
Il film fu coprodotto dagli americani (American International Pictures, la stessa società che aveva prodotto tutti i film di Roger Corman). In America uscì con il suo titolo originale, The Glass Sphinx, e andò benissimo. In Italia, invece, il film andò solo discretamente.
Dalle memorie del regista:"Un piccolo aneddoto è legato ad Anita: in un giorno di riposo durante le riprese del film, Anita organizzò un picnic nel pieno deserto. Un posto che raggiungemmo chi a cavallo chi sul cammello. Eravamo in tanti, c’erano anche delle ballerine egiziane che con i loro tamburelli danzavano al suono dei loro strumenti. Molta allegria, molto folklore… ad un certo punto invitarono Anita e altri della troupe ad unirsi alle danze e la Ekberg improvvisò una bellissima danza del ventre."