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La nostra recensione di La memoria dell'assassino

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Prodotto e diretto da Michael Keaton (oltre che, naturalmente, da lui interpretato nel ruolo del protagonista), il film è costruito su più spunti diversi che procedono insieme delineando bene la figura di John Knox (Keaton), killer professionista che un giorno scopre di avere una grave malattia degenerativa, una sorta di Alzheimer che progredisce ancor più velocemente (sindrome di Kreuzfeldt-Jacob, per i più curiosi): ha solo poche settimane di vita "normale" davanti a sé prima di ritrovarsi a dimenticare ogni cosa. Nessuna cura. Una parte importante del film si occupa del dramma connesso alla scoperta della malattia, con il successivo aggravarsi della stessa...Leggi tutto che viene visualizzato attraverso improvvisi momenti di assenza in cui le immagini si velocizzano, procedono a scatti, si sovrappongono.

Quello che però più attrae, guardando alla storia, è il capire come “nonno” Knox si comporterà dopo aver saputo da suo figlio Miles (Marsden) che questi ha accoltellato, uccidendolo, un trentenne che aveva messo incinta la figlia sedicenne. E' da questo omicidio che ha origine la traccia più stimolante, integrata a una serie di altri accadimenti agganciati a corollario che contribuiscono a dare un quadro più ampio del personaggio. Knox ad esempio, durante la sua ultima missione e proprio a causa di mancamenti della vista che nella concitazione lo portano a sparare senza le dovute cautele, non elimina solo la vittima designata ma anche qualcuno che nulla c'entrava e pure il socio (McKinnon)! L'aver appreso di non poter sopravvivere a lungo nel mondo di coloro che sono in grado di ragionare, porterà poi il protagonista a elaborare un piano i cui contorni non vengono - per scelta - inzialmente chiariti in modo da poter utilizzare una tecnica cinematografica a disvelamenti progressivi che porta chi guarda a incuriosirsi.

Il film può contare su un cast ben diretto che comprende un Al Pacino moderatamente gigioneggiante e straordinario: è il vecchio amico di Knox per il quale questi ha sempre lavorato, che solidarizzando lo aiuta nella fase più difficile della sua vita collaborando a una seconda parte del piano, oltre a suggerirgli come agire per arginare il più possibile i rischi pratici derivanti dagli effetti della malattia. Insomma, il soggetto è articolato e congegnato con una certa sagacia, lasciando moderato spazio anche alle indagini della polizia e al rapporto a tratti conflittuale tra Knox e suo figlio Miles.

La conduzione si prende i suoi tempi, non accelera mai nemmeno con le musiche (la colonna sonora si fa poco sentire) e fa presa grazie alla consueta espressività di un Michael Keaton che una volta di più conferisce spessore al proprio personaggio senza mai salire sopra le righe e sfruttando la non comune intensità dello sguardo. Il finale dai toni commoventi sottolinea con grazia la paradossale umanità del sicario che va lentamente spegnendosi. Tecnicamente di livello, la regia si affianca a una buona fotografia permettendo di racchiudere il tutto in una confezione di qualità che certo non dispiace e contribuisce a mettere in evidenza i punti di forza del film, che soffre di qualche lungaggine ma colpisce nel segno.

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Tutti i commenti e le recensioni di La memoria dell'assassino

TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/04/24 DAL BENEMERITO RAMBO90 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 7/07/24
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Rambo90 15/04/24 20:45 - 8069 commenti

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Killer con una demenza precoce e che gli sta logorando la mente deve salvare il figlio da un'accusa di omicidio. Dal plot sembrerebbe un action thriller, invece Keaton sceglie una strada più raffinata, con un ritmo compassato e uno sguardo attento sui suoi personaggi, in cui all'apparenza tutto è lineare fino ai venti minuti finali, particolarmente riusciti e quasi sorprendenti. Certo poteva durare un po' meno delle quasi due ore proposte, ma si fa seguire anche grazie allo stesso Keaton attore, misurato come non mai e di buona presa, affiancato da un Pacino che fa da valida spalla.

Capannelle 15/07/24 23:29 - 4596 commenti

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Keaton scrive e dirige con senso della misura e questo rimane il pregio di un film che si eleva dalla media del genere. Storia interessante per come premde in prestito personaggi tipici dei gangstermovie e li colloca al centro di una storia familiare dalle tinte inaspettate. Se la guardi col microscopio la storia può non essere così solida, ma è proprio la mano di Keaton e l'empatia del suo personaggio a far passare sopra a eventuali falle logiche e a una parte centrale meno pungente rispetto all'inizio e al finale, entrambi di ottima fattura. Funzionano anche le figure secondarie.

Daniela 20/07/24 02:13 - 13380 commenti

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Dopo aver saputo di essere affetto da una malattia neuro-degenerativa dal decorso molto rapido, un sicario riceve una richiesta di aiuto da parte del figlio, che non vedeva da molti anni... Ultimo di una serie di film dedicati alla figura di un killer smemorello, un film convenzionale ma dignitoso che merita la visione soprattutto per l'ottima interpretazione di Keaton, qui alla seconda regia, affiancato da Pacino che per l'occasione offre una prova molto sobria rinunciando persino a uno dei suoi soliti monologhi, mentre risulta meno convincente Marsden, troppo sopra le righe.

Schramm 1/09/24 23:47 - 4055 commenti

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Knox prende il largo nella deadzone dove chi si è stati e cosa si è fatto/si farà conta ancora per poco. La Fort Knox del (ricordo di) sé espugnata dal padre etereo, che farà della lucidità residua un tombale lingotto d'oro. Aurea pepita è anche il film, arricchito da un Keaton che conquista il palcoscenico negandoselo (Pacino è invece cespitario), in eroica ed elegiaca retromarcia rispetto a come lo volle Inarritu, rileggendo anamorficamente lo stereotipo del sicario abdicante, guadagnando in intensità tanto più rinuncia alla velocità, non scansando evitabili sbavature e indugi.

Nicola81 22/09/24 23:22 - 3014 commenti

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Thriller/noir prosciugato da ogni facile spettacolarizzazione in favore di un registro più intimista, forte di una sceneggiatura che desta interesse sia nel mostrare il graduale scivolamento del protagonista verso la demenza sia nell'attuazione del suo piano per salvare il figlio da un'accusa di omicidio. Produttore, regista e interprete principale, Keaton è bravo a far scattare l'empatia nei confronti di un personaggio che in teoria dovrebbe ispirare ben altri sentimenti, valido il cast di contorno (ma Al Pacino brilla meno di quanto ci si aspetterebbe). Durata un filino eccessiva.

Rocchiola 28/11/24 08:54 - 1030 commenti

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Killer professionista affetto da una grave forma di demenza degenerativa si trova a dover aiutare il figlio che non vedeva da anni, autore involontario di un omicidio. Riuscirà a risolvere la situazione prima che la malattia prenda definitivamente il sopravvento? Keaton alla seconda regia firma un noir malinconico e dolente come si faceva una volta. Con un occhio a Peckinpah (gli eroi stanchi), Eastwood (la vecchiaia e i difficili rapporti familiari) e Melville (l’etica e la professionalità nel portare a termine il proprio lavoro), il tutto rivisitato secondo un’estetica post-moderna.
MEMORABILE: L'incontro iniziale alla tavola calda con il collega-amico; Il tentativo di furto da parte dei russi; La pistola puntata contro la prostituta russa.

Galbo 4/01/25 12:22 - 12698 commenti

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Un sempre più bravo Michael Keaton dirige e interpreta un bel noir il cui personaggio principale è un sicario alle prese con una progressiva perdita di memoria dovuta a una grave forma di demenza. La storia non è originale ma il film è decisamente godibile. La regia mantiene alta la tensione, sottolineando efficacemente le parti più drammatiche, con una buona resa delle parti d'azione, non molte ma ben realizzate. L'attore Keaton è autore di un ottima prova sottolineando la progressiva fragilità emotiva legata alla malattia del personaggio. Buono il contributo di Al Pacino.

Luluke 8/03/25 06:10 - 925 commenti

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Non è il primo film a raccontare la storia di un killer con problemi di degenerazione cognitiva e in questo senso perde nettamente il confronto con Vendicami. Anche perché rispetto al Costello di Johnny To, John Knox è ancora in attività; deve sfuggire alle indagini per il triplice omicidio di cui è autore e coprire un delitto del figlio. Troppo, per un uomo nelle sue condizioni, che va perciò in confusione mentale e ci manda un po' anche lo spettatore. Film insomma che si riduce a un Keaton che dirige Keaton. In un noir con tensione praticamente assente. Bocciato.

Ira72 19/03/25 10:57 - 1383 commenti

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Il figlio del sicario uccide un uomo per errore e tocca al navigato padre sviare le indagini per salvarlo. Peccato che abbia i giorni contati a causa di una malattia degenerativa. E fin qui déjà vu svariate volte. Se poi ci aggiungiamo i classici ingredienti all'americana (inseguimenti, sparatorie, cazzottate e personaggi macchietta alla Al Pacino) il film diventa troppo già visto e, ahinoi, scontato. La durata eccessiva, poi, non aiuta. Però. Va detto che Keaton offre una buona interpretazione: intima, raccolta, credibile. E l'ultima mezz'ora risolleva le sorti della sceneggiatura.

Enzus79 11/05/25 10:52 - 3348 commenti

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Secondo lungometraggio diretto da Michael Keaton. Thriller dai contorni introspettivi. Buon film, che se non fosse per una parte finale un po' prevedibile e stereotipata risulterebbe meglio di quel che è. Convincono le atmosfere che rasentano il cupo. Personaggi riusciti. Titolo in italiano orrendo, meglio quello originale: "Knox Goes Away". Mediocre la colonna sonora.

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  • Homevideo Rocchiola • 28/11/24 08:55
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