Tratto dal libro “Squarciò" di Franco Solinas, è un solido esemplare di film realista, un tipo di cinema sociale, dalla parte di chi stenta per tirare avanti, che Pontecorvo gira senza virtuosismi ma con padronanza. Pur se si denota il disegno grezzo dell’opera prima, c'è cruda vitalità, con una tensione distillata ma concreta che sa tenere in apprensione. La Valli è più sobria che in Senso ma mostra buon senso scenico. Eroici i due bambini, specie il più piccolo. C'è un esempio di pubblicità occulta per la macchina da cucire “Borletti”. ***!
Tratto dal libro di Solinas, racconta di pescatori ma con mano diversa dalla Terra trema anche perché rifulge un antieroe, Squarciò, che fa il furbo acchiappando pesci con le bombe, a cui presta carattere Yves Montand. Per il suo esordio Pontecorvo stana un mondo disgraziato in mezzo all'eden della Maddalena. Il punto d'aggancio con Visconti è semmai la morale cooperativa, che però il protagonista non sposa. Questo rende il film verosimile nonostante i languori di Alida Valli e una certa calligrafia. C'è Mario Girotti, e le prende: Terence Hill è ancora lontano.
Pontecorvo al suo esordio riporta il cinema italiano fra pescatori isolani, creando un microcosmo ideale in cui sviluppare la sua storia. Sin dalle prime immagini, complice la meravigliosa fotografia del maestro Carlo Montuori, capiamo che il regista si lascia alle spalle le derive neorealistiche ricorrendo a diversi momenti leggeri che stemperano il dramma di Squarciò, un antieroe disincantato degno erede dei Vinti verghiani. Cast indovinato con monsieur Livi che ritrova atmosfere italiane e sfodera una grande interpretazione, aiutato da una buona sceneggiatura. Cinema di qualità!
MEMORABILE: La fotografia di Montuori, fra le più belle mai viste al cinema.
In un villaggio di pescatori dalle parti dei Balcani, vicende varie, miserie e un uomo che pesca di frodo e vuole fare tutto da solo. Pontecorvo racconta una storia, non riuscendo a evitare un certo calligrafismo e mettendo al centro Yves Montand che non sembra essere molto a suo agio fra barche e orate (il finale giustizialista ne è una prova ulteriore). Belli i paesaggi marini e le sponde chiarissime.
Tratto dal romanzo "Squarciò" di Franco Solinas, è un dramma di ambientazione marinara che veicola importanti temi quali l'onestà e la concorrenza lavorativa, seppure in termini semplici. Il film coglie nel segno, è un buon dramma, tuttavia il ritmo non è dei più veloci e sconta una certa datatezza che lo fa sembrare un po' fuori dal tempo e quindi lontano da noi. È comunque un lavoro che regge dall'inizio sino alla fine, invero un po' scontata. Yves Montand e Alida Valli fanno a gare di bravura. Ottimi gli scorci marittimi e la fotografia. Potabile.
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Vorrei segnalare che il nome di Terence Hill è presente due volte nel cast quindi una delle due voci andrebbe eliminata.
In ogni caso andrebbe inserito come Mario Girotti (come è accreditato nei titoli di testa), anche perché il nome d'arte di Terence Hill nascerà solo 10 anni dopo, nel 1967.