La precarietà sentimentale dei trenta-quarantenni raccontata con dolente realismo e un pizzico di humor. Chiarini riesce ad adottare un registro originale e a salvarsi dalla banalità raccontando lo smarrimento del trentottenne Guido che, in crisi con la compagna, è costretto a trovare ospitalità sui divani di genitori e amici, rendendosi così conto di quanto siano instabili i legami affettivi. Una riflessione semi-seria sui disagi di una intera generazione.
Storie intrecciate di disorientamenti e disaffezioni che coinvolgono un gruppo di amici ancora sospesi tra giovanilismi e nuovi problemi di coppia e di realizzazione. Niente di nuovo e di rilevante rispetto a un certo trend del nostro cinema; inoltre questo film romano appare meno incisivo e meno fresco rispetto a Short skin, anche se si nota una certa cura nel voler rimanere nell'ambito di un realismo disincantato, sia nella confezione che nella fluidità delle riprese e del montaggio. Cast gradevole, specie Parisi "smarrito" e ospite provvisorio.
Di fronte alla possibilità di avere un figlio "incidentale", una coppia di convivente ultratrentenni si sfascia, lasciando lui a vagare in cerca di ospitalità presso parenti ed amici in attesa che lei decida o meno se partire per il Canada... Come soggetto siano nell'ambito di uno temi più frequentati (e abusati) dal cinema italiano, ma il film di Chiarini riesce a smarcarsi dalla solita tiritera sentimental-ricattatoria grazie a piccoli tocchi ironici e allo sguardo smarrito del protagonista, ancora immaturo pur alla soglia dei 40 anni, interpretato dal bravo "orecchiante" Parisi.
MEMORABILE: I sughi della mamma; Le mutande sbagliate.
Coppia quasi quarantenne si lascia. Commedia agrodolce sulla precarietà affettiva, sul rimandare l'idea di farsi una famiglia e il non prendersi impegni. Alla fine si parla della confusione di una coppia come tante con il pregio di una certa sincerità emotiva senza dover ricorrere a litigi, scene madri o vendette assortite. Anche il protagonista dimostra empatia affrontando le piccole disavventure di ogni giorno e non nascondendo una fragilità maschile che di solito viene abbinata solo a ruoli da perdenti.
MEMORABILE: La canzone di Brunori Sas; La presentazione alla commissione; La compagna che parte per il Canada.
Un uomo finisce suo malgrado nella ragnatela dei dubbi e delle crisi esistenziali della propria fidanzata. Passerà da un divano letto all'altro ospitato dalla famiglia e dagli amici, per scoprire che tutti hanno problemi più o meno grandi. Interessante opera di Duccio Chiarini che prende un tema inflazionato come la crisi di coppia senza infarcirlo di luoghi comuni e andando coraggiosamente a esplorare temi conflittuali e controversi. Non ci sono età, situazioni, o famiglie che tengano; nella giostra delle passioni amare significa anche saper perdere e ricominciare.
MEMORABILE: La "caccia al tesoro" iniziale; Le mutande; Brunori Sas che canta "Un errore di distrazione".
Lo smarrimento derivante dalla crisi di un rapporto sentimentale non è certo un tema inedito al cinema. Il film di Chiarini tuttavia parte da una prospettiva intimistica per allargare lo sguardo e descrivere uno stato di precarietà esistenziale attuale e comune a molti, utilizzando una leggerezza nel racconto che non è superficialità ma piuttosto un rifiuto della “seriosità” tipica di certo cinema. Decisivo il contributo di un attore perfetto per il ruolo del protagonista, come Daniele Parisi.
Commedia dai toni garbati e senza particolari sbavature dedicata alle crisi di coppia condotta con mestiere da Duccio Chiarini che sfoggia come protagonista un bravo Daniele Parisi già apprezzato nel curioso Orecchie. L'assenza o quasi di luoghi comuni rende la pellicola scorrevole e priva di volgarità, merito anche di una sceneggiatura ben scritta. Cast di contorno sufficientemente in parte.
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DiscussioneNeapolis • 22/04/22 10:05 Call center Davinotti - 3109 interventi
Sembra un film uscito dalla penna di Nanni Moretti.