Non si tratta solo della solita torchiata tesa ad estorcere a tutti i costi una confessione; qui c'è un cucciolo d'uomo (e non lo dico con ironia) che fino ad allora aveva limitato la vita al suo paese di origine e che come tale arriva a Roma speranzoso, senza immaginare minimamente cosa possa voler dire difendersi da un'accusa così grave... Il film è interessante, di una particolarità estrema, e non è una doppia verità a discrezione dello spettatore, ma... attentissimi al primo minuto...
MEMORABILE: La cartellonistica di Roma nel'68, le ingenuità e l'euforia di Aldo.
Ambizioso (forse un po' troppo) film di De Sisti, che mette in scena la vicenda di un ragazzo di campagna che va in città e fa la cosa sbagliata, nel posto sbagliato, nel momento sbagliato. Sbalzi temporali, ma ciò ha logica espositiva (anche se la trama ha un buco notevole). Il film si fa ripetitivo, non regge tutti i novanta minuti, ma è mediamente soddisfacente il livello delle recitazioni, in un cast che non presenta nomi di enorme spicco. Lev, spesso imbambolato, stavolta è adattissimo al ruolo (esageratamente tonto, però). De Sisti già da qui se la prende con le confessioni...
Un ragazzo di provincia giunge a Roma e si troverà nel posto sbagliato, al momento sbagliato, proprio quando si consuma un delitto. Ne segue un interrogatorio fitto e violento da parte di poliziotti ottusi che si curano poco di approfondire l'indagine. La morale del film è questa, reiterata come una filastrocca di cui è facile indovinare il finale. Con qualche aggiustamento alla sceneggiatura ne poteva venire fuori qualcosa di meglio.
Un soggetto abbastanza semplice per questo dramma da camera (è quasi tutto ambientato al commissariato, salvo i flashback) costruito comunque con una certa efficacia grazie a una buona scelta del cast - pur senza nomi altisonanti - e a dialoghi ben scritti; Lev trasmette in modo corretto l'ingenuità del giovane campagnolo, stretto nelle maglie di una giustizia che vuole solo chiudere l'ennesimo caso a discapito della verità. Montaggio abbastanza arty, anche grazie agli inserti di rock psichedelico che accompagnano le scene più intense, tuttavia il film fatica a reggere l'ora e mezza.
Film completamente sopra le righe, però ugualmente affascinante e intrigante. Maiuscola ambientazione kitsch noir in salsa psichedelica con particolare accento su nudi pittorici e scultorei. Controcorrente pamphlet sul genere poliziottesco-giudiziario, molto in voga nei '70, che però restituisce personaggi credibili e un montaggio serrato con flashback e frequenti primi piani. Cast pieno zeppo di nomi sconosciuti e girato con mezzi scarsi e risicati ma dal risultato comunque soddisfacente Una piacevole scoperta e un piccolo gioiello decisamente atipico, per gli standard dell'epoca.
Vittorio De Sisti HA DIRETTO ANCHE...
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Lev mi ha ricordato il bimbo del talloncino del formaggino milione (e aveva già 35 anni a quel tempo!). Non è che la torchiata non faccia effetto, ma è molto più facile entrare in lui non come una vittima della giustizia, ma come uno sventurato che è cascato nel burrone per il più stramaledetto degli equivoci. Ecco spiegata la particolarità del film. FAUNO.
Di questo film , ricordo la vhs (piuttosto rara) della Magnum 3b, con un bel vm 18. In quanto a rarità , credo rivaleggi con un altro pezzo forte della label milanese-e costola dell'Avo film- lo Stress di Corrado Prisco.
Grossa novità! Ho reperito la copia integrale; ne ho visionato soltanto l'inizio...Ebbene, ci son più di 8 minuti nei quali si vede come muore realmente Brigitte Skay. Nella VHS Magnum sono completamente tagliati, e nella primissima scena si vede il subito il suo cadavere e partono i sottotitoli. Quindi dovrò rifare il commento e non è improbabile che vari pure il pallinaggio. Confermo più che mai che in Italia si dovrebbe tagliare ben altro, non le pellicole cinematografiche...
SPOILER
Ci sono parecchie differenze, in primis gli 8 minuti iniziali che spiegano effettivamente come muore la Skay, mentre nella Vhs si vede il di lei cadavere con un uomo che esce dal suo appartamento.
Tralascio le altre ininfluenti variazioni, causa brevitatis, ma preciso invece che nella vhs Lev si suicida nell'ultima scena, pessimamente montata, in quanto non si vede il suo lancio nel vuoto, ma direttamente il suo cadavere, mentre nel 35 mm non muore ma, probabilmente provato e col cervello ormai fuso da tante torchiate fisiche e psicologiche, mima la scena dell'omicidio, quasi autoaccusandosi del crimine...
FINE SPOILER
E in effetti la vera forza del film sta sulla potenza devastante degli interrogatori e sulla loro capacità di convincere un disgraziato a confessare di un crimine mai commesso o visto appena di sbieco. Poi uno potrebbe interpretarlo anche diversamente, con l'ormai famigerata verità bifacciale (la sentii dire da Ernesto Colli ne L'uomo dagli occhiali a specchio), ma stavolta io la interpreto coi criteri più ufficiali in quanto è anche già troppo persuasivo in tal modo. Pertanto non modifico né commento né pallinaggi e confermo che è un grandissimo film, con un ottimo accompagnamento dei Renegades nei passaggi cruciali.