Jobard, portefaix par amour - Corto (1911)

Cazalis, nel periodo in cui impersona Jobard, si trova colpito da Cupido. Riesce a fungere da facchino per la bella sconosciuta, per poi dichiararsi. Ma il marito, geloso e vendicativo, assiste e "ricicla il baule per altri scopi. Comica di sei minuti senza infamia e senza lode, con una trovata simpatica nel finale, con un effetto speciale che addolcisce l'elemento violento, portando al sorriso tutti gli interpreti inquadrati, marito compreso. Film ordinario, in ogni caso.

Facchino per amore: a questo si riduce il bellimbusto, impegnato nel faticosissimo trasporto di un baule, salvo defenestramento con rischioso precipitare degli eventi. L’idea non sarebbe neanche così male, e qualche piccola trovata risveglia dall’apatia, come il bambino più forzuto del giovanotto o l’imprevisto colpo di scena conclusivo. Ma manca il ritmo comico, manca vivacità, e perfino il finale si assesta su una mediocrità decisamente respingente. Insomma, cortometraggio piuttosto inutile.

Cortometraggio che si può tranquillamente dividere in due parti. Nella prima vediamo il solito Patouillard corteggiare una giovane ragazza che viaggia in carrozza, mostrando una scarsa virilità e facendo la solita figura del pasticcione. La seconda invece vede lo stesso protagonista all'interno di un baule rischiare di finire in fondo al letto di un fiume. Se all'inizio la trama è molto scontata, nella seconda metà c'è più inventiva e la chiusura finale è divertente e inaspettata. Jobard (Cazalis), però, non ha la stessa presenza scenica di altri grandi del cinema pioneristico.