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TITOLO INSERITO IL GIORNO 20/03/22 DAL BENEMERITO SCHRAMM
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Schramm 20/03/22 17:27 - 3495 commenti

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Da bullizzato a bullo è un attimo. I fallimenti a largo raggio della pedagogia che s'autoincorona di belle parole e buoni propositi, sconfessati da dinamiche di crudeltà e ineducazione. La scuola palestra di solitudine e sfiducia in genitori docenti compagni se stessi. La Wandel fa della retorica querimonia istituzionale uno shrapnel che scoppia ogni minuto di dolore inespresso, dai frame laccati di pianto ricacciato in gola. Di metafisica spontaneità interpretativa e meritevole di un Oscar a posa Maya Vanderbeque, capace di farti morire di dispiacere con un cenno o un mezzo sorriso.
MEMORABILE: “Quando aiuti gli altri, le cose peggiorano”; Il finale: botte sulle gengive.

Paulaster 5/04/22 10:02 - 4431 commenti

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Attraverso un anno di scuola elementare, fratello e sorella avranno a che fare col bullismo. Un'osservazione viscerale delle dinamiche infantili, delle sue trasformazioni e derive. Psicologicamente profondo come cronaca realistica e pedagogico per gli adulti (soprattutto gli insegnanti). Prima parte più intensa ed epilogo che, nella sua durezza, poteva essere girato meglio. Ben descritte le sofferenze e le solitudini, evita la morale vista ne Il nastro bianco. Piccola protagonista di grande intensità emotiva, in alcuni frangenti.
MEMORABILE: La stringa nella scarpa; Il fazzoletto abbassato sugli occhi apposta; La foto insieme; Il sacchetto di plastica in testa al bambino.

Capannelle 15/02/24 23:54 - 4412 commenti

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Un film dal messaggio potente che sedimenta piano piano, anche a costo di parere ripetitivo, facendoci entrare in un mondo, quello dei piccoli, caratterizzato da sguardi fuggenti e gesti da interpretare. La Wandel rimane fissa sul gruppo di ragazzetti e sulla vita scolastica, lasciando da parte ogni riferimento agli ambienti familiari e al vissuto dei grandi. Ha la fortuna di poter contare su una bravissima interprete di 7 anni, Maya Vanderbeque, che carica sul suo visino e sul suo andare nervoso tutta la tensione e carica emotiva del racconto.

Giùan 25/02/24 08:58 - 4568 commenti

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Film che lascia inestricabilmente attoniti e ammirati, che spaventa ma al contempo fa esclamare di stupore con la sua testimonianza, l'ennesima, della potenza del cinema, della sua capacità instancabile di ridire ancora, di nuovo qualcosa e tutto, ricorrendo all'effetto speciale più immaginifico: la sua intima proprietà di aderire non alla verità ma all'emotività. La Wandel gira così un film minimale, in cui la parabola "bulla" di questi due fratelli diventa intima introspezione (il caleidoscopico volto di Maya/Nora) e allegoria metafisica (i non luoghi kafkiani in cui tutto accade).
MEMORABILE: Il sacchetto di plastica sul volto del bambino; Ogni sguardo/cinema di Maya Vanderbeque.

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  • Discussione Schramm • 20/03/22 17:37
    Scrivano - 7694 interventi
    FA-VO-LO-SO!
    andrebbe fatto vedere tipo cura ludovico a tutti coloro che nel ramo della didattica si riparano sotto i cieli sicuri della retorica e della teoria, per far capire loro la complessità di un fenomeno a effetto domino come il bullismo. l'adagio "ma che bel mondo di merda stiamo lasciando ai bambini" è dalla wandel lasciato esprimere, in levare, ai bambini stessi, confezionando un film dove il sussurro equivale a mille grida e che fa morire di dispiacere di senso di impotenza e di commozione, avulso alle facili parole di consolazione  come alle saccenti facilonerie delle soluzioni certe. la vanderberque meriterebbe 10 premi al minuto, e con lei il film tutto, cui è stata ignominiosamente conferita una sola nomination all'oscar.
    son 70' di bastonate sui reni, ciò non di meno stra-raccomandatissimo a pressoché tutti.
  • Discussione Siska80 • 2/09/23 15:57
    Comunicazione esterna - 674 interventi
    Titolo italiano: Il patto del silenzio.