Il dottor Jean-Pierre si dedica anima e corpo ai suoi pazienti nella campagna francese, per i quali è unico e insostituibile. Quando poi è lui ad ammalarsi e deve farsi affiancare dalla bella dottoressa Nathalie, insorgono gli inevitabili problemi. La malattia e i bisogni della gente semplice, lontana dai servizi sanitari delle grandi città, sono al centro di un film che, tra commedia e tragedia, mostra lodevoli intenti di sensibilizzazione sul tema, pur con qualche semplificazione e alcuni luoghi comuni.
Il granitico medico di una zona rurale si ammala e dovrà mettere in discussione i suoi metodi e se stesso, aprendosi al nuovo. Commedia dolce-amara che racconta il mestiere di Ippocrate fra animali da cortile e storie di varia umanità, con molte semplificazioni e una certa tendenza al buonismo e allo stereotipo. Come sempre, un ineccepibile Cluzet con la sua maschera sorridente alza le quotazioni.
Una rappresentazione dell'attività medica a volte un po' retorica ma realistica e molto lontana da quella a cui ci hanno abituato il cinema e la televisione anglo americana. La figura del protagonista è ricca di umanità anche nella testardaggine di volere proseguire il suo lavoro nonostante la malattia. Cluzet è molto bravo ma non è da meno la Denicourt. Ben resa l'ambientazione della profonda provincia francese, aspra nei personaggi ma profondamente solidale. Buon film.
Ad un medico che opera in una zona rurale del nord della Francia viene diagnosticato un tumore al cervello non operabile. Per aiutarlo mentre si sottopone alle cure, gli viene affiancata una dottoressa alle prime armi... Avete presente il Dr.House e colleghi? Dimenticateli, qui si vive in un altro pianeta, con poca tecnologia ma tanta dedizione e capacità di entrare in sintonia con i pazienti. Cluzet straordinario nel ruolo di un uomo testardo non privo di senso umoristico, brava e convincente anche Denicourt, per un film fatto di sfumature, malinconico con dolcezza.
Uno sguardo idealizzato sulla figura di un medico di campagna e della sua collega in servizio nel nord rurale della Francia. Una concezione altruistica ma anche conservatrice volta a curare con generosità le malattie e i disagi sociali di una comunità sparsa e decentrata. I personaggi, nonostante tutto, non perdono di autenticità, ma la narrazione risulta tirata un po' per le lunghe sullo sfondo di una tragica malattia e sul contrasto tra tradizione medica e nuove istanze di modernità. Il duo Cluzet/Denicourt sostiene bene una trama un po' edulcorata.
Uno spaccato rurale transalpino in cui si assiste alle vicende di un medico condotto devoto ai suoi pazienti. Racconto intimistico in cui con delicatezza si narrano vicende, si osservano avversioni e riconciliazioni. In parte Cluzet ben coadiuvato dalla Denicourt e da tutto il resto del cast. Indubbiamente finale troppo telefonato che mi ha lasciato lievemente insoddisfatto.
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DiscussioneRaremirko • 5/10/21 22:22 Call center Davinotti - 3863 interventi
Sopravvalutato dalla critica, è comunque un film discreto, in bilico tra tono leggero e serioso, con un Cluzet sempre bravo; si recupera un pò il tema di Un medico, un uomo, con Hurt, calandolo in una realtà francese piena di gente un pò diffidente e fatta un pò a modo loro. Carino e delicato.